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Infografiche - Rapporto annuale 2025
In occasione della diffusione del Rapporto annuale 2025, l’Istituto Nazionale di Statistica dedica un’infografica a ciascuno dei quattro capitoli che articolano il Volume.
CAPITOLO 1
ECONOMIA E AMBIENTE
Nel 2024 segnali positivi per occupazione, salari reali e conti pubblici. Le opportunità di crescita limitate dal permanere di nodi strutturali che rappresentano una sfida per il futuro.
FINANZA PUBBLICA
Prosegue nel 2024 la crescita economica italiana, e migliorano i saldi di finanza pubblica.
- +0,7% PIL (2024), +3,2% Spagna +1,2% Francia, -0,2% Germania. Il risultato riflette il rallentamento di consumi e investimenti e un contributo limitato dalla domanda estera. Crescita globale eterogena: solide USA e Cina, debole l’UE27.
- 3,4% deficit (2024), 5,8% Francia 3,2% Spagna 2,8% Germania. Deficit in riduzione di 3,8 punti percentuali, con ritorno all’avanzo primario dopo quattro anni. Incidenza del debito pubblico in leggero aumento per la bassa crescita nominale del PIL.
MERCATO DEL LAVORO
Aumenta l’occupazione, ma problemi strutturali limitano produttività, crescita e diffusione dell’innovazione.
- 63,0% tasso di occupazione (marzo 2025), +4,0 punti rispetto alla media 2019. Nel 2024 i dipendenti a tempo indeterminato aumentano del 3,3% e quelli a tempo determinato diminuiscono del 6,8%.
- 40,0% risorse umane in scienza e tecnologia sul totale degli occupati 15-74 (2023). Divario significativo rispetto a Francia, Germania e Spagna.
FRAGILITÀ DEI TERRITORI E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Necessario investire sull’ambiente, dalla gestione delle fragilità del territorio alla riduzione d’impatto ambientale delle attività produttive.
- 35,0% comuni italiani esposti a rischi naturali (2022). Il 18,2% del valore aggiunto industriale e dei servizi è prodotto in aree vulnerabili.
- -23,1% CONSUMI DI ENERGIA UNITÀ RESIDENTI A FRONTE DEL +1,4% DEL PIL (2023 rispetto al 2008). Continua la transizione ecologica:-32% Emissioni climalteranti-40% Consumo materiale interno 49,0% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (2024).
APPROFONDIMENTI
INFLAZIONE
Inflazione all’1,1% nel 2024, ma segnali di ripresa a fine anno (2024). La discesa favorita dal calo dei prezzi energetici. Tuttavia, dall’ultimo trimestre del 2024 l’inflazione è tornata a salire, tendenza confermata nei primi mesi del 2025.
RETRIBUZIONI
Retribuzioni recuperano parte del potere d’acquisto perso negli anni precedenti gli aumenti retributivi (+3,1% nel 2024) superano l’inflazione (+1,1%), compensando parzialmente la perdita subita nel biennio 2021-2022.
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Tra le maggiori economie europee, calo più significativo per Italia e Germania. -4,0% la produzione industriale italiana in volume (corretta per i giorni lavorativi) rispetto al 2023, quando già era calata del 2,0%. Per la prima volta dal 2° trimestre 2022 torna a crescere nel 1° trimestre 2025 (+0,4%).
CAPITOLO 2
POPOLAZIONE E SOCIETÀ
I cambiamenti demografici, sociali ed economici si intrecciano e si riflettono nelle trasformazioni profonde dei percorsi di vita delle generazioni.
QUADRO DEMOGRAFICO E FAMIGLIE
L’Italia si conferma uno dei Paesi più anziani al mondo, con formazione di nuove famiglie e genitorialità sempre più posticipate.
- 1,18 figli per donna, valore al minimo storico (2024). Dinamica naturale con molti più decessi che nascite, compensata solo in parte dall’immigrazione, oggi principale motore demografico del Paese.
- 36,2% famiglie di persone sole, 28,2% le coppie con figli (biennio 2023-2024). Crollo della nuzialità, instabilità coniugale, bassa fecondità e posticipo della genitorialità alimentano la crescita di forme familiari poco diffuse in passato.
ISTRUZIONE E CONDIZIONI ECONOMICHE
I livelli d’istruzione migliorano, ma i divari restano ampi e incidono sulla fragilità economica anche di chi lavora.
- 65,5% 25-64enni con almeno un diploma, 80% la media ue27 (2024). Solo il 21,6% è laureato, dispersione scolastica (9,8%) concentrata in contesti svantaggiati, con effetti negativi su lavoro e mobilità sociale
- 5,7 MILIONI LE persone in povertà assoluta (2023), +2,8 punti percentuali dal 2014. Maggiore incidenza tra famiglie con minori, giovani, stranieri e residenti nel Mezzogiorno. Il livello di istruzione incide fortemente.
CONDIZIONI DI SALUTE E DISABILITÀ
In Italia si vive più a lungo ma persistono disuguaglianze sociali e territoriali negli anni vissuti in buona salute.
- 56,6 anni la speranza di vita in buona salute alla nascita delle donne, uomini 59,8 anni (2024). Massimo storico per l’aspettativa di vita alla nascita (81,4 M; 85,5 F), ma continua a ridursi il numero di anni attesi in buona salute, soprattutto per le donne che toccano il minimo dal 2014
- 2,9 milioni le persone con disabilità, il 5,0% della popolazione (2023). Diminuisce la quota di persone con disabilità che stanno male o molto male (dal 61,0% del 2010 al 57,3% del 2023), è ridotta quella di persone con disabilità che stanno bene/molto bene (9,8%).
APPROFONDIMENTI
PERMANENZA NELLA FAMIGLIA DI ORIGINE
Oltre due terzi dei 18-34enni vive ancora con i genitori (2024). Precarietà lavorativa, difficoltà di accesso alla casa e incertezza economica alimentano una dipendenza che posticipa anche le scelte riproduttive.
COMPETENZE DIGITALI
Competenze digitali carenti tra gli anziani e distribuite in modo diseguale (2023). Solo il 45,8% possiede competenze digitali almeno di base. Mezzogiorno in netto ritardo e divario generazionale anziani-giovani molto ampio e associato ai livelli di istruzione.
PRESTAZIONI SANITARIE
1 persona su 10 rinuncia a visite o esami specialistici (2024). Le lunghe liste d’attesa sono la causa principale (6,8%), seguite dalle difficoltà nel pagare le prestazioni sanitarie (5,3%).
CAPITOLO 3
UNA SOCIETÀ PER TUTTE LE ETÀ
L’aumento straordinario della sopravvivenza, il posticipo delle tappe che scandiscono il diventare adulti e la crescente articolazione e instabilità dei legami familiari disegnano le sfide della società della longevità.
NUZIALITÀ E FECONDITÀ DELLE GENERAZIONI
Transizione demografica in cui scelte riproduttive e legami familiari si diversificano e si ridefiniscono nel tempo.
- 26,2% donne senza figli a 49 anni nate nel 1983 (valore stimato a 49 anni), 13,2% nate nel 1958. Dalla generazione delle madri a quella delle figlie raddoppia la quota di donne senza figli, con un picco di circa tre donne su dieci nel Mezzogiorno.
- 42,2% le donne non sposate entro i 40 anni nate nel 1983, 12,1% nate nel 1933. Le cause del crollo della nuzialità sono strutturali: da un lato la denatalità ha ridotto il numero di giovani adulti, dall’altro le unioni libere sono sempre più diffuse.
STILI DI VITA E PARTECIPAZIONE CULTURALE E SOCIALE
Diminuiscono fumo e alcol e aumenta la pratica sportiva dalle generazioni nate negli anni Cinquanta, emergono nuove criticità soprattutto tra i giovani.
- 11,8% le persone 18+ obese (2024). I 20-24enni sovrappeso sono il 21,6% tra i nati nel 2000-2004, 13,4% tra i nati dal 1960 al1964.
- 35,2% l’indice di partecipazione culturale fuori casa (persone di 10 anni e più, 2023). Tra i 50-54enni nati nel 1970-1974 è del 37,3%, tra i nati nel 1945-1949 del 28,6%. Partecipazione sociale superiore a tutte le altre generazioni tra coloro che sono stati giovani adulti negli anni Settanta, un’epoca di grandi trasformazioni socio-culturali.
TERRITORI E SFIDE DELLA SOCIETÀ LONGEVA
Profonde differenze territoriali si riflettono nella qualità dell’invecchiamento e nelle risposte attivate dai territori.
- 1 su 2 gli anziani molto soddisfatti della vita (2023), il 53,3% tra i 14-64enni. Soddisfazione per la vita più bassa nei grandi comuni (48,1%), nel Mezzogiorno (meno del 40%) e tra le donne (meno della metà).
- 4 su 10 famiglie con anziani formate da persone che vivono sole (2021). 10,3 milioni di famiglie con almeno un componente 65+ (39,2% del totale; +1,2 milioni sul 2011) effetto della frammentazione delle strutture familiari e dell’incremento della popolazione anziana.
APPROFONDIMENTI
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSITITA
posticipazione della maternità fattore chiave nell’incremento della PMA. Oltre 16 mila nati con la PMA (+33% in dieci anni), con età media alla maternità di 38 anni (32 anni per le nascite naturali). Dopo i 40 anni PMA modalità prevalente di concepimento (2023).
FAMIGLIE CON STRANIERI
Aumentate del 50,0% dal 2011, si concentrano soprattutto nei grandi centri e sono poco presenti nelle Aree Interne, con scarsi flussi demografici in ingresso e pochi giovani (2023).
INVECCHIAMENTO E AREE INTERNE
Le Aree Interne vivono le fragilità dell’invecchiamento in modo più accentuato. Bassa natalità ed emigrazione giovanile determinano spopolamento e incidenza più elevata di anziani spesso soli o in coppie senza figli (2021).
CAPITOLO 4
SISTEMA ECONOMICO E GENERAZIONI
Dal 2000 al 2024 crescita lenta e stagnazione della produttività limitano le opportunità soprattutto per le generazioni più giovani. le competenze dei giovani necessarie per accelerare il cambiamento nel sistema produttivo.
CRESCITA ECONOMICA E OCCUPAZIONE
Aumentano le opportunità di occupazione, ma non necessariamente il benessere economico, frenato dal ristagno della produttività.
- +9,3% pil in termini reali, +45,8% Spagna +33,4% Francia +27,7% Germania (2024 rispetto al 2000). In termini pro capite (+5,5% Italia) divario con Francia e Spagna parzialmente attenuato da transizione demografica avanzata e differente dinamica migratoria.
- +16,0% occupazione (2024 rispetto al 2000), -5,8% pil per occupato +0,7% pil per ora lavorata. crescono soprattutto servizi ad alta intensità di lavoro e basso valore aggiunto, frenando la produttività per ora lavorata e la dinamica salariale di medio-lungo periodo.
ISTRUZIONE E REDDITI
Livelli di istruzione più elevati di generazione in generazione premiano in termini di opportunità professionali.
- 30,6% laureati tra i 25-34 anni 7,0% nel 1992 (2023). La diffusione dell’istruzione trasforma le opportunità di lavoro specialmente per le giovani donne laureate, oggi con tassi di occupazione simili ai coetanei.
- -7,2% reddito medio da lavoro decrementi in tutte le classi di età (2024 rispetto al 2004). Grazie all’aumento dei lavoratori per famiglia il reddito equivalente familiare è tuttavia cresciuto del 6,3%.
GENERAZIONI E MERCATO DEL LAVORO
Ricambio generazionale e qualità dell’occupazione tra le sfide più importanti per le imprese italiane.
- 30,2% imprese a rischio di mancato ricambio generazionale (2022). Rischio concentrato nelle imprese con meno di 3 addetti e nei professionisti.
- +45,0% occupati in professioni qualificate da 1/4 a 1/3 degli occupati (2024 (3°trimestre) rispetto al 2000). Negli anni più recenti rapido aumento dei lavoratori ICT, ma Italia ancora indietro in Europa nell’occupazione ad alta qualificazione.
APPROFONDIMENTI
GIOVANI QUALIFICATI
Capitale umano “giovane” risorsa strategica chiave per la competitività del paese (2018-2022). Le imprese con personale istruito sotto i 35 anni adottano più facilmente tecnologie digitali, sono più innovative e hanno migliori performance occupazionali ed economiche.
CAMBIAMENTI NEL SISTEMA PRODUTTIVO
Invecchiamento, ma rapida crescita dell’istruzione degli occupati (2011-2022). l’età media degli addetti è cresciuta di 2,4 anni, la quota di laureati è aumentata dal 14,1% al 19,4%.
I PERCORSI DEI GIOVANI
L’origine familiare pesa molto, ma le scelte individuali possono fare la differenza (Anno 2022, giovani nati nel 1992). Probabilità inferiori di raggiungere laurea e buoni livelli di reddito entro i trent’anni per chi proviene da famiglie a bassa istruzione e/o a basso reddito, ma impegno e scelte personali contrastano gli svantaggi di partenza.
Capitolo 1
- Capitolo 1 – Economia e ambiente (.pdf, 575 Kb)
Capitolo 2
- Capitolo 2 – Popolazione e società (.pdf, 679 Kb)
Capitolo 3
- Capitolo 3 – Una società per tutte le età (.pdf, 838 Kb)
Capitolo 4
- Capitolo 4 – Sistema economico e generazioni (.pdf, 1.61 MB)
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