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Indici spaziali dei prezzi al consumo - Anno 2022

Istat pubblica l’aggiornamento al 2022 degli indici spaziali dei prezzi al consumo per le divisioni di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, della classificazione Ecoicop (European Classification of Individual Consumption by Purpose), già pubblicati nel 2023 per l’anno 2021. A questi si aggiungono dei nuovi indicatori a copertura di due ulteriori divisioni: Mobili, articoli e servizi per la casa e Servizi ricettivi e di ristorazione. Prosegue il processo di progressiva copertura degli aggregati di spesa nell’ambito del progetto sperimentale volto a fornire una stima degli indici spaziali dei prezzi al consumo a livello regionale (Indici spaziali regionali o Parità regionali del Potere d’Acquisto), ovvero una misura sintetica del differenziale relativo dei prezzi esistente tra una regione e l’altra.

Gli indici spaziali dei prezzi al consumo misurano, infatti, le differenze nel livello medio dei prezzi di un paniere di prodotti tra diverse aree geografiche. Risultano, pertanto, un importante strumento per dare una lettura più accurata delle diseguaglianze e delle condizioni di vita delle famiglie nei diversi territori, dovute alle differenze nel potere d’acquisto che le caratterizza.

La costruzione di questi indicatori presuppone la disponibilità di un elevato numero di quotazioni di prezzo a livello territoriale per un gruppo di prodotti significativi dei comportamenti di spesa dell’utenza considerata in diverse aree del Paese. Tali prodotti devono garantire i requisiti di rappresentatività e comparabilità. La rappresentatività è data dall’importanza del prodotto nei consumi in un’area geografica. La comparabilità, invece, è garantita dalla presenza di prodotti con caratteristiche identiche o non troppo dissimili, di modo che le eventuali differenze registrate nei livelli di prezzo non siano in alcun modo riconducibili alla diversa qualità.

Le fonti utilizzate per la costruzione di questi nuovi indicatori sono, in parte, quelle dell’indagine sui prezzi al consumo, a cui si aggiungono indagini realizzate per le finalità specifiche di calcolo degli indici spaziali regionali. In sintesi, le tre fonti di informazioni sono:

  • Scanner data. Ogni prodotto è caratterizzato da un identificativo univoco (bar code), quindi la comparabilità nello spazio è assicurata. Disponendo dell’informazione su fatturato e quantità è possibile calcolare il valore unitario (prezzo medio) per ciascun bar code e pesarlo in base alla sua reale importanza, garantendo a pieno anche il principio di rappresentatività.
  • Dati provenienti dalla rilevazione territoriale dei prezzi al consumo. Per alcune categorie di prodotto (pesce, frutta e vegetali freschi, servizi di lavanderia e pulizia della casa, alcuni servizi della ristorazione, i servizi di alloggio) la definizione è sufficientemente dettagliata per consentire l’utilizzo di questi dati nel rispetto della comparabilità. I prodotti di queste categorie inseriti nel paniere dei prezzi al consumo sono ampiamente diffusi sul territorio nazionale.
  • Indagini dirette svolte nei capoluoghi di regione, con l’aggiunta di Padova e Bolzano, e l’esclusione di L’Aquila ( a causa delle persistenti difficoltà nello svolgimento della rilevazione dei prezzi al consumo nel Comune di L’Aquila, è stata sostituita da Pescara quale città della regione Abruzzo dove effettuare la raccolta dei dati per Abbigliamento e calzature, Servizi di ristorazione e alcuni prodotti alimentari freschi e da Teramo per Mobili, arredi e articoli tessili per la casa ) per tutti i prodotti non coperti da scanner data o per i quali le informazioni provenienti dall’indagine territoriale dei prezzi al consumo non garantiscono la comparabilità spaziale richiesta. Per tali prodotti, le rilevazioni dirette rappresentano l’unica via percorribile per garantire la comparabilità e rappresentatività. Anche se la copertura territoriale di queste indagini non raggiunge il livello di dettaglio delle altre fonti è sufficiente per garantire l’affidabilità delle stime. Le indagini sono state condotte dagli Uffici Comunali di Statistica (UCS) dei Comuni coinvolti, utilizzando la tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview), su un paniere di prodotti definito dall’Istat, anche in base alle indicazioni sull’importanza dei prodotti fornita dai responsabili comunali dell’indagine.

La metodologia utilizzata per ottenere gli indici spaziali dei prezzi al consumo è quella raccomandata dall’International Comparison Program (ICP) e utilizzata a livello internazionale dalla Banca Mondiale.

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