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L’Italia è un Paese per single?

Una tovaglia apparecchiata, sullo sfondo il rumore delle stoviglie, il telegiornale, fratelli che bisticciano o parlano della giornata con i genitori: la cena di una famiglia media italiana nell’immaginario collettivo.

Eppure, nella maggioranza delle case italiane dobbiamo togliere qualche coperto dalla tavola. Nel 2024, infatti, una famiglia in Italia aveva in media 2,2 componenti. Le famiglie numerose sono un ricordo del passato: quelle di quattro componenti rappresentano solo il 13,5 per cento, quelle con cinque componenti il 3,1 per cento, famiglie con sei o più componenti sono mosche bianche.

Spesso i coperti da togliere sono quelli dei figli: sempre meno sono le coppie con figli in Italia, mentre aumentano le famiglie composte da una sola persona. Fra il 2023 e il 2024, oltre un terzo delle famiglie era composta da persone sole. Si tratta spesso di donne anziane che sopravvivono ai loro mariti, perché le donne sono più longeve e meno propense a risposarsi.

D’altra parte, fra i non anziani, la quota di chi vive solo è pressoché raddoppiata rispetto ai primi anni Duemila. In questo caso il fenomeno riflette un cambiamento nelle scelte di vita ed è spesso legato all’instabilità coniugale. I single non vedovi sono 6,3 milioni per l’esattezza e rappresentano circa una famiglia su quattro.

Aumentano anche le famiglie di un solo genitore con figli, sono quasi una su 10. Fra queste, quelle dove i monogenitori sono single non vedovi sono quasi il doppio rispetto a vent’anni fa. Inoltre, continua a calare il numero dei matrimoni. Nel 2023 sono stati celebrati solo 3,1 matrimoni ogni mille abitanti Italia: in Europa solo la Slovenia ha un tasso di nuzialità più basso.

Quindi, non sappiamo se l’Italia è un Paese per single, ma sappiamo senz’altro che vivere soli è sempre più comune e che i single sono in buona compagnia.

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