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Flussi fisici di energia (Pefa) – Anni 2008-2023

Il 14 aprile 2025, l’Istat rende disponibili sul proprio data warehouse – tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali”, sezione “Conti dei flussi fisici di energia (PEFA)” – i dati dei Conti dei flussi fisici di energia (Pefa – Physical Energy Flow Accounts) dell’economia italiana, per gli anni 2008-2023, espressi in terajoule (tj).

Il Pefa consente di analizzare le interazioni tra sistema naturale e sistema antropico fornendo una rappresentazione completa – e coerente con il sistema dei conti economici nazionali – dei flussi di energia dall’ambiente verso l’economia, all’interno dell’economia e dall’economia verso l’ambiente.

Rispetto all’edizione precedente (gennaio 2025) è stato aggiunto ex novo il 2023 e aggiornato, solo per il 2022, l’indicatore “Intensità energetica del valore aggiunto” (in coerenza con i dati di Contabilità Nazionale, edizione marzo 2025).

Nel 2023 l’energia che entra nell’economia nazionale ammonta a circa 7,7 milioni di terajoule (-5,7% rispetto all’anno precedente), di cui l’82,1% è costituito da importazioni di prodotti energetici (che diminuiscono del 7,1% rispetto al 2022) e il 17,9% da prelievi di energia dall’ambiente naturale italiano (+1,5%). L’energia che esce dal sistema economico nazionale nel 2023 è circa 7,6 milioni di terajoule (-3,1% rispetto rispetto all’anno precedente) di cui il 20,3% è costituito da esportazioni di prodotti energetici (quantità abbastanza stabile rispetto al 2022) e il 79,7% da restituzioni all’ambiente naturale in forma di energia degradata e non più utilizzabile (-4,1%). La differenza tra i flussi di energia in entrata e in uscita dall’economia nazionale indica che l’accumulazione netta di energia nel sistema economico è di circa 0,1 milioni di terajoule nel 2023.

Il consumo totale di energia delle unità residenti (Net domestic energy use – NDEU) nel 2023 risulta pari a 6,3 milioni di terajoule (4,5% in meno rispetto al 2022). Di seguito alcune informazioni sul NDEU:

  • il 33,1% è attribuibile alle famiglie (che riducono i propri consumi energetici del 4,3% rispetto all’anno precedente) e la rimanente parte alle attività produttive (-4,5%);
  • il 2,9% è finalizzato ad usi non energetici (Net domestic energy use for non energy purposes – NDEU_non energy): si tratta di energia utilizzata per produrre prodotti non energetici (polimeri, bitume, ecc.) o per lubrificare ingranaggi;
  • il 19,7% dell’energia consumata proviene da fonti energetiche rinnovabili (-0,9% rispetto al 2022), ma solo il 15,7% è considerabile consumo rinnovabile “moderno” (che esclude l’uso tradizionale della biomassa, ossia l’uso inefficiente di legna, carbone di legna e altra materia organica da parte delle famiglie per riscaldamento e uso cucina); considerando il solo consumo per finalità energetiche (NDEU_energy) tali percentuali salgono rispettivamente a 20,3% e 16,2%;
  • l’82,6% è rilevante per le emissioni atmosferiche poiché effettuato mediante combustione (-6,5% rispetto al 2022).

I dati del Pefa, comparabili – per costruzione – con i dati economici di Contabilità Nazionale e con quelli degli altri conti ambientali, sono particolarmente idonei all’utilizzo nell’analisi integrata ambientale ed economica. Nel 2023:

  • l’“Intensità energetica del Pil” (rapporto tra NDEU e Pil) diminuisce del 5,1% rispetto al 2022, risultando pari a 3,3 terajoule per milione di euro di Pil (valori concatenati con anno di riferimento 2020);
  • l’”Intensità energetica del valore aggiunto” (rapporto tra NDEU_energy e valore aggiunto), calcolato con riferimento al totale delle attività produttive, si attesta su 2,3 terajoule per milione di euro di valore aggiunto (valori concatenati con anno di riferimento 2020), il 4,6% in meno dell’anno precedente, con differenze significative tra le singole attività produttive sia nel segno che nel valore della variazione annua (+1,6% per l’Agricoltura, -9,1% per l’Industria e +5,3% per i Servizi);
  • l’“Intensità di emissione di CO2 dei consumi energetici” (rapporto tra emissioni di CO2 e NDEU_energy) diminuisce rispetto al 2022 del 2,2% per l’intera economia e del 3,6% per il totale delle attività produttive (con variazioni molto differenti per le singole attività), mentre aumenta dell’1,0% per le famiglie.

Per maggiori informazioni, si rimanda ai metadati pubblicati.

Per informazioni
Direzione centrale per la Contabilità nazionale

Giusy Vetrella
tel. 06 4673 3236
vetrella@istat.it

Silvia Zannoni
tel. 06 4673 3109
zannoni@istat.it

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