La classificazione cosiddetta analitica dei reati è una versione della classificazione dei reati usata dall’Istat che raggruppa gli elementi del catalogo dei reati (o tesauro) attraverso un codice interno intermedio (codicefin).
Diversamente dalla classificazione sintetica, per le categorie dei reati non ci si basa sui titoli e sezioni del codice penale, ma si dettagliano in modo ampio gli “argomenti” sia dei codici sia delle leggi complementari rappresentati attraverso insiemi degli elementi del tesauro.
Tale classificazione, insieme alla classificazione sintetica, è alla base della presentazione dei dati della Statistica della criminalità, come è tradizionalmente chiamata la statistica dei procedimenti registrati nelle Procure della Repubblica per i quali si prosegue l’azione penale.
La diffusione dei dati avviene oltre che con le pubblicazioni periodiche anche attraverso la banca dati I.stat.