Domande frequenti su indagine di sieroprevalenza ISTAT – MINISTERO DELLA SALUTE

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1. Come viene selezionato il campione?

I campioni di qualsiasi rilevazione statistica vengono definiti per essere rappresentativi di tutta la popolazione di riferimento. Le unità elementari, ovvero i singoli individui, sono selezionati per rispondere all’esigenza di rappresentatività del campione.
Nel caso dell’indagine sulla siero-prevalenza dell’infezione da virus SARS-COV2, il campione prevede l’osservazione di 150.000 individui sull’intero territorio italiano ed è già stato statisticamente definito dall’Istat, prendendo in considerazione genere, età, settori di attività economica, regione di residenza degli individui selezionati.


2. Quali sono i criteri con i quali sono stati individuati i Comuni e come è determinata la numerosità campionaria regionale?

Per definire il campione assegnato a ciascuna regione si è applicata una soluzione di compromesso tra due differenti criteri, tenendo anche conto delle valutazioni sulle prevalenze differenziali fornite dall’ISS (Aprile 2020).
Un primo criterio è quello di “proporzionalità”: il campione viene assegnato a ciascuna regione in base alla proporzione di popolazione italiana rappresentata da detta regione; quindi alla Lombardia spetta il campione più grande mentre alla Valle D’Aosta spetta il campione più piccolo. Nell’ipotesi che tutte le regioni abbiano la stessa prevalenza, questo è anche il campione migliore per la produzione di stime sovra-regionali e nazionali.
Un secondo criterio è quello di “rappresentatività”: se a tutte le regioni venisse assegnata la medesima prevalenza ad esse dovrebbe essere assegnata la stessa numerosità campionaria, indipendentemente dalla loro popolazione, quindi tutte le regioni dovrebbero avere lo stesso campione.
La numerosità finale assegnata nasce dunque da un compromesso tra i due suddetti criteri. Una volta definite le numerosità campionarie per ciascuna regione, tutte le provincie della regione sono incluse nel campione con una numerosità proporzionale alla loro popolazione residente.
All’interno di ciascuna provincia, si seleziona un campione casuale di comuni secondo le seguenti modalità:

  • i comuni vengono ordinati in base ad una graduatoria decrescente in termini di popolazione residente;
  • i comuni di maggiori dimensioni demografiche – che superano una determinata soglia di popolazione che varia da provincia a provincia in base al tasso di sondaggio – sono inclusi con certezza nel campione;
  • i restanti comuni della graduatoria sono divisi in strati approssimativamente di uguale ampiezza e da ciascuno di essi si estrae un comune campione con probabilità proporzionale alla popolazione residente.

Per garantire che tutti gli individui di una data regione e provincia abbiano la stessa probabilità di essere inclusi nel campione, per ciascuno dei suddetti strati – sia quelli composti dai comuni medio-grandi che quelli composti dai comuni piccoli e piccolissimi – si seleziona un numero approssimativamente costante (circa 50 nel caso in esame) di individui all’interno del comune selezionato per quello strato. Nel campione sono quindi rappresentati i comuni di tutte le dimensioni demografiche e tutti i comuni di una data provincia possono essere selezionati. I più grandi entrano con certezza nel campione mentre per i comuni medi e piccoli si adotta il meccanismo appena descritto.


3. Posso candidarmi come volontario a far parte del campione?

Non è possibile candidarsi volontariamente a far parte del campione perché questo è già stato progettato e definito dall’Istat.


4. Se rientro nel campione, come e da chi vengo contattato?

I cittadini selezionati verranno contattati telefonicamente da operatori della CRI. Sarà somministrato loro un breve questionario e sarà concordato un appuntamento per i test sierologici, i quali saranno effettuati presso punti di prelievo individuati da Regioni e Province Autonome o presso punti di prelievo della CRI.


5. Come si fa a riconoscere il volontario della Croce rossa?

Le chiamate provengono dal numero di Croce Rossa le cui prime cifre sono 06.5510. Le chiamate possono essere effettuate sia su cellulari sia su telefoni fissi. Durante la telefonata, inoltre, il volontario della Croce rossa rivolgerà alla persona selezionata uno specifico questionario predisposto dall’Istat, in accordo con il Comitato tecnico scientifico.


6. Quanto tempo richiede rispondere al questionario?

Il questionario è molto breve, per rispondere a tutte le domande basteranno una decina di minuti.


7. L’indagine prevede obbligo di risposta?

L’indagine non prevede obbligo di risposta da parte di chi viene selezionato, ma rappresenta un’opportunità per se stessi, visto che consente di scoprire se si sono sviluppati gli anticorpi, e un servizio per il Paese.


8. Come viene tutelata la mia privacy se rientro nel campione selezionato?

I risultati dell’indagine potranno essere diffusi solo in forma aggregata e in modo tale che non sia possibile identificare la persona a cui le informazioni si riferiscono. Saranno a disposizione degli organi competenti al fine di predisporre una adeguata pianificazione di contenimento e contrasto all’epidemia. I recapiti telefonici dei cittadini selezionati sono acquisiti dai principali fornitori di telefonia mobile nel rispetto delle prescrizioni del Garante per la protezione dei dati personali.


9. Cos’è l’indagine sierologica?

Attraverso il test sierologico (che consiste in un prelievo di sangue) è possibile individuare eventuali anticorpi diretti contro il virus Sars-CoV-2, anche nei soggetti asintomatici o con sintomatologia lieve. I test sierologici sono quindi uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità e per indirizzare politiche di contenimento e di contrasto all’epidemia.


10. Qual è la differenza tra test sierologico e tampone?

Il tampone nasofaringeo è un esame che serve per ricercare il virus e quindi per diagnosticare l’infezione in atto. Il test sierologico invece permette di individuare la presenza di anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus e non è dirimente per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza di anticorpi non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso.


11. Il test sierologico è gratuito?

Sì, il test sierologico è a carico del Servizio sanitario nazionale. La persona selezionata dall’Istat per l’indagine sierologica non ha l’obbligo di aderire ma chi si sottoporrà al test scoprirà se ha sviluppato gli anticorpi al virus e contribuirà a far conoscere la situazione epidemiologica dell’intero Paese.


12. Come viene comunicato l’esito del test?

L’esito sarà comunicato a ciascun partecipante dalla Regione di appartenenza entro 15 giorni dal test. A tutti i partecipanti viene assegnato un numero d’identificazione anonimo per l’acquisizione del risultato. Il legame di questo numero d’identificazione con i singoli individui sarà gestito dal gruppo di lavoro dell’indagine e sarà divulgato solo agli enti autorizzati.


13. Cosa succede se il test è positivo?

In caso di positività al test, l’interessato verrà messo in temporaneo isolamento domiciliare dal proprio Servizio sanitario regionale e contattato per fare un tampone naso-faringeo che verifichi l’eventuale stato di contagiosità. La riservatezza dei partecipanti sarà mantenuta per tutta la durata dell’indagine.

14. Quali Comuni italiani fanno parte del campione?

I Comuni che fanno parte del campione sono 2015. L’elenco completo degli stessi è disponibile nella pagina dedicata all’indagine.

Per informazioni chiamare il numero verde 1500 del Ministero della Salute.