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Commercio estero
A giugno 2011 si registra un calo congiunturale per entrambi i flussi: più marcato per le importazioni (-4,1%) rispetto alle esportazioni (-0,8%). La contrazione degli scambi è più intensa sul mercato comunitario e pari a -5,7% per gli acquisti e a -1,4% per le cessioni.
In termini tendenziali, le variazioni sono pari all’8,1% per le vendite e al 3,2% per gli acquisti. Rispetto a quanto rilevato nei mesi precedenti il rallentamento appare netto per entrambi i flussi.
Guardando al risultato del secondo trimestre 2011, le esportazioni crescono in termini congiunturali dell’1% (+0,5% per i paesi Ue e +1,6% per quelli extra Ue), mentre le importazioni diminuiscono dello 0,4% (-0,2% per i paesi Ue e – ,5% per quelli extra Ue).
Nel corso del primo semestre 2011 la variazione su base annua è stata pari a +15,8% per le esportazioni e +18,2% per le importazioni, con incrementi superiori per i paesi extra Ue (+18,7% per l’export e +24,9% per l’import).
La crescita tendenziale dei valori medi unitari rilevata a giugno è pari all’8,7% per l’import e al 6% per l’export. Risultano in calo i volumi importati (-5%), mentre sono in aumento quelli esportati (+1,9%). Nel primo semestre la crescita dei volumi esportati (+7,3%) è superiore a quella dei volumi importati (+5,4%).
Il disavanzo commerciale di giugno è pari a 1,8 miliardi di euro, in miglioramento rispetto sia al mese precedente, sia a giugno 2010 (-3,2 miliardi). Nei primi sei mesi dell’anno il deficit si attesta a 22,2 miliardi di euro, valore nettamente superiore a quello del 2010 (-15,4 miliardi). Il saldo non energetico è positivo (+3,3 a giugno e +10,3 nel semestre) e in aumento sul 2010.
A giugno i raggruppamenti più dinamici sono i prodotti intermedi (+9,5% all’export e +8,8% all’import), i beni strumentali all’export (+9%) e i prodotti energetici all’import (+13,7%). In calo le importazioni di beni di consumo durevoli (-19,7%) e strumentali (-10,8%).
La crescita dell’export a giugno è trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Germania e la Svizzera, e di macchinari e apparecchi verso gli Stati Uniti, i paesi Opec e la Germania.
L’aumento dell’import è determinato soprattutto dal gas naturale dalla Russia e dalla Germania, dai prodotti petroliferi e petrolio greggio dalla Russia e dai computer e apparecchi elettronici e ottici dalla Cina.