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Popolazione insistente per studio e lavoro - Anno 2020

L’Istat pubblica l’aggiornamento al 2020 dei dati relativi alla popolazione che insiste sui territori per motivi di studio e di lavoro, con un livello di dettaglio comunale.

Gli studi sulle modalità insediative della popolazione e sulle dinamiche dell’urbanizzazione mostrano, infatti, che nelle città convivono, insieme alla popolazione residente, altre popolazioni che utilizzano gli stessi spazi con modalità e tempi propri: sono individui che, pur non essendo residenti in quei luoghi, vi si recano con differenti motivazioni (studio, lavoro, turismo, viaggi, tempo libero ecc.), con diversa frequenza (giornaliera, periodica, occasionale) e con diversi tempi di permanenza.

La popolazione insistente in una data area è composta, quindi, da sottopopolazioni di residenti, di lavoratori, studenti e altri “utilizzatori della città” (city users). Differisce tanto più dalla popolazione residente quanto più l’area in questione è attrattiva o repulsiva: le persone che si muovono verso le città sedi di servizi o di attività produttive cambiano la fisionomia sia del luogo di origine che di quello di destinazione e generano concorrenza tra la popolazione dei residenti e quella dei non residenti nell’uso/consumo di risorse e di servizi.

A partire dal 2020, per le unità residenti sul territorio nazionale, in luogo delle Liste Anagrafiche Comunali (LAC) è stato utilizzato il Registro Base degli Individui, delle famiglie e delle convivenze (RBI), il cui conteggio parte sempre dai dati LAC ma è consolidato annualmente mediante l’integrazione dei flussi individuali anagrafici della dinamica demografica (nascite, decessi, trasferimenti di residenza tra comuni e da e per l’estero) e corretto dagli errori di sovra e sotto-copertura del Registro. Tale scelta si colloca nell’ambito della progressiva integrazione dei processi di produzione dell’Istituto con quelli del Sistema Integrato dei Registri (SIR), con l’obiettivo di garantire un miglioramento sia dell’efficienza del processo di produzione, sia della qualità dei dati pubblicati.

La quantificazione della popolazione insistente notturna e diurna è storicamente uno dei gap informativi per i quali la demografia ha cercato soluzioni. Le città attrattive, come quelle universitarie o a vocazione economica, subiscono una pressione antropica che si traduce in domanda di servizi, consumo di energia, di suolo, ecc.

Poter rispondere a domande quali: “Quante sono queste persone?”, “Da dove vengono?”, “Quali sono le loro principali caratteristiche?” sarebbe utile per il dimensionamento dei servizi collettivi, del fabbisogno abitativo delle città e del loro hinterland, nonché per la definizione dei piani di prevenzione e intervento in caso di calamità naturali.

In questo studio è stata definita una procedura che associa ad ogni individuo sia il comune di origine, sia quello di destinazione (comune di studio per studenti e universitari, di lavoro per gli occupati). Ad oggi le fonti disponibili hanno consentito di quantificare una quota importante dell’aggregato target: la popolazione insistente diurna, ovvero la popolazione che gravita in un dato territorio, al di là dei soli residenti, ma ad esclusione dei turisti, degli individui che viaggiano per affari o si spostano per motivi di cura o turismo religioso e di altre tipologie di utilizzatori della città.

L’allegato statistico contiene un set di tavole relativo a tale aggregato, ovvero alla popolazione insistente diurna, quantificandolo, caratterizzandolo, e descrivendone i flussi e la distribuzione sul territorio. Contiene, inoltre, una serie di elaborazioni per alcuni domini territoriali: Grandi Comuni, Città metropolitane, Principali realtà Urbane, Functional Urban Area, Città universitarie e Regioni.

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