- Home
- /
- Tavole di dati
- /
- Il numero di pubblica...
Il numero di pubblica utilità 1522 - I trimestre 2025
Nel primo trimestre del 2025 si registra un calo del -16,2% delle chiamate valide rispetto al trimestre precedente, pari a 14.011 (tavola1). Tale diminuzione appare in parte fisiologica, poiché il quarto trimestre è solitamente caratterizzato da un picco delle chiamate legato al 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che contribuisce a determinare valori più elevati rispetto agli altri periodi dell’anno. L’andamento giornaliero del primo trimestre 2025 (tavola 6) si mantiene comunque su livelli superiori rispetto agli stessi trimestri degli anni precedenti, ad eccezione del primo trimestre del 2024, che aveva mostrato valori particolarmente elevati a causa di noti fatti di cronaca che hanno inciso in modo significativo sulla sensibilità dell’opinione pubblica.
Osservando i motivi per cui ci si rivolge al 1522, il calo delle chiamate riguarda omogeneamente tutti quelli previsti dal servizio In particolare, il calo è più accentuato per le richieste di informazioni e chiarimenti e le domande di sostegno legate a situazioni di violenza o stalking. Analizzando la distribuzione delle motivazioni di contatto nel primo trimestre del 2025, il quadro non presenta variazioni di rilievo rispetto ai precedenti trimestri: le richieste di aiuto continuano a rappresentare circa un quinto del totale delle chiamate valide (19,4%), mantenendo una percentuale sostanzialmente stabile. Anche le altre principali motivazioni – come le informazioni sul servizio 1522 (34%) e quelle sui Centri Antiviolenza nazionali (14,2%) – mostrano una composizione simile a quella osservata nei periodi precedenti.
I dati forniscono informazioni sui canali di comunicazione attraverso i quali sia gli utenti sia le vittime si sono rivolti al servizio 1522 (tavola 9). Nel primo trimestre del 2025, Internet continua a svolgere un ruolo fondamentale nella diffusione del servizio: nel primo trimestre del 2025 sono 3.520 le persone che hanno dichiarato di aver conosciuto il 1522 attraverso questo canale, confermandolo come il primo più utilizzato. Seguono le campagne di comunicazione, indicate da 3.508 persone, dato in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano state 2.692, a conferma dell’efficacia di queste campagne.
Il 1522 svolge un ruolo di raccordo a livello territoriale, favorendo il contatto tra le vittime e i servizi di protezione presenti sul territorio (tavola 10). Come già osservato nei trimestri precedenti, si conferma l’elevata quota di chiamate che si traduce in un indirizzamento verso Centri e Servizi Antiviolenza, Case protette e strutture di accoglienza per vittime (95%). Questo risultato sottolinea il valore del 1522 come strumento fondamentale nel rafforzare la rete locale di supporto a tutela delle vittime.
La violenza fisica continua a rappresentare, come nei trimestri precedenti, la forma prevalente di maltrattamento, interessando quasi la metà delle vittime (39,8%), seguita dalla violenza psicologica (33,8%) (tavola 12). Nei casi in cui le vittime dichiarano di aver subito più tipologie di violenza (tavola 12bis), è proprio quella psicologica a comparire più spesso in associazione con altre forme, con 1.582 segnalazioni. Considerando l’insieme complessivo delle violenze riportate (tavola 12ter), oltre a quelle fisiche e psicologiche emergono con frequenza anche le minacce (1.758 casi) e gli atti persecutori (816), a conferma del ruolo centrale del servizio nel contrasto allo stalking. Rilevante è inoltre la presenza della violenza economica, con 806 segnalazioni.
La tavola 13 mette in evidenza come gli episodi di violenza abbiano spesso una durata prolungata: oltre la metà delle vittime (53% nel I trimestre 2025) dichiara infatti di subirli da anni. Questo vissuto continuativo ha un impatto rilevante sul benessere emotivo e comportamentale. Le testimonianze raccolte dalle operatrici del 1522 confermano che il 59,5% delle vittime, nel primo trimestre 2025, manifesta stati di ansia e una condizione di marcata soggezione. Si tratta di risultati in linea con quanto emerso anche nei trimestri precedenti, a conferma della persistenza di questi effetti nel tempo.
Un ulteriore elemento che conferma la stabilità della dinamica della violenza riguarda il luogo in cui essa si consuma: anche nel primo trimestre del 2025 la casa si conferma come principale scenario, indicata dal 68,7% delle vittime (tavola 15), percentuale sostanzialmente invariata rispetto ai trimestri precedenti.
La violenza subita si riflette anche sui figli delle vittime: nel primo trimestre del 2025 oltre la metà delle donne (56,7%) dichiara di avere figli e, tra queste, il 54% ha figli minori. In una quota significativa di casi, i minori risultano direttamente coinvolti: il 25,7% ha infatti assistito e subito la violenza, mentre nel 36,9% dei casi ne è stato solo testimone (tavola 18). Questi valori, sostanzialmente in linea con quelli dei trimestri precedenti, confermano la persistenza del fenomeno della violenza assistita.
Il fatto che la violenza si consumi prevalentemente in ambito familiare spiega la costante centralità delle figure del partner o ex partner come principali autori (tavola 17). Anche nel primo trimestre del 2025 i dati confermano la continuità con quanto osservato nei trimestri precedenti: il 49,7% delle vittime indica il partner attuale (convivente o meno) come autore, il 21,6% l’ex partner, lo 0,8% un partner occasionale e l’10,7% un familiare.
Così come per le altre dinamiche analizzate, anche l’under-reporting conferma una sostanziale continuità con i trimestri precedenti. Nel primo trimestre del 2025, infatti, circa il 75% delle vittime che si sono rivolte al 1522 non ha denunciato la violenza subita alle autorità competenti. Le motivazioni restano le stesse: in primo luogo la paura e il timore delle reazioni dell’autore, che raggiungono quasi il 37% dei casi (tavola 16).
Le tavole messe a disposizione riportano infine informazioni sul profilo delle vittime e degli autori e la regione di provenienza delle chiamate e sulla tempistica delle chiamate per giorno della settimana e per ora della giornata.
Per informazioni
Alessandra Capobianchi
capobian@istat.it
Maria Giuseppina Muratore
muratore@istat.it
Claudia Villante
claudia.villante@istat.it