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Temperature più alte, diversa distribuzione delle piogge ed eventi estremi

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L’interesse verso il clima e la sua variabilità è sensibilmente aumentato negli anni da parte delle Istituzioni nazionali e internazionali, della comunità scientifica e dei cittadini. Ma forse non tutti sanno che, fra le tante informazioni statistiche, l’Istat produce anche dati su temperatura e precipitazione ed estremi meteo-climatici nelle città capoluogo di Provincia.

Come mai quest’attenzione dedicata specificamente alle città? L’abbiamo chiesto a Donatella Vignani, responsabile per l’Istat della Rilevazione “Dati meteo-climatici e idrologici”.

È proprio nelle città che si trova un’alta concentrazione di popolazione, infrastrutture, attività economiche e patrimonio artistico da tutelare. Eventi meteorologici di particolare intensità, durata o frequenza possono creare criticità nei sistemi urbani, per la fornitura di servizi essenziali alle persone e per la salute umana. Negli ultimi decenni, sono molte le città dove si sono avuti impatti  con danni importanti, causati da fenomeni meteorologici. Dati e indicatori meteo-climatici si aggiungono alle altre informazioni statistiche che l’Istat produce ogni anno sulle città.

Come si svolge la rilevazione?

Per elaborare le nostre statistiche, ogni anno raccogliamo dati giornalieri a partire da circa 600 stazioni meteorologiche che, nelle città, rilevano temperatura e precipitazione e sono gestite da 63 diversi Enti che collaborano con l’Istat. Il nostro impegno è produrre per ogni città informazioni annuali sul clima complete e tempestive. Sulla base dei dati raccolti, per tutti i capoluoghi di provincia abbiamo prodotto statistiche per gli anni dal 2007 al 2019, mentre per i capoluoghi di regione dal 1971 al 2019. Abbiamo calcolato, inoltre, le differenze dei valori di temperatura e precipitazione di ciascun anno rispetto ai valori medi del periodo 2007-2016 e, per i capoluoghi di regione, anche le anomalie annuali rispetto ai valori medi del trentennio 1971-2000. Aumentando la tempestività – che è un aspetto molto importante –  durante il 2020 siamo riusciti a raccogliere, elaborare e diffondere Indicatori annuali di temperatura e precipitazione e Indici di estremi meteo-climatici per ogni città relativi all’anno 2019 

E quali sono le principali evidenze?

Nel 2019 gli indicatori meteoclimatici mostrano che vi è una tendenza al riscaldamento nelle città italiane e al verificarsi di fenomeni di precipitazioni intense e concentrate. Calcolando la media dei valori di tutte le stazioni osservate, la temperatura media annua è pari a 16°C, in crescita di 0,3 °C rispetto al valore medio del decennio 2007-2016. Le città con le temperature più alte si trovano nelle Isole e al Sud. Confrontando la temperatura media del 2019 con il valore 2007-2016, si vedono rialzi in ben 82 città, situate per lo più al Nord e nel Mezzogiorno. Ad esempio, tra i capoluoghi di regione emergono Perugia (+2,4°C), Milano e Roma (+2,1°C), seguite da Torino (+1,9°C). Nel 2019 la precipitazione totale annua (pari a 920,7 mm) è stata in aumento di +48,8 mm rispetto al valore medio 2007-2016. Fra i capoluoghi di regione, gli aumenti rispetto al valore medio 2007-2016 sono più elevati a Genova (+353,8 mm), Trento (+265 mm) e Trieste (+240,5 mm).

Per quanto riguarda gli Indici che descrivono eventi estremi meteo-climatici, notiamo che i giorni consecutivi senza pioggia (in media 26 nel 2019) risultano maggiori nelle città delle Isole e del Sud, mentre i giorni con precipitazione giornaliera molto intensa (maggiore di 50mm) sono più numerosi fra le città del Nord-ovest. Anche nel 2019, si osserva l’aumento dei giorni estivi e delle notti tropicali (in media 50 nell’anno), quelle notti cioè in cui la temperatura non scende mai al di sotto dei 20°C, fenomeno che si verifica per lo più nelle grandi città e in quelle localizzate al Sud e nelle Isole.

 

Sono informazioni che fanno riflettere, soprattutto in questi giorni in cui Copernicus (il Servizio di monitoraggio satellitare della Terra dell’Unione Europea, che dal 2001 monitora anche i parametri climatici) ci dice che il 2020 è stato uno degli anni più caldi mai registrati e che la temperatura globale ha segnato un aumento di 1,25 °C rispetto all’era pre-industriale, segnali evidenti dei cambiamenti climatici in atto.

 

 

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Data di pubblicazione: 25 gennaio 2021