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Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali - Aprile - giugno 2024

Alla fine di giugno 2024, i 41 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 64,0% dei dipendenti – circa 8,4 milioni – e corrispondono al 62,9% del monte retributivo complessivo.

Nel corso del secondo trimestre 2024 sono stati recepiti 4 contratti: conciarie, distribuzione moderna organizzata, agricoltura – impiegati, pubblici esercizi.

I contratti che – a fine giugno 2024 – sono in attesa di rinnovo ammontano a 34 e coinvolgono circa 4,7 milioni di dipendenti (il 36,0% del totale).

Il tempo medio di attesa di rinnovo a giugno 2024 è pari a a 27,3 mesi (era 29,2 a giugno 2023) per i lavoratori con contratto scaduto e a 9,8 mesi se calcolato sul totale dei dipendenti (era 15,4 a giugno 2023).

La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2024 è cresciuta del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.

L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2024 segna un aumento dell’1,2% rispetto al mese precedente e del 3,6% rispetto a giugno 2023; l’aumento tendenziale è stato del 4,9% per i dipendenti dell’industria, del 3,7% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.

I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: legno, carta e stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e settore metalmeccanico (+6,4%). L’incremento è invece nullo per farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.

Il commento

Anche nel secondo trimestre del 2024, similmente ai due trimestri precedenti, nel settore privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è più elevata di quella dell’inflazione. L’incremento retributivo più sostenuto si registra per il comparto industriale – per effetto degli incrementi erogati nei principali comparti della manifattura – ma è marcato anche nei servizi, essendo trainato dagli incrementi economici fissati dai rinnovi nel settore del credito e assicurazioni e in quello del commercio. Questa fase di recupero delle retribuzioni rispetto all’inflazione dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, alla luce della chiusura di ulteriori rinnovi nel settore dei servizi. Nella pubblica amministrazione, ancora in attesa dei rinnovi relativi al triennio 2022-2024, la crescita retributiva risulta invece in rallentamento ed è sostenuta esclusivamente dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti delle Amministrazioni non statali.

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