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Spesa per la protezione dell’ambiente - aggiornate le serie storiche

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Il 1° febbraio 2024 l’Istat rende disponibili i dati sulla spesa per la protezione dell’ambiente (2016-2021) sulla banca dati IstatData – tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali\Spese per la protezione dell’ambiente”.

Il conto della spesa per la protezione dell’ambiente (Environmental protection expenditure account – Epea) misura quanto spendono Famiglie, Imprese e Amministrazioni Pubbliche per acquistare servizi di protezione dell’ambiente, l’ammontare degli investimenti sostenuti da chi vende servizi di protezione ambientale e tutte le spese sostenute per realizzare attività in proprio. Sono inclusi i trasferimenti netti verso il resto del mondo che rispondono a finalità ambientali. Le transazioni sono articolate secondo le classi (o raggruppamenti di classi) della Classificazione delle attività per la protezione dell’ambiente (Cepa): “protezione dell’aria e del clima”, “gestione delle acque reflue”, “gestione dei rifiuti”, “protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie”, “abbattimento del rumore e delle vibrazioni”, “protezione della biodiversità e del paesaggio”, “protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività”.

Oltre a distinguere il settore istituzionale che effettua la spesa – Amministrazioni Pubbliche, Imprese, Famiglie – il conto consente anche di identificare il ruolo rivestito da ciascun settore nel campo della salvaguardia ambientale: produttore di servizi ambientali, utilizzatore di beni e servizi ambientali, finanziatore delle spese ambientali sostenute da altri operatori (solo per la Pubblica amministrazione e Resto del mondo) o beneficiario di trasferimenti connessi alla tutela dell’ambiente. Dal conto Epea si ricava l’aggregato della “spesa nazionale per la protezione dell’ambiente” definito come somma di: consumi finali di servizi di protezione dell’ambiente delle unità residenti, consumi intermedi di servizi di protezione dell’ambiente delle unità residenti (con esclusione di quelli per la produzione dei servizi stessi), investimenti fissi lordi per la realizzazione delle attività di protezione dell’ambiente, trasferimenti per la protezione dell’ambiente che non sono la contropartita dei precedenti aggregati, meno i finanziamenti da parte del Resto del mondo.

Il conto, elaborato secondo gli standard europei dei conti ambientali monetari, è coerente con i concetti e i princìpi dei conti nazionali (SEC 2010) e pertanto fornisce misure direttamente rapportabili agli aggregati macroeconomici quali Pil, investimenti, consumi intermedi e finali.

La nuova serie recepisce alcune modifiche metodologiche, concordate con l’Eurostat, che hanno determinato la revisione della stima dei consumi intermedi di servizi per la protezione dell’ambiente per la produzione dei servizi stessi e, conseguentemente, della “spesa nazionale per la protezione dell’ambiente”.

Le principali fonti informative utilizzate sono i conti economici nazionali – principalmente le tavole risorse e impieghi e i conti delle amministrazioni pubbliche per funzione – e le spese delle imprese per la protezione dell’ambiente rilevate attraverso le indagini SCI (Sistema dei Conti delle Imprese) e PMI (Piccole e Medie Imprese ed esercizio di arti e professioni).

Le serie sono diffuse anche tramite il datawarehouse I.Stat – tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali\Spese per la protezione dell’ambiente”, che coesisterà con IstatData fino al completo trasferimento dei dati in quest’ultimo.

Per informazioni:
Servizio Domanda finale, input di lavoro e capitale, conti ambientali

Angelica Tudini
tel. 06 4673.3136
tudini@istat.it

Periodo di riferimento: Anni 2016-2021

Data di pubblicazione: 01 febbraio 2024

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