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Città metropolitane d’Italia, come cambiano i territori e le scelte degli italiani

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Quali sono le caratteristiche delle grandi città? Lo scopriamo grazie all’analisi multitematica sulle Città metropolitane da cui emergono profili e dinamiche dei comuni capoluogo e delle cinture urbane.

Anzitutto, le città metropolitane in Italia sono 14 : Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Parliamo di aree territoriali, talvolta molto vaste, che comprendono sia il comune capoluogo sia i comuni confinanti di I e II livello, secondo la distanza dal centro urbano. In queste aree, corrispondenti al 15,4% della superficie nazionale, risiede il 36,2% della popolazione (oltre 21,3 milioni).

Attraverso uno studio comparato di questi centri urbani e delle rispettive aree limitrofe, l’Istat ha potuto ricostruire specifiche caratteristiche dei territori. In questa sintesi, ci concentriamo solo sulle scelte insediative della popolazione, la dinamica demografica, il livello di istruzione fino agli spostamenti.

 

Il capoluogo, il polo per eccellenza più attrattivo

 Osservando la distribuzione della popolazione nei territori, notiamo che nelle sette città metropolitane del Nord e del Centro, a cui si aggiunge Palermo, il comune capoluogo è l’area in cui si concentra maggiormente la popolazione. Questa caratteristica si osserva soprattutto a Genova (69%) e Roma (65,5%), dove il comune fa da polo attrattivo rispetto al resto delle aree.

Le scelte insediative però cambiano via via che si scende al Sud e nelle isole, dove prevale la quota di popolazione che sceglie i comuni più lontani dai centri. Succede a Napoli e Messina, ad esempio, dove i residenti sono in prevalenza nelle cinture territoriali più esterne (rispettivamente 36% e 54%).

 

Più anziani nei centri urbani

Se osserviamo le caratteristiche della popolazione residente, notiamo che gli anziani si trovano in prevalenza nei comuni capoluogo, mentre i giovani sono più presenti nelle cinture urbane di I e II livello. La conseguenza è che nei comuni capoluogo, nel 2021, l’indice di vecchiaia ha raggiunto il valore di 192 anziani ogni 100 bambini, andando ben oltre la media nazionale (187,6 anziani per 100 bambini).

 

Età media in crescita

In tutte le 14 città metropolitane l’età media è aumentata da 43 anni a 45,7 negli ultimi dieci anni, con Genova in testa con 49,5 anni a causa di una struttura della popolazione più “vecchia” e Napoli quella più bassa 42,8 anni.

 

Calo demografico più forte al Sud nel prossimo decennio

Sappiamo che in Italia l’invecchiamento della popolazione procede di pari passo con la diminuzione della natalità, il che determina la riduzione della popolazione e mette a rischio il futuro demografico del nostro paese.

Sia le nascite che le dinamiche migratorie, infatti, non riescono a compensare il naturale processo di invecchiamento dei residenti. Questo quadro è confermato dalle previsioni della popolazione nel prossimo decennio 2021-2031 che mostrano una riduzione a livello nazionale dell’1,8% e risulta più evidente man mano che si scende lungo lo stivale, dove il calo demografico passerà dal -2,8% del territorio metropolitano di Napoli al -6% di Messina.

 

Popolazione più istruita nei capoluoghi

La popolazione con i più alti livelli di istruzione si concentra per lo più nei capoluoghi dove, in media, si registrano 31 persone con titoli terziari –  diplomi, lauree, dottorati di ricerca – ogni 100 residenti (Milano e Bologna in testa). Numeri che scendono progressivamente nelle zone più lontane dai centri urbanizzati (21 su 100 nelle prime cinture e 18 su 100 nelle seconde cinture).

Inoltre, emergono per il Mezzogiorno alcune fragilità: minore presenza di persone con titoli di studio elevati si rileva infatti nelle prime e nelle seconde cinture urbane di Palermo e Napoli, con l’aggiunta dei comuni della seconda cintura di Cagliari e Catania.

 

Mobilità giornaliera maggiore nei comuni capoluogo

L’analisi dei territori conferma una netta prevalenza della mobilità per motivi di studio o lavoro all’interno del comune capoluogo (si muovono in media 46 persone ogni 100 abitanti, contro cinque che si spostano fuori comune). Questa dinamica contraddistingue tutte le città metropolitane, ma con maggiore evidenza Roma e Genova ed è riconducibile alle maggiori opportunità di istruzione e lavoro presenti nei centri urbani. Questa tendenza si inverte completamente nei comuni della prima e seconda cintura.

 

Per saperne di più:

leggi il testo completo del Focus sulle città metropolitane

Data di pubblicazione: 23 febbraio 2023