Il fenomeno

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La violenza contro le donne è fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso. Molto spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, più difficili da dichiarare e denunciare, situazioni in cui  la donna si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe anche gli equilibri di vita di altre persone care.

Data la complessità delle reazioni emotive e psicologiche che si sviluppano a seguito di una violenza, sia essa episodica o continuata nel tempo, il sommerso relativo ai reati che la descrivono è molto elevato, per questo non è possibile limitarsi a considerare le fonti di natura amministrativa per la sua conoscenza, fatta eccezione per il dato sugli omicidi delle donne.

Le indagini di vittimizzazione sulle donne risultano quindi fondamentali per avere un quadro più verosimile dell’entità del fenomeno e sono anche fonti insostituibili per comprenderne la dinamica.

L’Istat da lungo tempo è impegnato nella misurazione del fenomeno della violenza di genere contro le donne. La prima indagine interamente ed esplicitamente dedicata alla violenza sulle donne – denominata Indagine sulla sicurezza delle donne – è stata condotta dall’Istat nel 2006 (la seconda nel 2014), con il contributo finanziario del Ministero per le pari opportunità, grazie all’attiva collaborazione progettuale dei centri antiviolenza e anche con il supporto di alcune donne vittime di violenze.

Per la prima volta l’Istat ha potuto documentare quanto è diffusa la violenza fisica, sessuale e psicologica, chi ne sono gli autori, gravità, luogo, conseguenze, con approfondimenti sulla dinamica della violenza e sulla enorme quota di sommerso. Dati fondamentali ai fini delle politiche di prevenzione e contrasto della violenza di genere.


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