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Conti economici territoriali - Anni 2020-2022

Maggiore crescita di Pil e occupazione nel Nord-est, i consumi aumentano di più nel Centro

Nel 2022, il Pil in volume è aumentato del 4,3% nel Nord-est, del 4,2% nel Centro, del 3,6% nel Mezzogiorno e del 3,1% nel Nord-ovest (+3,7% a livello nazionale).

Il Nord-ovest mantiene il primo posto nella graduatoria del Pil pro-capite, con un valore in termini nominali di 40,9mila euro annui, mentre nel Mezzogiorno il livello risulta leggermente inferiore a 22mila euro annui.

Nel 2022 il reddito disponibile per abitante delle famiglie del Mezzogiorno (16,1mila euro annui) si conferma il più basso del Paese e aumenta la distanza con quello del Centro-nord (23,6mila euro annui).

Pil: tasso di crescita più elevato nel Nord-est

Nel 2022 il Pil in volume a livello nazionale è aumentato del 3,7% rispetto all’anno precedente. Il Nord-est mostra la crescita più marcata (+4,3%), sostenuta dalla dinamica particolarmente positiva registrata nei settori del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+11,8% rispetto al 2021, a fronte del +8,8% a livello nazionale) e delle Costruzioni (+10,2%). L’Industria è risultata stabile rispetto al 2021 mentre gli altri settori hanno mostrato una cresciuta più contenuta.

Nel Nord-ovest il Pil è aumentato del 3,1%, circa mezzo punto percentuale al di sotto della media nazionale. In questa ripartizione la crescita è legata alla dinamica positiva del valore aggiunto nei settori delle Costruzioni (+11,5%, a fronte del +10,1 a livello nazionale) e del Commercio (+6,8%). Si registra, invece, una marcata riduzione in Agricoltura (-8,8%) e una flessione nell’Industria (-1,3%). La crescita al Centro è pari al 4,2%, superiore di circa mezzo punto percentuale rispetto alla media nazionale. Gli incrementi più consistenti si registrano nel Commercio (+9,9%) e nelle Costruzioni (+7,3%). Anche l’Industria, il cui valore aggiunto cresce del 3%, contribuisce in termini positivi, in controtendenza con i risultati registrati nelle altre ripartizioni. Un incremento leggermente inferiore alla media nazionale si registra nel Mezzogiorno, dove il Pil è cresciuto del 3,6% rispetto al 2021, trainato prevalentemente, anche in questa ripartizione, dal settore delle Costruzioni (+10,5%) e del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (+8%).

Nel 2022, all’espansione dell’attività produttiva si è accompagnata una crescita in volume dei consumi finali delle famiglie del 6,1% a livello nazionale. Incrementi superiori alla media nazionale si sono registrati al Centro e nel Nord-est (rispettivamente +6,8% e +6,3% rispetto al 2021) mentre una dinamica più contenuta si è osservata nel Mezzogiorno (+5,5%).

Nel 2022 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 5,5% a livello nazionale. La crescita è stata più marcata nel Nord-ovest (+5,7%), in linea con la media nazionale al Centro e nel Nord-est, più contenuta nel Mezzogiorno (+5,3%).

Crescita più marcata del Pil nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen

A livello regionale la crescita del Pil in volume più sostenuta si registra per la Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (+7,1% rispetto all’anno precedente), seguita da Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+6%), Toscana (+5,9%), Provincia autonoma di Trento (+5,4%), Liguria (+5,1%) e Puglia (+5%).

Incrementi superiori alla media nazionale si registrano anche in Veneto (+4,9%), Campania (+4,5%), Molise (+4,3%) e Friuli Venezia Giulia (+3,8%). La crescita del Pil più contenuta è quella dell’Abruzzo (+0,9% rispetto al 2021), seguito da Umbria (+1,3%), Piemonte e Sicilia (+2,7% per entrambe).

Incrementi inferiori alla media nazionale si registrano anche in Lombardia (+2,9%), Calabria e Basilicata (+3,2% per entrambe) e Emilia Romagna (+3,4%). Il Lazio mostra una crescita del Pil pari a quella media nazionale (+3,7%), mentre in Sardegna e Marche l’incremento è leggermente inferiore (+3,5%).

Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, gli incrementi in volume più significativi si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (+8,4%), in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+7,7%), nella Provincia Autonoma di Trento (+7,6%) e nel Lazio (+7,3%); seguono Toscana (+6,7%), Piemonte (+6,6%) e Emilia-Romagna (+6,4%). Una crescita più contenuta dei consumi finali delle famiglie in volume si riscontra in Umbria (+4,6%), Calabria (+4,7%), Sicilia e Friuli-Venezia Giulia (+5% per entrambe). Sono in linea con la media nazionale (+6,1% rispetto al 2021) le dinamiche osservate in Basilicata, Puglia e Marche; leggermente più contenute quelle registrate in Veneto (+6%), Campania (+5,9%) e Liguria (+5,8%).

Pil per abitante: continua ad aumentare il divario tra Mezzogiorno e Centro-nord

Con 40,9mila euro nel 2022 (38,4mila euro nel 2021), il Nord-ovest resta la ripartizione con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 39,3mila euro (36,7mila nel 2021) e il Centro, con 35,1mila euro (32,6mila nel 2021). Il Mezzogiorno si conferma ultimo, con 21,7mila euro (20,2mila nel 2021), e si rafforza ulteriormente il divario con il Centro-nord: la differenza del Pil per abitante nel 2022 sale a 17mila euro dai 16mila euro del 2021 (era 14,5mila euro nel 2020).

La graduatoria regionale vede in prima posizione la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, con un Pil per abitante di 54,5mila euro, seguita da Lombardia (44,4mila), Provincia autonoma di Trento (44,2mila euro) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (43,7mila euro). Il Lazio si conferma la prima regione del Centro, con il Pil per abitante pari a 37,2mila euro, seguita dalla Toscana (35,1mila) e, a una certa distanza, da Marche e Umbria (rispettivamente 30,8mila e 28,2mila euro). Nel 2022 la Basilicata è la regione con il Pil per abitante più alto nel Mezzogiorno (27,8mila euro), a seguire Abruzzo (27mila), Molise (24,5mila) e Sardegna (23,7mila). La Calabria resta stabilmente all’ultimo posto della graduatoria con 19,4mila euro, preceduta dalla Sicilia, con un valore del Pil per abitante solo lievemente superiore (20,1mila euro).

Nel 2022, in Italia, la spesa per consumi finali delle famiglie per abitante, valutata a prezzi correnti, è stata di 19,9mila euro. I valori più elevati si registrano nel Nord-ovest (22,8mila euro) e nel Nord-est (22,4mila euro); segue il Centro con 20,9mila euro, mentre il Mezzogiorno si conferma l’area in cui il livello di spesa è più basso (15,6mila euro). A un maggior livello di dettaglio territoriale, consumi finali pro-capite più elevati si registrano in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen e nella Provincia autonoma di Trento (rispettivamente 28,1mila, 25,8mila e 24,2mila euro); quelli più contenuti si registrano invece in Campania (14,4mila euro), Puglia (14,9mila) e Sicilia (15,9mila).

Occupazione in aumento in tutte le aree del Paese

Nel 2022, a livello nazionale, l’input di lavoro complessivo, misurato in termini di numero di occupati, è aumentato dell’1,7%. L’incremento ha interessato tutte le ripartizioni geografiche. Più nel dettaglio, la ripartizione più dinamica in termini di crescita occupazionale è il Nord-est, dove il numero degli occupati è aumentato del 2,4%. Il Centro ha mostrato un incremento leggermente superiore alla media nazionale (+1,9%), mentre nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno gli incrementi sono stati più contenuti, rispettivamente dell’1,5% e dell’1,4%.

L’incremento più consistente del Nord-est è dovuto prevalentemente alle dinamiche dei settori delle Costruzioni e dei Servizi, che hanno registrato crescite del numero degli occupati pari rispettivamente al 6,7% e al 2,5%. In Agricoltura la contrazione dell’occupazione è stata più forte rispetto alla media nazionale (-3,2% rispetto al 2021, a fronte di una diminuzione del 2% registrato a livello Italia), mentre gli occupati dell’Industria sono cresciuti dell’1,7%. Nel Nord-ovest la crescita complessiva dell’input di lavoro è trainata essenzialmente dall’aumento registrato nel settore delle Costruzioni (+7,1% rispetto al 2021, in linea con la media nazionale). Più contenuta è la crescita degli occupati nei settori dei Servizi e dell’Industria (rispettivamente +1,4% e +0,9%); si registra, invece, una forte contrazione nell’Agricoltura (-6,1%). Al Centro l’aumento dell’occupazione nel 2022, poco sopra la media nazionale ma più contenuto rispetto a quello registrato nelle regioni del Nord-est, si è concentrato prevalentemente nel settore delle Costruzioni (+5,4%) e in quello dell’Industria (+3,6%).

I Servizi hanno segnato un aumento più modesto (+1,4%) e il settore Agricolo ha mostrato invece una diminuzione dell’1,6%. Anche nel Mezzogiorno la crescita occupazionale è legata soprattutto all’andamento del settore delle Costruzioni, che ha registrato, in quest’area, l’aumento più consistente (+8,7% rispetto al 2021, a fronte del +7,2% a livello nazionale). Da segnalare, inoltre, il modesto aumento degli occupati nell’Industria (+0,3% rispetto al 2021, a fronte del +1,5% a livello nazionale) e la contenuta diminuzione nell’Agricoltura (-0,6% rispetto al 2021, a fronte di -2% a livello nazionale).

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