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Flussi fisici di energia (Pefa) – Anni 2008-2023

L’11 dicembre 2025, l’Istat aggiorna sul proprio data warehouse – tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali”, sezione “Conti dei flussi fisici di energia (PEFA)” – i dati degli anni 2019-2023 della serie storica (2008-2023) dei Conti dei flussi fisici di energia (Pefa – Physical Energy Flow Accounts) dell’economia italiana, espressi in terajoule (tj).

Il Pefa consente di analizzare le interazioni tra sistema naturale e sistema antropico fornendo una rappresentazione completa – e coerente con il sistema dei conti economici nazionali – dei flussi di energia dall’ambiente verso l’economia, all’interno dell’economia e dall’economia verso l’ambiente.

Rispetto all’edizione precedente (aprile 2025) per l’indicatore “Intensità energetica del valore aggiunto” sono stati aggiornati gli anni 2019-2023, mentre per l’’indicatore “Intensità di emissione di CO2 dei consumi energetici” è stata aggiornata l’intera serie 2008-2023, in coerenza con i dati più recenti del Conto delle emissioni atmosferiche (AEA).

I nuovi dati confermano che nel 2023 l’energia che entra nell’economia nazionale è circa 7,7 milioni di terajoule, con una riduzione del 5,5% sull’anno precedente, rivista in leggero rialzo rispetto allo scorso aprile. Anche l’energia che esce dal sistema economico, circa 7,6 milioni di terajoule, si riduce rispetto all’anno precedente (-2,8%), con una revisione positiva di 0,2 punti percentuali rispetto alle stime di aprile 2025. L’accumulazione netta di energia nel sistema economico, misurata dal saldo tra i flussi in entrata e in uscita, è pari a 0,1 milioni di terajoule.

Nel 2023 il consumo totale di energia delle attività produttive e delle famiglie residenti, noto come NDEU (Net domestic energy use), risulta pari a 6,2 milioni di terajoule, il 4,8% in meno rispetto al 2022, con una revisione di -0,4 punti percentuali rispetto alla stima di aprile. Di questo consumo:

  • il 32,6% è attribuibile alle famiglie e la rimanente parte alle attività produttive. Le famiglie riducono i propri consumi in misura maggiore rispetto alle attività produttive (-5,1% contro -4,6%);
  • il 2,9% è finalizzato ad usi non energetici (NDEU_non energy);
  • il 19,7% proviene da fonti energetiche rinnovabili (-1,5% rispetto al 2022);
  • l’82,6% è causa di emissioni atmosferiche poiché effettuato mediante combustione (-6,8% rispetto al 2022).

I dati del Pefa, comparabili – per costruzione – con i dati economici di Contabilità Nazionale e con quelli degli altri conti ambientali, sono particolarmente idonei all’utilizzo nell’analisi integrata ambientale ed economica. Nel 2023:

  • l’“Intensità energetica del Pil” (rapporto tra NDEU e Pil) diminuisce del 5,7% rispetto al 2022, risultando pari a 3,2 terajoule per milione di euro di Pil;
  • l’“Intensità energetica del valore aggiunto” (rapporto tra NDEU_energy e valore aggiunto), calcolato con riferimento al totale delle attività produttive, si attesta su 2,3 terajoule per milione di euro di valore aggiunto, il 4,8% in meno dell’anno precedente, con differenze significative tra le singole attività produttive sia nel segno che nel valore della variazione annua (+1,5% per l’Agricoltura, -10,9% per l’Industria e +6,0% per i Servizi);
  • l’“Intensità di emissione di CO2 dei consumi energetici” (rapporto tra emissioni di CO2 e NDEU_energy) diminuisce complessivamente del 2,8% rispetto al 2022, con una riduzione più marcata per le attività produttive (-3,7%, pur esistendo variazioni molto differenti per le singole attività) rispetto alle famiglie (-0,8%).

Per maggiori informazioni, si rimanda ai metadati pubblicati.

Per informazioni
Direzione centrale per la Contabilità nazionale

Giusy Vetrella
tel. 06 4673 3236
vetrella@istat.it

Silvia Zannoni
tel. 06 4673 3109
zannoni@istat.it

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