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Il numero di pubblica utilità 1522: dati trimestrali del I e II trimestre 2024
Le tavole pubblicate riguardano il primo e il secondo trimestre del 2024, comparati con i trimestri del 2023. I dati sono relativi alle chiamate (telefoniche e via chat) di utenti del numero 1522 e di vittime di violenza che si rivolgono a questo servizio per le richieste di aiuto. Come già avvenuto per la pubblicazione del terzo e quarto trimestre 2023, la produzione del dato utilizza una nuova piattaforma di archiviazione delle informazioni raccolte durante le conversazioni con le operatrici del servizio (si veda a questo proposito la nota metodologica aggiornata illustrativa delle modifiche apportate).
Rispetto ai trimestri già pubblicati e osservando gli andamenti registrati negli anni precedenti, il primo e il secondo trimestre registrano un andamento in evidente crescita, soprattutto se paragonato ai due trimestri dell’anno precedente (tavola 1). In particolare, il primo trimestre rispetto all’anno precedente, vede un incremento dell’83,5% delle chiamate valide (17.880 in termini di valori assoluti). Tale incremento si conferma anche nel secondo trimestre, anche se di minore intensità, con il 57,4% pari a 15.109 chiamate valide.
Come evidenzia la tavola 6 e il grafico riportato, l’andamento tende a decrescere dall’inizio dell’anno 2024 e non sembra subire l’influenza di eventi esterni come invece avviene per l’ultimo trimestre dell’anno, dove la celebrazione della giornata della violenza contro le donne del 25 novembre genera un costante picco delle chiamate sia da parte delle vittime che di utenti.
Analizzando i motivi per cui ci si rivolge al 1522 si osserva che l’aumento è soprattutto generato da utenti che chiamano per informarsi sul tipo di servizio che viene erogato dalla helpline (che raddoppiano rispetto al primo trimestre del 2023), per informarsi sui centri anti-violenza (+121,2% nel primo trimestre), o ancora per ottenere chiarimenti sugli strumenti normativi di tutela delle vittime di violenza (+96,8% nel secondo semestre).
Tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto va osservato lo stalking che registra un maggiore incremento rispetto agli stessi trimestri dell’anno precedente (rispettivamente +74,9% nel primo trimestre e +24,8% nel secondo semestre). Tra i due trimestri del 2024 decrescono sensibilmente le chiamate che segnalano un caso di violenza: sono 374 contro le 680 del primo trimestre.
I dati restituiscono informazioni su quali siano stati i canali di comunicazione attraverso cui sia utenti sia vittime si sono rivolte al servizio 1522 (tavola 9). Va notato come le campagne di comunicazione abbiamo accresciuto nel tempo la loro efficacia, incidendo positivamente e in misura progressiva sulla diffusione del 1522. Tra il primo e il secondo trimestre del 2024 infatti questo canale di comunicazione risulta raddoppiato tra gli utenti e le vittime del servizio, passando da 2.692 a 5.037 casi che lo indicano come strumento con cui si è venuti a conoscenza del 1522, dato in aumento anche rispetto al quarto trimestre 2023 (Questa informazione viene rilevata dal primo trimestre 2023). I canali più tradizionali come la TV e internet continuano a svolgere un ruolo centrale di diffusione (nel primo trimestre rispettivamente 2.838 e 3.543 dei casi segnalati).
Il 1522 svolge anche una funzione di snodo a livello territoriale tra i servizi a supporto di coloro che vi si rivolgono, mettendo in contatto le vittime con i servizi di protezione più vicini disponibili. Nel corso del secondo trimestre il numero dei casi in cui tale funzione di raccordo cresce, anche in presenza di una contrazione della numerosità totale delle chiamate (tavola 10). In crescita con gli andamenti registrati nei precedenti trimestri il 94,1% delle chiamate vengono infatti indirizzate Centri e Servizi Antiviolenza, Case protette e di accoglienza per vittime.
In continuità con il 2023 e in aumento rispetto ai due trimestri di riferimento il tipo di violenza subita per circa la metà delle vittime è quella fisica (39,8% nel primo trimestre e 42,9% nel secondo), seguita da quella psicologica (rispettivamente 37,9% e 36,7%) (tavola 12). Considerando inoltre i casi di vittime che hanno subito due o più tipi di violenze (tavola 12bis), è la violenza psicologica ad essere subita in forma rilevante: le vittime del primo trimestre la indicano in 1.974 casi e nel secondo trimestre 1.755 casi. Osservando il totale delle violenze subite, oltre alle violenze fisiche e psicologiche sono le minacce e gli atti persecutori a costituire le forme maggiormente diffuse, che conferma il ruolo di contrasto svolto dal servizio nei confronti dello stalking. Di rilievo anche le chiamate per violenza economica.
La tavola 13 conferma la lunga durata dell’atto violento, già registrata in passato: più della metà delle vittime (55,8% nel primo trimestre e 60,7% nel secondo trimestre) dichiara di aver subito per anni la violenza. Come conseguenza di tale pervasività, pesante è l’effetto degli atti di violenza subita sui comportamenti delle sopravvissute: dal racconto riportato alle operatrici del 1522, il 58,2% delle vittime (analisi complessiva sui due trimestri del 2024) prova ansia e si trova in un grave stato di soggezione. Percentuale che cresce nel corso del secondo trimestre raggiungendo il 64,9% (tavola 14). L’altro dato che conferma nel tempo la dinamica della violenza riportata al 1522 riguarda il luogo dove avviene la violenza: nei due trimestri del 2024 rimane pressoché costante la percentuale di vittime (74,3%) che indica la casa come il luogo della violenza (tavola 15). Questo conferma l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita: nei due trimestri considerati oltre la metà delle vittime rispondenti (57,3%) aveva figli e di queste il 31,5% dichiara di avere figli minori. Sempre nei due trimestri presi complessivamente, la percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito e subito la violenza è del 18,9%, mentre nel 32,3% di casi i figli la hanno solo assistita (tavola 18). La violenza assistita genera reazioni di inquietudine (sono 1.211 i casi nei due trimestri del 2024) ma anche aggressività, paure e ipermaturità (tavola 19). Il fatto che la violenza avvenga in famiglia spiega anche la prevalenza delle figure del partner o ex-partner come principali autori della violenza (tavola 17).
Si conferma il fenomeno dell’under-reporting: i tre quarti delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia a violenza subita alle autorità competenti (il 70,9%) e i motivi della mancata denuncia si devono principalmente alla paura e alla paura della reazione del violento (28,2%) (tavola 16). Rispetto alle pubblicazioni precedenti è stata aggiunta un’ulteriore informazione relativa ai motivi della non denuncia che viene riportata nella tavola 16bis. Le tavole messe a disposizione riportano infine informazioni sul profilo delle vittime e degli autori e la regione di provenienza delle chiamate e sulla tempistica delle chiamate per giorno della settimana e per ora della giornata.
Link utili
- Area web La violenza sulle donne
- Approfondimenti sul Numero di pubblica utilità 1522
- Mappatura dei Centri antiviolenza 1522 a cura del Dipartimento per le Pari Opportunità
- Tavole dei dati provinciali settimanali e trimestrali delle chiamate al 1522 – Anni 2013-2022
Per informazioni
Alessandra Capobianchi
capobian@istat.it
Maria Giuseppina Muratore
muratore@istat.it
Claudia Villante
claudia.villante@istat.it