Violenza e accesso delle donne alle strutture ospedaliere

  • Ascolta questa pagina usando ReadSpeaker
  • Condividi
  • Lascia un feedback

L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e il Ministero della Salute hanno avviato una collaborazione dal 2019 per realizzare studi e analisi congiunti finalizzati ad approfondire la conoscenza della situazione delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri. Le attività sono state definite nell’ambito di due accordi di durata triennale, sottoscritti rispettivamente il 20 novembre 2019 (Accordo per l’alimentazione della banca dati sulla violenza di genere con i flussi informativi sanitari) e il 4 maggio 2023, che hanno prodotto diversi output che contribuiscono all’alimentazione della Banca dati sulla violenza di genere, prevista dai diversi Piani nazionali d’azione sulla violenza contro le donne.

Gli approfondimenti si basano sui contenuti informativi dei flussi di dati sanitari, disponibili nell’ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario del Ministero della salute, relativi agli accessi in pronto soccorso (flusso EMUR) e alle dimissioni ospedaliere (flusso SDO), che costituiscono importanti fonti di informazione per fare luce sul complesso fenomeno della violenza subita dalle donne.

 

Nell’ambito del predetto Accordo, sono in corso le attività per dare attuazione all’art.4 della Legge 53/2022 che prevede l’integrazione del flusso EMUR con un ulteriore set di informazioni utili per le statistiche in tema di violenza di genere quali la relazione vittima- autore, la tipologia di violenza esercitata sulla vittima (fisica, sessuale, psicologica o economica), se la violenza è commessa in presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime, se la violenza è commessa unitamente ad atti persecutori, nonché gli indicatori di rischio di revittimizzazione del Brief Risk Assessment for the Emergency Department (DA-5) facendo salva la garanzia di anonimato delle vittime.

L’individuazione dei casi di violenza, sia in EMUR che nella SDO, avviene mediante la selezione di un set di codici di diagnosi riconducibili alla violenza e mediante l’informazione di “violenza altrui” in EMUR nella variabile relativa al problema principale e nella SDO nella variabile che descrive la modalità che ha causato il trauma. I casi così individuati possono essere sottostimati per molteplici fattori: difficoltà da parte dell’operatore sanitario a riconoscere la violenza subita dalla donna, reticenza della donna a dichiararla, utilizzo di codici di diagnosi diversi da quelli riferiti alla violenza. Negli anni si è assistito ad un progressivo miglioramento delle predette fonti rispetto alla loro capacità di intercettare, attraverso i dati, il fenomeno della violenza contro le donne e allo stato attuale costituiscono una base informativa valida per fornire strumenti adeguati ai policy makers, per interventi di prevenzione e contrasto, come mostrato dalla seguente tabella.

Accessi al Pronto Soccorso (PS) e ricoveri con indicazione di violenza per la popolazione di sesso femminile. Anni 2017-2022 (a)

 ANNI Accessi per violenza Per 10.000 accessi in PS per 10.000 residenti numero ricoveri violenza per 10.000 ricoveri ordinari per 10.000 residenti
2017 14368 14,1 4,8 1537 4,74 0,50
2018 16164 15,8 5,4 1553 4,87 0,51
2019 15800 15,3 5,3 1487 4,76 0,49
2020 11826 18,5 4,0 1042 4,19 0,34
2021 12780 18,4 4,4 1171 4,46 0,39
2022 14448 17,4 4,9 1196 4,37 0,40
(a)  Esclusi gli accessi per la regione Calabria.

Fonti: Elaborazioni Ministero della Salute su dati Emergenza-urgenza (EMUR); Elaborazioni Istat su dati del Ministero della Salute, Scheda dimissione ospedaliera (SDO).

APPROFONDIMENTI