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Censimento della popolazione: dati regionali - Anno 2023
La popolazione residente in Piemonte, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 4.251.623 residenti, praticamente stabile rispetto al 2022 (+272 individui); poco più della metà della popolazione vive nella provincia di Torino (51,9%).
La lievissima variazione rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi del saldo migratorio interno ed estero, cui si contrappongono i valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico.
In Piemonte, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 25.077 (-898 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-4.820 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,8 all’12,7 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Asti e Alessandria.
Le donne sono il 51,1% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 97mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza leggermente rispetto al 2022 da 47,8 a 47,9 anni. Cuneo e Novara sono le province più giovani (rispettivamente 46,7 e 47,1 anni), Biella e, assieme, Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola, sono quelle più anziane (50,2 e 49,4 anni).
Gli stranieri censiti sono 428.905 (+8.665 rispetto al 2022), il 10,1% della popolazione regionale. Provengono da 177 Paesi, prevalentemente da Romania (30,4%), Marocco (11,8%) e Albania (8,8%).
Poco più di un quinto della popolazione vive nei due comuni con popolazione oltre i 100.000 abitanti (Torino e Novara, 22,4%) mentre una quota analoga vive nei 442 comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti (22,5%).
La popolazione residente in Toscana, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 3.660.530 residenti, sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (appena 1.451 individui in meno); circa la metà della popolazione vive nelle province di Firenze, Pisa e Lucca (48,8%).
Il lieve calo della popolazione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico, quasi completamente compensati dai valori positivi del saldo migratorio interno e del saldo migratorio con l’estero.
In Toscana, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 20.875 (-735 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-4.649 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,4 al 12,1 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Livorno e Firenze.
Le donne sono il 51,4% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 100mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 47,8 a 48,0 anni. Prato e Pisa sono le province più giovani (rispettivamente 46,1 e 47,3 anni), Grosseto e Massa-Carrara (entrambe 49,6 anni) e Livorno con 49,1 anni quelle più anziane.
Gli stranieri censiti sono 424.066 (+8.876 rispetto al 2022), l’11,6% della popolazione regionale. Provengono da 174 Paesi, prevalentemente da Romania (16,8%), Cina (16,2%) e Albania (13,2%).
Quasi un quinto della popolazione (19,5%) vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Firenze, Prato e Livorno) e più di un quinto (22,3%) nei ventisette con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti.
La popolazione residente in Umbria, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 853.068 residenti, in calo rispetto al 2022 (-3.339 individui; -0,4%); circa i tre quarti della popolazione vive nella provincia di Perugia (74,7%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale, di quello migratorio interno e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappone in modo insufficiente il valore positivo del saldo migratorio con l’estero.
In Umbria, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 4.766 (-160 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-797 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,5 al 12,6 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Perugia.
Le donne sono il 51,5% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 26mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 48,0 a 48,2 anni. Perugia è la provincia più giovane (47,8 anni), Terni quella più anziana (49,3 anni).
Gli stranieri censiti sono 88.579 (invariati rispetto al 2022), il 10,4% della popolazione regionale. Provengono da 159 Paesi, prevalentemente da Romania (25,0%), Albania (11,7%) e Marocco (9,9%).
Quasi un terzo della popolazione (31,5%) vive nei due comuni capoluogo, Perugia e Terni, con oltre 100.000 abitanti, e circa un quinto risiede nei 6 comuni tra 20.001 e 50.000 abitanti (20,5%).
La popolazione residente in Basilicata, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 533.233 residenti, in calo rispetto al 2022 (-4.344 individui; -0,8%); oltre il 60% della popolazione risiede nella provincia di Potenza.
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto della somma di tre componenti negative, il saldo naturale, il saldo migratorio interno e l’aggiustamento statistico, non adeguatamente compensata dai valori positivi del saldo migratorio con l’estero.
In Basilicata, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 3.123
(-98 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-467 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,2 al 12,4 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Potenza.
Le donne sono il 50,6% della popolazione residente, superando gli uomini di 6mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 47 a 47,3 anni. Matera è la provincia più giovane (46,7 anni), Potenza quella più anziana (47,7).
Gli stranieri censiti sono 25.410 (+1.199 rispetto al 2022), il 4,8% della popolazione regionale. Provengono da 137 Paesi, prevalentemente da Romania (27,5%), Albania (11,0%) e Marocco (7,5%).
Quasi un quarto della popolazione (23,2%) vive nei due comuni con popolazione compresa tra i 50.001 e 100.000 abitanti (Potenza e Matera); circa un altro quarto vive in quelli con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti (22,9%).
La popolazione residente in Emilia-Romagna, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 4.451.938 residenti, in crescita rispetto al 2022 (+14.360 individui; +0,3%); circa il 40% della popolazione vive nelle province di Bologna e Modena.
La crescita rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi del saldo migratorio, che superano la perdita dovuta al saldo naturale, e all’aggiustamento statistico.
In Emilia-Romagna, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 28.568 (-1.047 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-3.733 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 12,4 all’11,5 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Ferrara.
Le donne sono il 51,0% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 86mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 46,8 a 46,9 anni. Reggio nell’Emilia è la provincia più giovane (45,6 anni), Ferrara quella più anziana (49,6 anni).
Gli stranieri censiti sono 560.953 (+6.912 rispetto al 2022), il 12,6% della popolazione regionale. Provengono da 177 Paesi, prevalentemente da Romania (17,0%), Marocco (10,2%) e Albania (10,2).
Più di un terzo della popolazione (35,9%) vive nei comuni con oltre 100.000 abitanti (i nove capoluoghi di provincia) e un altro terzo in quelli con popolazione tra 5.001 e 20.000 abitanti (35,7%).
La popolazione residente in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 122.877 residenti, in calo rispetto al 2022 (-253 individui; -0,2%); più di un quarto della popolazione vive nella sola città di Aosta (26,9%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio interno e del saldo migratorio con l’estero.
In Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 718 (-63 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-157 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 12,4 all’11,2 per mille. Il maggior decremento si registra nel comune di Allein.
Le donne sono il 50,9% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 2.200 unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 47,1 a 47,4 anni. Gressoney-La-Trinité e Ayas sono i comuni più giovani (rispettivamente 42,3 e 44,6), Rhêmes-Notre-Dame e Champorcher quelli più anziani (53,0 e 52,6).
Gli stranieri censiti sono 8.568 (+186 rispetto al 2022), il 7,0% della popolazione regionale. Provengono da 120 Paesi, prevalentemente da Romania (26,5%), Marocco (17,3%) e Albania (8,1%).
Più della metà della popolazione (57,5%) vive nei trenta comuni con popolazione tra mille e 5mila abitanti e più di un quarto (26,9%) nell’unico comune con popolazione tra 20 e 50mila abitanti (Aosta).
La popolazione residente in Lombardia, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 10.012.054 residenti, in aumento rispetto al 2022 (+35.545 individui; +0,4%); oltre la metà della popolazione vive nelle province di Milano, Brescia e Bergamo (56,1%).
L’aumento rispetto al 2022 deriva dai valori positivi del saldo migratorio interno e del saldo migratorio con l’estero, che superano la perdita dovuta al saldo naturale e all’aggiustamento statistico.
In Lombardia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 65.659 (-1.823 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-8.004 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dall’11,3 al 10,4 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Lecco, Como e Lodi.
Le donne sono il 50,8% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 158mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022, da 46,0 a 46,2 anni. Bergamo, Brescia e Lodi sono le province più giovani (45,5 la prima e 45,7 anni le altre due), Sondrio, Cremona e Pavia quelle più anziane (47,1 le prime due e 47,4 anni l’altra).
Gli stranieri censiti sono 1.203.138 (+26.969 rispetto al 2022), il 12,0% della popolazione regionale. Provengono da 189 Paesi, prevalentemente da Romania (14,2%), Egitto (8,7%) e Marocco (7,3%).
Il 19,6% dei residenti vive nei 279 comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti e il 18,1% vive nei quattro comuni (Milano, Brescia, Monza e Bergamo) con popolazione oltre 100.000 abitanti.
- Nota per la stampa | Lombardia (pdf)
- Allegato statistico | Lombardia (xlsx)
La popolazione residente in Trentino, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 545.169 residenti, in aumento rispetto al 2022 (2.173 individui; +0,4%).
L’aumento rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi del saldo migratorio interno e del saldo migratorio con l’estero, che compensano ampiamente i valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico.
In Trentino, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 3.789 (-222 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-275 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 10,0 al 9,5 per mille.
Le donne sono il 50,6% della popolazione residente, superando gli uomini di 6.615 unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 45,5 a 45,7 anni.
Gli stranieri censiti sono 46.977 (+1.357 rispetto al 2022), l’8,6% della popolazione trentina. Provengono da 148 Paesi, prevalentemente da Romania (22,2%), Albania (10,8%), Pakistan e Marocco (7,6%).
Più di un terzo della popolazione (35,7%) vive negli 89 comuni con una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, mentre più di un quinto della popolazione (21,7%) vive nell’unico comune con oltre 100.000 abitanti (Trento).
- Nota per la stampa | Trento (pdf)
- Allegato statistico | Trento (xlsx)
La popolazione residente nella provincia autonoma di Bolzano, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 537.533 residenti, in aumento rispetto al 2022 (3.386 individui; +0,6%); quasi il 20% della popolazione vive nel comune di Bolzano/Bozen.
L’aumento rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi del saldo naturale, migratorio interno, migratorio estero e dell’aggiustamento statistico.
Nella provincia autonoma di Bolzano, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 4.695 (-217 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-658 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 9,8 all’8,5 per mille. Il maggior decremento si registra nel comune di Lauregno/Laurein
(-24,9).
Le donne sono il 50,4% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 4.200 unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media, rimane pressoché stabile, rispetto al 2022, passando da 43,5 a 43,7 anni. Velturno/Feldthurns è il comune più giovane (39,5 anni), Predoi/Prettau il più anziano (48,6 anni).
Gli stranieri censiti sono 55.913 (+3.266 rispetto al 2022), il 10,4% della popolazione regionale. Provengono da 150 Paesi, prevalentemente da Albania (12,4%), Germania (8,4%) e Pakistan (7,2%).
Più di un terzo della popolazione (38,3%) vive negli 80 comuni con popolazione tra 1.001 e 5.000 abitanti e quasi un quinto della popolazione (19,8%) vive nell’unico comune con oltre 100.000 abitanti (Bolzano/Bozen).
La popolazione residente in Veneto, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 4.852.216 residenti, in lieve aumento rispetto al 2022 (+2.663 individui, +0,1%); quasi due quinti della popolazione vive nelle province di Padova e Verona (38,3%).
La crescita rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappongono i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e quello interno.
In Veneto, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 30.438 (-1.316 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-4.401 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dall’11,4 al 10,5 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Rovigo e Belluno.
Le donne sono il 50,8% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 75mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 46,6 a 46,9 anni. Verona, Vicenza e Treviso sono le province più giovani (rispettivamente 45,9, 46,2 e 46,3 anni), Rovigo e Belluno quelle più anziane (49,3 e 48,9 anni).
Gli stranieri censiti sono 501.161 (+3.034 rispetto al 2022), il 10,3% della popolazione regionale. Provengono da 174 Paesi, prevalentemente da Romania (25,2%), Marocco (9,0%) e Cina (7,3%).
Il 17% della popolazione vive nei quattro comuni con oltre 100.000 abitanti (Verona, Venezia, Padova e Vicenza); un quarto in quelli con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti (25,7%).
- Nota per la stampa | Veneto (pdf)
- Allegato statistico | Veneto (xlsx)
La popolazione residente in Friuli-Venezia Giulia, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.194.616 residenti, 368 in più rispetto al 2022; quasi il 70% della popolazione vive nelle province di Udine e Pordenone.
La sostanziale stabilità della popolazione rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi dei saldi migratori, interno (+2.566 unità) e con l’estero (+6.201), cui si contrappongono i valori negativi del saldo naturale (-7.627) e dell’aggiustamento statistico (-772).
In Friuli-Venezia Giulia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 6.982 (-295 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-1.267 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,3 al 12,2 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Gorizia e Udine.
Le donne sono il 51,1% della popolazione residente, superando gli uomini di quasi 27mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 48,3 a 48,5 anni. Pordenone è la provincia più giovane (47,0 anni), Trieste la più anziana (49,3 anni).
Gli stranieri censiti sono 120.144 (+3.804 rispetto al 2022), il 10,1% della popolazione regionale. Provengono da 152 Paesi, prevalentemente da Romania (21,2%), Albania (8,1%) e Bangladesh (6,5%).
Quasi il 30% della popolazione (29,2%) vive nei tre comuni con oltre 50.000 abitanti (Trieste, Udine e Pordenone) e poco meno di un quarto (23,2%) in quelli con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti.
La popolazione residente in Liguria, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.509.140 residenti, in crescita rispetto al 2022 (+1.504 individui; +0,1%); più della metà della popolazione vive nella provincia di Genova (54,2%).
L’aumento rispetto al 2022 è frutto dei valori positivi del saldo migratorio con l’interno e con l’estero e dell’aggiustamento statistico positivo, capaci di contrastare il valore negativo del saldo naturale.
In Liguria, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 8.343 (-136 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-2.310 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso è diminuito dal 15,9 all’14,3 per mille e il decremento si registra in tutte le province.
Le donne sono il 51,7% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 50mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media resta stabile rispetto al 2022 a 49,5 anni. Savona è la provincia dove si registra un maggiore incremento dell’età media, La Spezia e Imperia sono le province più giovani (rispettivamente 49,0 e 49,2 anni).
Gli stranieri censiti sono 155.646, in crescita rispetto al 2022 (+5.105 unità), e rappresentano il 10,3% della popolazione regionale. Provengono da 167 Paesi, prevalentemente da Albania, Romania (entrambe 13,3%) e Marocco (9,7 %).
Più di un terzo della popolazione (37,3%) vive a Genova (capoluogo di regione e unico comune con oltre 100.000 abitanti), poco più di un quarto (25,5%) vive nei comuni compresi fra 1.000 e 10mila abitanti e poco meno di un quarto (24,6%) in quelli fra 20 e 100mila abitanti.
La popolazione residente nelle Marche, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.482.746 residenti, in calo rispetto al 2022 (-1.552 individui; 0,1%); quasi un terzo della popolazione vive nella provincia di Ancona (31,1%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico, non adeguatamente compensati dai valori positivi dei saldi migratori interno e con l’estero.
Nelle Marche, a differenza che nel resto del Paese, si registra un numero di nascite (8.797) di poco superiore a quello del 2022 (8.788 nati, record di denatalità della regione).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-1.879 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,2 al 12,0 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Ascoli Piceno e Macerata.
Le donne sono il 51,0% della popolazione residente, superando gli uomini di quasi 31mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 47,5 a 47,7 anni. Pesaro e Urbino è la provincia più giovane (47,3 anni), Ascoli Piceno e Fermo quelle più anziane (rispettivamente 48,2 e 48,0 anni).
Gli stranieri censiti sono 132.011 (+2.944 rispetto al 2022), l’8,9% della popolazione regionale. Provengono da 158 Paesi, prevalentemente da Romania (17,5%), Albania (10,8%) e Marocco (6,9%).
Il 17,2% della popolazione vive nei tre comuni con popolazione tra 50.001 e 100.000 abitanti (Ancona, Pesaro e Fano) e il 29,0% in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti.
- Nota per la stampa | Marche (pdf)
- Allegato statistico | Marche (xlsx)
La popolazione residente nel Lazio, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 5.714.745 residenti, in lieve calo rispetto al 2022 (-5.791 individui; -0,1%); quasi tre quarti della popolazione vive nella provincia di Roma (73,9%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio interno e con l’estero.
Nel Lazio, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 34.292 (-1.770 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotto di poco il numero dei decessi (-74 rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è rimasto costante (11,2 per mille). Il maggior decremento si registra nelle province di Viterbo e Rieti.
Le donne sono il 51,5% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 173mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 46,2 a 46,5 anni. Roma e Latina sono le province più giovani (rispettivamente 46,3 e 45,8 anni), Rieti e Viterbo quelle più anziane (48,5 e 47,8 anni).
Gli stranieri censiti sono 643.312 (+9.267 rispetto al 2022), l’11,3% della popolazione regionale. Provengono da 188 Paesi, prevalentemente da Romania (30,2%), Bangladesh (6,9%) e Filippine (6,5%).
La metà della popolazione (50,4%) vive nei due comuni con oltre 100.000 abitanti (Roma e Latina) e il 15,7% in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti.
- Nota per la stampa | Lazio (pdf)
- Allegato statistico | Lazio (xlsx)
La popolazione residente in Abruzzo, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.269.571 residenti, in calo rispetto al 2022 (-3.056 individui; -0,2%); più della metà della popolazione vive nelle province di Chieti e Pescara (53,8%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale, di quello migratorio interno e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappone in modo insufficiente il valore positivo del saldo migratorio con l’estero.
In Abruzzo, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 7.578 (-445 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-951 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,2 all’12,5 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Teramo e Pescara.
Le donne sono il 51,0% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 25mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 47,2 a 47,4 anni. Pescara e Teramo sono le province più giovani (rispettivamente 47,0 e 47,1 anni), L’Aquila e Chieti quelle più anziane (47,9 e 47,7 anni).
Gli stranieri censiti sono 85.828 (+2.924 rispetto al 2022), il 6,8% della popolazione regionale. Provengono da 159 Paesi, prevalentemente da Romania (25,1%), Albania (12,8%) e Marocco (9,5%).
Meno di un quarto della popolazione (23,1%) vive nei quattro comuni con oltre 50.000 abitanti (Pescara, L’Aquila, Montesilvano e Teramo) e poco più di un quinto nei 9 comuni con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (22,3%).
La popolazione residente in Molise, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 289.224 residenti, in calo rispetto al 2022 (-1.412 individui; -0,5%); oltre il 70% della popolazione vive nella provincia di Campobasso (72,6%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale, di quello migratorio interno e dell’aggiustamento statistico, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero.
In Molise, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 1.661 (-22 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-329 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 14,7 al 13,6 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Campobasso.
Le donne sono il 50,5% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 2,6mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 48,0 a 48,2 anni. La provincia di Campobasso è più giovane (48,1 anni), rispetto quella di Isernia (48,5 anni).
Gli stranieri censiti sono 13.231 (+767 rispetto al 2022), il 4,6% della popolazione regionale. Provengono da 132 Paesi, prevalentemente da Romania (21,5%), Marocco (10,1%) e Nigeria (5,5%).
Più di un terzo della popolazione (38,3%) vive nei comuni con popolazione tra i 1.001 e 5.000 abitanti, un altro terzo vive nei tre comuni con popolazione tra i 20.001 e 50.000 abitanti (34,6%).
- Nota per la stampa | Molise (pdf)
- Allegato statistico | Molise (xlsx)
La popolazione residente in Campania, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 5.593.906 residenti, in calo rispetto al 2022 (-15.630 individui; -0,3%); poco più della metà della popolazione vive nella provincia di Napoli (53,1%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
In Campania, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 42.925 (-1.544 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-2.557 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito, passando dal 10,9 al 10,5 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Avellino (-0,8).
Le donne sono il 51,1% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 127mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 43,9 a 44,2 anni. Caserta e Napoli sono le province più giovani (rispettivamente 43,3 e 43,4 anni), Benevento ed Avellino quelle più anziane (46,8 e 46,6 anni).
Gli stranieri censiti sono 263.680 (+11.684 rispetto al 2022), il 4,7% della popolazione regionale. Provengono da 171 Paesi, prevalentemente da Ucraina (16,4%), Romania (12,5%) e Marocco (9,6%).
Poco più di un quinto della popolazione (20,8%) vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Napoli, Salerno e Giugliano in Campania) e più di un quarto in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (29,1%).
La popolazione residente in Puglia, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 3.890.661 residenti, in calo rispetto al 2022 (-17.022 individui; -0,4%); poco più della metà della popolazione vive nelle province di Bari e Lecce (51,1%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
In Puglia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 25.591 (-710 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-1.256 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dall’11,4 all’11,1 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Foggia e Lecce.
Le donne sono il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di quasi 95mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 46,0 a 46,4 anni. Barletta-Andria-Trani e Foggia sono le province più giovani (rispettivamente 44,9 e 45,5 anni), Lecce e Brindisi quelle più anziane (47,5 e 47,0 anni).
Gli stranieri censiti sono 147.269 (+5.124 rispetto al 2022), il 3,8% della popolazione regionale. Provengono da 170 Paesi, prevalentemente da Romania (19,8%), Albania (13,5%) e Marocco (7,8%).
Il 16,7% della popolazione vive nei tre comuni con oltre 100.000 abitanti (Bari, Taranto e Foggia) e poco meno di un quarto in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (23,8%).
- Nota per la stampa | Puglia (pdf)
- Allegato statistico | Puglia (xlsx)
La popolazione residente in Calabria, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.838.568 residenti, in calo rispetto al 2022 (-8.042 individui; -0,4%); quasi due terzi della popolazione vive nelle province di Cosenza e Reggio Calabria (64,5%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
In Calabria, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 13.282 (-169 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-961 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 12,4 all’11,9 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Crotone.
Le donne sono il 51,0% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 36mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 45,7 a 46,0 anni. Crotone e Reggio Calabria sono le province più giovani (rispettivamente 44,6 e 45,5 anni), Cosenza e Catanzaro quelle più anziane (46,5 e 46,4 anni).
Gli stranieri censiti sono 99.907 (+2.845 rispetto al 2022), il 5,4% della popolazione regionale. Provengono da 155 Paesi, prevalentemente da Romania (26,2%), Marocco (15,0%) e Ucraina (7,0%).
La popolazione residente in Sicilia, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 4.797.359 residenti, in calo rispetto al 2022 (-16.657 individui; -0,3%); circa la metà della popolazione vive nelle province di Palermo e Catania (47,3%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
In Sicilia, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 35.489 (-1.321 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-2.680 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 12,3 all’11,8 per mille. Il maggior decremento si registra nelle province di Enna e Messina.
Le donne sono il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 118mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 45,2 a 45,4 anni. Ragusa e Catania sono le province più giovani (rispettivamente 44,3 e 44,5 anni), Messina ed Enna quelle più anziane (47,0 e 46,7 anni).
Gli stranieri censiti sono 196.919 (+5.551 rispetto al 2022), il 4,1% della popolazione regionale. Provengono da 165 Paesi, prevalentemente da Romania (24,0%), Tunisia (12,0%) e Marocco (8,1%).
Più di un quarto della popolazione (26,3%) vive nei quattro comuni con oltre 100.000 abitanti (Palermo, Catania, Messina e Siracusa) e poco meno di un quarto in quelli con popolazione tra 20.001 e 50.000 abitanti (24,3%).
La popolazione residente in Sardegna, definita sulla base del Censimento al 31 dicembre 2023, ammonta a 1.570.453 residenti, in calo rispetto al 2022 (-7.693 individui; -0,5%); più della metà della popolazione vive nelle province di Cagliari e Sassari (56,8%).
La diminuzione rispetto al 2022 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico.
In Sardegna, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità. I nati sono 7.242 (-461 rispetto al 2022).
Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-1.787 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 13,0 all’11,9 per mille. Il maggior decremento si registra nella provincia di Nuoro, seguita da Oristano e Sassari.
Le donne sono il 50,9% della popolazione residente, superando gli uomini di quasi 28mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
L’età media si innalza rispetto al 2022 da 48,4 a 48,8 anni. Sassari e Cagliari sono le province più giovani (rispettivamente 48,1 e 48,4 anni), Oristano e Sud Sardegna quelle più anziane (50,2 e 49,9 anni).
Gli stranieri censiti sono 52.041 (+1.830 rispetto al 2022), il 3,3% della popolazione regionale. Provengono da 156 Paesi, prevalentemente da Romania (21,4%), Senegal (8,1%) e Marocco (7,4%).
Solamente il 17,1% della popolazione dell’Isola vive nei due comuni con oltre 100.000 abitanti (Cagliari e Sassari) e poco più di un quarto in quelli con popolazione tra 1.001 e 5.000 abitanti (26,6%).