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La fatica della distanza

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Fra problemi di connessione, uso promiscuo degli strumenti informatici e mancanza di frequentazione degli amici, la maggior parte (70,2%) degli studenti delle scuole secondarie inferiori e superiori ha trovato faticoso seguire le lezioni a distanza in epoca di pandemia. È quanto si evince dai dati dell’indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri” realizzata nel 2021 dall’Istat, con il supporto del Ministero dell’Istruzione.

Ma quali sono state, per questi ragazzi nativi digitali, le difficoltà più dure da affrontare? La redazione di Dati alla mano lo ha chiesto a Cinzia Conti che ha curato l’indagine.

Circa la metà ha segnalato problemi di connessione, una parte –in particolare il 6,8 per cento degli italiani e il 16,8 % degli studenti stranieri – ha seguito le lezioni con il solo telefono cellulare, quindi con uno strumento inadeguato ad affrontare tutte le esigenze di una giornata di scuola. Ma la difficoltà più sentita ha riguardato sicuramente il piano relazionale. I ragazzi hanno sofferto la distanza dai compagni, l’interruzione delle attività sportive, dei viaggi, delle gite scolastiche. Possiamo dire che la pandemia ha sottratto loro esperienze.

E come hanno reagito?

In termini generali, alla mancata della frequentazione dei compagni e amici ha fatto da contraltare un uso più intenso dei social network per relazionarsi con loro. Sono aumentate anche le chiamate telefoniche e le videochiamate.

Le percezioni sono state unanimi o sono emerse differenze?

La mancanza di didattica in presenza è pesata di più alle ragazze che ai ragazzi, per esempio. Nel complesso, gli studenti stranieri hanno patito meno la lontananza dai compagni e l’assenza dello sport, ma questo si spiega con una loro minore partecipazione di partenza alle attività sportive e a minori relazioni sociali. Possiamo dire che hanno perso di meno perché avevano di meno e quindi la pandemia li ha ulteriormente impoveriti di relazioni. Anche fra gli studenti stranieri ci sono tuttavia differenze: Albanesi e Marocchini hanno patito di più la lontananza dai compagni, Cinesi e Filippini di meno, forse perché generalmente più abituati a vivere la socialità in ambito familiare.
Infine, gli studenti stranieri sono quelli che più hanno percepito l’impoverimento della propria famiglia nell’epoca pandemica.

Dal punto di vista degli apprendimenti, qual è stata la percezione degli studenti?

Poco più di un quarto dei ragazzi ha lamentato un peggioramento nei voti. Altra cosa è l’opinione dei Dirigenti scolastici, anche loro coinvolti nell’indagine. Riguardo ai contenuti e alle competenze la maggior parte dei dirigenti ritiene che una parte degli studenti sia stata danneggiata, quasi il 30 per cento pensa che siano stati danneggiati tutti, comunque.

Dall’esperienza della DAD ci resta qualcosa di positivo?

Sicuramente. La quasi totalità dei dirigenti scolastici auspica per il futuro un maggior uso di materiali digitali, biblioteche online, filmati. Il ricorso alle tecnologie sperimentato durante la pandemia può quindi essere valorizzato.

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Data di pubblicazione: 12 maggio 2022