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Spesa per la protezione dell’ambiente – Anni 2016-2022

Istat rende disponibili i dati sulla spesa per la protezione dell’ambiente (2016-2022) nelle banche dati IstatData e I.Stat – tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali\Spese per la protezione dell’ambiente”.

Il conto della spesa per la protezione dell’ambiente (Environmental protection expenditure account – Epea) misura quanto spendono Famiglie, Imprese e Amministrazioni Pubbliche per acquistare servizi di protezione dell’ambiente, l’ammontare degli investimenti sostenuti da chi vende servizi di protezione ambientale e tutte le spese sostenute per realizzare attività in proprio. Sono inclusi i trasferimenti netti verso il resto del mondo che rispondono a finalità ambientali.

Le transazioni sono articolate secondo le classi (o raggruppamenti di classi) della Classificazione delle attività per la protezione dell’ambiente (Cepa):

  • “protezione dell’aria e del clima”;
  • “gestione delle acque reflue”;
  • “gestione dei rifiuti”;
  • “protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie”;
  • “abbattimento del rumore e delle vibrazioni”;
  • “protezione della biodiversità e del paesaggio”;
  • “protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività”.

Oltre a distinguere il settore istituzionale che effettua la spesa – Amministrazioni Pubbliche, Imprese, Famiglie – il conto consente anche di identificare il ruolo rivestito da ciascun settore nel campo della salvaguardia ambientale:

  • produttore di servizi ambientali;
  • utilizzatore di beni e servizi ambientali;
  • finanziatore delle spese ambientali sostenute da altri operatori (solo per la Pubblica amministrazione e Resto del mondo) o beneficiario di trasferimenti connessi alla tutela dell’ambiente.

Dal conto Epea si ricava l’aggregato della “spesa nazionale per la protezione dell’ambiente” definito come somma di:

  • consumi finali di servizi di protezione dell’ambiente delle unità residenti;
  • consumi intermedi di servizi di protezione dell’ambiente delle unità residenti (con esclusione di quelli per la produzione dei servizi stessi);
  • investimenti fissi lordi per la realizzazione delle attività di protezione dell’ambiente;
  • trasferimenti per la protezione dell’ambiente che non sono la contropartita dei precedenti aggregati, meno i finanziamenti da parte del Resto del mondo.

Il conto, elaborato secondo gli standard europei dei conti ambientali monetari, è coerente con i concetti e i princìpi dei conti nazionali (SEC 2010) e pertanto fornisce misure direttamente rapportabili agli aggregati macroeconomici quali Pil, investimenti, consumi intermedi e finali.

Le principali fonti informative utilizzate sono i conti economici nazionali – principalmente le tavole risorse e impieghi e i conti delle amministrazioni pubbliche per funzione – e le spese delle imprese per la protezione dell’ambiente rilevate attraverso le indagini SCI (Sistema dei Conti delle Imprese) e PMI (Piccole e Medie Imprese ed esercizio di arti e professioni).

Con l’edizione di febbraio 2025, le serie sono state riviste in seguito alla introduzione di innovazioni e miglioramenti di metodi e fonti; inoltre incorporano i risultati della revisione generale dei conti nazionali di settembre 2024, concordata in sede europea a dieci anni dal passaggio al SEC 2010. Per effetto delle revisioni introdotte le nuove serie non sono confrontabili con le edizioni precedenti, disponibili nelle sezioni “Conti nazionali”, sottotema “Conti nazionali – versione 2014” e “Conti nazionali – versione 2019” di IstatData.

Per informazioni:
Servizio Domanda finale, input di lavoro e capitale, conti ambientali

Angelica Tudini
tel. 06 4673.3136
tudini@istat.it

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