Cultura, uso dei media e nuove tecnologie

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IF YOU DON’T HAVE ACCESS,
YOU ARE THE OBJECT OF CULTURE
RATHER THAN THE SUBJECT OF CULTURE.
(F. O’Toole)

La cultura e la tecnologia influenzano le nostre vite molto più di quanto non avessero mai fatto prima.

La “frequentazione culturale classica” (libri e giornali cartacei, televisione, radio, spettacoli musicali, teatro, cinema, biblioteche, musei, siti archeologici) e quella “moderna digitale” contribuiscono non soltanto a costruire il capitale umano di un Paese, ma generano e nutrono il sentimento di appartenenza, di inclusione sociale e di partecipazione cognitiva, politica, civica e interiore delle persone al proprio tempo.

La struttura e la dinamica della domanda e dell’offerta di cultura è strettamente legata alle caratteristiche socio-demografiche delle persone. E le persone anziane rappresentano un interessante e specifico gruppo di fruitori e di produttori del poliedrico universo della cultura, con preferenze, gusti, comportamenti di consumo culturale caratterizzanti rispetto ad altre fasce di età.

Cultura, uso dei media e nuove tecnologie fra le persone anziane in un flash

Indicatore Anno Valore % Var. % sul 2005
Persone di 65-74 anni che ascoltano la radio 2015 44,9 -2,6
Persone di 65-74 anni che leggono quotidiani almeno una volta a settimana 2015 57,4 +3,2
Persone di 65-74 anni che guardano la TV 2015 96,5 +0,3
Persone di 65-74 che hanno visitato musei o mostre almeno una volta nell’ultimo anno 2015 22,6 +49,7
Persone di 65-74 anni che sono andate al cinema negli ultimi 12 mesi 2015 22,4 +40,0
Persone di 65-74 anni che sono andate al teatro negli ultimi 12 mesi 2015 17,0 +37,1
Persone di 65-74 anni che usano il PC 2015 24,4 +343,6
Persone di 65-74 anni che usano internet 2015 25,6 +556,4

Per leggere le peculiarità di partecipazione e di consumo culturale delle persone anziane, nonché il loro livello di “digitalizzazione”, viene offerta una lettura sistematizzata – attraverso dati, grafici e documenti di approfondimento – di due dimensioni di analisi:

Partecipazione culturale

Affondare in una poltroncina rossa di un cinema d’essai, commuoversi ad una rappresentazione teatrale, perdersi e ritrovarsi in un libro, viaggiare nel tempo visitando un museo o un sito archeologico, per andare poi la sera a ballare in una balera o a tifare appassionatamente per una gara sportiva, sono tutte attività che consentono al tempo di animarsi, e non semplicemente di scorrere.

È così anche per le persone anziane? Con quali attività culturali le persone di 55 anni e più emozionano il loro tempo? Il cinema è più amato dalla donne o dagli uomini? E la lettura? Come si è trasformata nel tempo la partecipazione culturale delle persone anziane?

  • Nel giro di 20 anni il cinema è divenuto compagno sempre più amato fra le donne e gli uomini con più di 55 anni. Nel 2015 è andato al cinema almeno una volta il 41,3% degli uomini fra i 55 e i 59 anni, il 34,9% degli uomini fra i 60 e i 64 anni, il 24,3% di quelli fra i 65 e i 74 anni e il 9,2% degli anziani con più di 75 anni. Fra le donne, della classe d’età 55-59 anni il 35,1% non ha resistito al fascino del grande schermo, il 33,3% delle donne fra i 60 e i 64 anni, il 20,8% di quelle fra i 65 e i 74 anni e il 7,6% di quelle con più di 75 anni;
  • anche il teatro ha conquistato sempre più appassionati dai capelli bianchi negli ultimi 20 anni. Nel 2015 è andato a teatro almeno una volta il 18,5% degli uomini fra i 55 e i 59 anni, il 20,0% di quelli fra i 60 e i 64 anni, il 16,2% di quelli fra i 65 e i 74 anni e l’8,0% di quelli con più di 75 anni. Fra le donne, il 24,6% di quelle con età compresa fra i 55 e i 59 anni, il 22,3% di quelle fra i 60 e i 64 anni, il 17,8% delle donne fra i 65 e i 74 anni e il 9,2% delle anziane con più di 75 anni;
  • ma è la televisione a conquistare il primato assoluto fra le attività di svago e intrattenimento delle persone anziane: sempre nel 2015 la guarda il 92,9% degli uomini e il 94,5% delle donne fra i 55 e i 59 anni; il 94,0% degli uomini e il 95,0% delle donne fra i 60 e i 64 anni; il 96,1% degli uomini e il 96,8% delle donne fra i 65 e i 74 anni; il 95,6% degli uomini e il 92,9% delle donne con più di 75 anni;
  • anche la lettura di libri rappresenta una forma di partecipazione culturale coltivata dalle persone anziane, con un gap di genere significativamente a favore delle donne. Nel 2015 hanno letto almeno un libro il 34,0% degli uomini fra i 55 e i 59 anni (a fronte di un 54,5% di donne), il 38,3% di uomini fra i 60 e i 64 anni (46,3% di donne), il 33,3% degli uomini fra i 65 e i 74 anni (39,8% di donne) e il 24,5% di anziani con più di 75 anni (24,6% di anziane);
  • gap di genere invertito per la lettura di quotidiani: sono gli uomini, in questo caso, a dedicarsi alla lettura del giornale con maggiore frequenza delle donne, pur apprezzandola entrambi come tipologia di attività culturale. Nel 2015 leggono quotidiani almeno una volta a settimana il 66,3% degli uomini fra i 55 e i 59 anni (53,1% di donne), il 65,8% di uomini fra i 60 e i 64 anni (51,2% di donne), il 67,0% degli uomini fra i 65 e i 74 anni (49,0% di donne) e il 55,4% di anziani con più di 75 anni (34,6% di donne);
  • suscitano sempre più entusiasmo fra le persone anziane le discoteche e le balere: nel 2015 si sono recati in una balera o in una discoteca almeno una volta il 9,8% degli uomini fra i 55 e i 59 anni (il 10,4% delle donne), il 9,3% di uomini fra i 60 e i 64 anni (il 7,8% delle donne), il 7,5% degli uomini fra i 65 e i 74 anni (il 5,5% delle donne) e il 3,2% di anziani con più di 75 anni (2,0% delle donne).

Nuove tecnologie

Possedere un “pacchetto smart” di competenze digitali rappresenta, oggi, parametro indispensabile per l’inclusione e l’includibilità sociale, economica, culturale, relazionale delle persone.

Nel 2006, a tal proposito, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno inserito nelle loro Raccomandazioni anche la digital competence fra le otto competenze ritenute essenziali per la “cittadinanza attiva”.

Nell’era digitale, dunque, il delicato confine fra cittadinanza in senso formale e cittadinanza in senso sostanziale va ridefinito e ricollocato all’intersezione fra tre elementi imprescindibili: la possibilità di accedere alle Ict – Information and communication technologies (Digital Inclusion); la possibilità di apprenderne l’uso (Digital Skills); l’acquisizione di capacità di discernimento (Digital Competence) per un uso consapevole e responsabile delle ICT.

E le persone anziane? Come si collocano rispetto all’acquisizione della “cittadinanza digitale”? Quali competenze hanno? Sono degli “utenti forti” della Rete o piuttosto dei navigatori sporadici? Quali attività svolgono su Internet?

  • Rispetto all’uso del pc, ancora nel 2005 soltanto il 39,9% della popolazione di 3 anni e più dichiarava di averlo utilizzato negli ultimi 12 mesi, nel 2015 tale percentuale raggiunge il 56,5%. Ma tale valore medio nasconde interessanti e non lineari andamenti fra le classi d’età più anziane: fra le persone di 55-59 anni, ad esempio, l’uso del PC raggiunge il 57,6%, per poi ridursi notevolmente fra le persone di 60-64 anni (43,6%), precipitare al 24,4% nella classe d’età 65-74 anni ed attestarsi ad un valore bassissimo fra le persone con più di 74 anni (6,6%);
  • le donne anziane esprimono una diffidenza e/o una difficoltà maggiore dei coetanei uomini nell’uso del PC. Fra i 55-59 anni se ne servono il 63,5% degli uomini a fronte del 52,1% delle donne; fra i 60 e i 64 anni il 53,5% degli uomini e solo il 34,3% delle donne; fra i 65 e i 74 anni lo utilizzano il 34,3% degli uomini e il 15,8% delle donne; fra gli anziani con più di 74 anni gli utilizzatori scendono al 10,9% fra gli uomini e al 3,6% fra le donne;
  • quanto sia importante partecipare del mondo e della vita anche tramite la Rete sta divenendo una convinzione sempre più salda fra le cittadine e i cittadini italiane/i. Se nel 2005 il 31,8% delle persone di 6 anni e più aveva usato internet negli ultimi 12 mesi, nel 2015 tale percentuale sale al 60,2%. Tuttavia l’età rappresenta ancora, indiscutibilmente, un parametro centrale nel delineare il profilo d’uso della Rete: nel 2015 gli utenti di internet sono il 60,4% delle persone fra i 55 e i 59 anni, il 45,9% delle persone fra i 60 e i 64 anni, il 25,6% delle persone fra i 65 e i 74 anni e soltanto il 6,7% delle persone con più di 74 anni;
  • nondimeno, e pur trattandosi di percentuali ancora molto contenute, la quota di “utenti forti” è in continuo aumento anche nelle fasce di popolazione più anziane: nel 2015 il 39,6% delle persone tra i 55 e i 59 anni usa Internet tutti i giorni; il 27,5% delle persone di 60-64 anni, il 12,6 % delle persone fra 65 e 74 anni e il 2,9% delle persone di 75 anni e più;
  • nel 2013 le due attività predilette dagli “utenti forti” con 55 anni e più sono la “posta elettronica” (spedire/ricevere e-mail) (94,7% degli utenti fra i 55 e i 64 anni e 93,3% dei 65+) e la lettura di giornali, riviste, informazioni on line (79,3% nella classe d’età 55-64 e 82,1% nella classe d’età 65+). Ma una significativa quota di persone anziane consulta wikipedia e altre enciclopedie on line per ottenere informazioni (60,7% fra i 55-64 e 59,4% fra i 65+); cerca informazioni su merci e servizi (71,9% fra i 55-64 e 66,1% fra i 65+) o informazioni sanitarie (69,9% fra i 55-64 e 70,0% fra i 65+); utilizza servizi bancari (53,2% fra i 55-64 e 56,6% fra i 65+); partecipa a social network (35,3% fra i 55-64 e 26,6% fra i 65+);
  • le competenze digitali sono tra i fattori in grado di spiegare la scarsa diffusione di Internet nel tessuto sociale italiano: la quasi totalità delle persone anziane che usano Internet sa compiere le semplici operazioni considerate nell’area dell’informazione, come usare un motore di ricerca e/o copiare o spostare file/cartelle (l’80,8% delle persone fra 55 e 64 anni, il 77% delle persone fra 65 e 74 anni, il 72,7% delle persone fra 75 e 79 anni), ma nelle altre aree di competenza?
  • Già nell’ambito dell’area della comunicazione, soltanto il 59,1% delle persone fra i 55 e i 64 anni, il 56,6% delle persone fra 65 e 74 anni e il 46,3% delle persone con più di 75 anni ha competenze avanzate. In termini di “problem solving” e di capacità di utilizzare i servizi on line, ancora, il 65,9% delle persone fra 55 e 64 anni, il 63% delle persone fra 65 e 74 anni e il 52,1% delle persone fra 75 e 79 anni non oltrepassa delle semplici “competenze di base”;
  • ecco perché le persone anziane, in Italia, sono profilate da una sorta di “primitivismo digitale”, che le connota come utenti digitali caratterizzati dalle sole competenze di base in quasi tutte le aree strategiche in cui si articolano le digital skill. Sono deboli fruitori dell’Ict, spesso non utilizzano il pc e non utilizzano Internet né a casa, né a lavoro né in altri luoghi di possibile alfabetizzazione e pratica informatica. È vero che l’alfabetizzazione di queste persone è avvenuta nell’ “era analogica”: ma spesso il contesto socio-economico e territoriale di riferimento della loro età adulta non è servito da driver per una successiva alfabetizzazione digitale.