Centri antiviolenza e case rifugio

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I Centri antiviolenza e le Case rifugio costituiscono il fulcro della rete territoriale della presa in carico delle donne vittime di violenza. Si tratta di servizi specializzati che lavorano sulla base di una metodologia dell’accoglienza basata su un approccio di genere e sui principi della Convenzione di Istanbul.

Al fine di garantirne il costante e regolare funzionamento, questi servizi sono destinatari di specifici finanziamenti in forma continuata ai sensi dell’art. 5 bis del d.l. 93/2013 (Artt. 22 e 23 CdI). Alla definizione dei requisiti per tali finanziamenti ha concorso quanto stabilito dall’Intesa del 27 novembre 2014. In futuro è prevista una ridefinizione dei requisiti, che verrà effettuata in seguito all’esito della nuova mappatura che concerne sia i paramenti quantitativi che qualitativi dei servizi stessi.

L’Istat insieme alle regioni e all’associazionismo ha intrapreso le seguenti attività con cadenza annuale: conduce un’indagine sui centri antiviolenza e un’indagine rivolta alle case rifugio.

La prima indagine sui 281 Centri antiviolenza (CAV) che rispondono ai requisiti dell’Intesa del 2014 è stata condotta dall’Istat nei mesi di giugno e luglio 2017, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari opportunità (Dpo) presso la Presidenza del Consiglio, le regioni e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr – Irrps). A novembre-dicembre dello stesso anno è stata svolta la prima indagine sui servizi offerti dalle case rifugio. A febbraio 2020 è stata avviata la prima indagine dedicata all’utenza dei centri antiviolenza.

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