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Giornata mondiale prevenzione suicidi

In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio (10 settembre), iniziativa promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Associazione internazionale per la prevenzione del suicidio, l’Istituto nazionale di statistica diffonde un quadro di sintesi del fenomeno, rilasciando anche i dati provvisori per l’anno 2015.

Dai dati emerge che é stata significativa e trasversale, per genere ed età, la diminuzione dei suicidi nel ventennio 1995-2015 (-14,0%): nel 1995 sono 8,1 i suicidi ogni 100 mila abitanti che calano a 6,5 nel 2015 (3.935 decessi). Ciò colloca l’Italia in basso nella graduatoria europea (6,3 il tasso standardizzato di mortalità per età nel 2014; 11,2 la media Ue28).

Le caratteristiche strutturali della popolazione – genere, età, livello di istruzione, territorio – rappresentano importanti traiettorie di analisi.

Il suicidio è un fenomeno non gender-neutral: ogni 100 mila abitanti i
deceduti per suicidio sono 10,4 fra gli uomini e 2,8 fra le donne. Anche il gradiente per titolo di studio si riscontra tra gli uomini ma non tra le donne: 14,8 suicidi ogni 100 mila uomini con nessun titolo o basso livello di istruzione, 9,2 suicidi fra uomini con laurea o titolo di studio superiore.

Il suicidio è un fenomeno age-related: si osservano quozienti crescenti al crescere dell’età (1,4 i suicidi ogni 100 mila abitanti fino a 24 anni, 10,4 oltre i 65 anni).

A livello territoriale il Nord-est presenta i livelli di mortalità più elevati (8,3 suicidi ogni 100 mila abitanti), il Sud quelli più contenuti (4,5 ogni 100 mila abitanti).

Il suicidio è un fenomeno a spiccata stagionalità: andamento crescente nella prima metà dell’anno – maggio, giugno e luglio i mesi più critici – e trend in diminuzione nel secondo semestre.

I tre modi più frequenti dell’autolesione sono l’impiccagione e soffocamento (48,9%), la precipitazione (19,2%), l’uso di arma da fuoco ed esplosivi (11,3%).
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In un numero non trascurabile di suicidi sono compresenti stati morbosi rilevanti: malattie mentali nel 13,0% dei casi, malattie fisiche nel 6,0% dei decessi (triennio di analisi 2011-2013).

infografica
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