Documento

Le mascherine? Nel 2021 le porta anche il paniere

  • Ascolta questa pagina usando ReadSpeaker
  • Condividi
  • Lascia un feedback

Ebbene sì, nel 2021 le mascherine entrano nel paniere dell’Istat; in quell’insieme, cioè, di beni e servizi rappresentativi di tutti i beni e servizi acquistabili dalle famiglie i cui prezzi vengono monitorati ogni mese per calcolare l’inflazione.

Forse non tutti sanno che il paniere viene aggiornato ogni anno, per rispecchiare gli effettivi consumi delle famiglie che vivono in Italia. Così, rispetto ai 1681 prodotti monitorati nel 2020, quest’anno il paniere ne conta 1731. Abbiamo chiesto il perché dell’aumento a Federico Polidoro che dirige, in Istat, il Servizio Sistema integrato sulle condizioni economiche e i prezzi al consumo.

È da molti anni che il numero dei prodotti monitorati per la stima dell’inflazione aumenta. E aumenta perché si arricchiscono e si articolano sempre di più i comportamenti di spesa delle famiglie che l’Istat cerca di seguire affinché la misura delle variazioni nel tempo dei prezzi al consumo ne sia il più possibile lo specchio aggiornato. Peraltro nel 2021 nessun prodotto di quelli monitorati nel 2020 è uscito dal paniere e questo ha rafforzato ulteriormente la tendenza all’ampliamento della lista di prodotti da monitorare.

Quand’è che un prodotto “esce” e un altro “entra”?

Come dicevo, il paniere segue l’evoluzione delle abitudini di spesa delle famiglie. È chiaro che per entrare nel paniere un prodotto deve assumere un certo rilievo in termini di spesa. Fino al 2020 alle mascherine le famiglie destinavano una quota del tutto trascurabile del loro budget. Purtroppo, a causa della pandemia, la spesa per le mascherine, sia le chirurgiche sia le FFP2, così come per i gel igienizzanti, è salita in modo esponenziale fino al punto da rendere necessario l’inserimento di questi prodotti nel paniere. Ma tra i nuovi entrati, troviamo anche il dispositivo anti abbandono, quello che impedisce che venga dimenticato un neonato in auto, e questa scelta è il frutto di una normativa che ne impone l’utilizzo che , quindi, è cresciuto con conseguenze sulla spesa delle famiglie.

Possiamo indentificare, nella storia del paniere, l’inserimento di prodotti rappresentativi di un momento specifico della vita del Paese, come per le mascherine?

Tanti sono gli esempi tra i prodotti entrati e quelli usciti che segnano alcune tappe dell’evoluzione delle abitudini di spesa delle famiglie ma non sono assimilabili al significato che hanno alcune novità dell’anno in corso dovuto alla drammatica evoluzione del 2020 che, anche per il paniere, ha prodotto conseguenze del tutto eccezionali. La storia del paniere è comunque rintracciabile in una pagina del sito Istat, scaricando il file Evoluzione del paniere 1928-2021.

Nel complesso, come è organizzato il paniere?

Anzitutto è suddiviso in 12 grandi gruppi di spesa e ognuno “pesa” sul calcolo dell’inflazione in modo diverso a seconda di quanta parte della spesa le famiglie dedicano al singolo insieme: ad esempio, il gruppo dei prodotti per l’alimentazione “pesa” di più di quello per le comunicazioni (cioè i servizi postali e la telefonia) perché l’alimentazione è una voce di spesa importante per tutte le famiglie. Ogni mese, i prezzi dei prodotti del paniere vengono rilevati in parte centralmente dall’Istat, anche attraverso la collaborazione di grandi fornitori di dati o l’utilizzo di fonti amministrative, in parte dagli uffici comunali di statistica e, infine, anche attraverso gli scanner della grande distribuzione (i prezzi raccolti, quindi, attraverso la lettura dei codici a barre nelle casse dei supermercati). Tutte le quotazioni vengono convogliate presso l’Istat che elabora poi gli indici mensili dei prezzi al consumo.

Per saperne di più, vedi la voce “Inflazione” 

 

Data di pubblicazione: 14 aprile 2021