Società e grandi crisi economiche 1929-2016
25 novembre 2016
Aula Magna | Rettorato della Sapienza Università di Roma
Piazzale A. Moro, 5Ore 9.00-18.15
26 novembre 2016
Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma
Via del Castro Laurenziano, 9
Il 25 e 26 novembre si svolge a Roma il convegno dal titolo “La Società italiana e le grandi crisi economiche 1929-2016”, che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per l’anniversario della fondazione dell’Istat.
Il convegno affronta il tema dell’evoluzione della società italiana nell’arco dei novant’anni della storia dell’Istituto. L’evento ripercorre i cambiamenti sociali ed economici che si sono succeduti in Italia, nel corso del tempo, per effetto delle grandi crisi che hanno investito il Paese.
Programma e materiali 25 NOVEMBRE 2016 |
Programma 26 NOVEMBRE 2016 |
Il cambiamento viene raccontato sia in una prospettiva macroeconomica, sia attraverso l’analisi di variabili di tipo micro. Particolare rilievo viene dato agli effetti dei diversi cicli economici sui fenomeni che riguardano la demografia, l’integrazione, le disuguaglianze, la povertà, il cambiamento generazionale, le diverse prospettive di genere, la salute e infine sulla domanda di istruzione in Italia.
9.00 | REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI |
9.30 | INTERVENTI DI SALUTO Videointervista Videointervista Presiede i lavori Videointervista |
10.00 | DUE CRISI A CONFRONTO Presentazione | Videointervista |
10.40 | CRISI ECONOMICHE E BENESSERE. ITALIA, 1929-2016 Videointervista |
11.20 | PAUSA |
11.40 | ESPANSIONI E RECESSIONI: IDENTIFICAZIONE E INTERPRETAZIONE DEI CICLI ECONOMICI IN ITALIA UTILIZZANDO I DATI STORICI DI CONTABILITÀ NAZIONALE Presentazione | Videointervista |
12.20 | CRESCITA, CRISI, DIVERGENZA: LA DISUGUAGLIANZA REGIONALE IN ITALIA NEL LUNGO PERIODO Presentazione | Videointervista |
13.00 | PAUSA |
14.00 | IMPATTO DELLE GRANDI CRISI ECONOMICHE SU SALUTE E MORTALITÀ: IL CASO ITALIANO Presentazione | Videointervista |
14.40 | DEMOGRAFIA: DA “LENTA” A “VELOCE” Presentazione | Videointervista |
15.20 | LE DUE GRANDI CRISI DEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO: GLI ANNI TRENTA DEL XX SECOLO A CONFRONTO CON GLI ANNI DIECI DEL XXI SECOLO Presentazione | Videointervista |
16.00 | PAUSA |
16.20 | ESPANSIONI E CONTRAZIONI DELLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA IN ITALIA DALL’INIZIO DEL XX SECOLO AD OGGI. IL RUOLO DELLE RIFORME SCOLASTICHE E DELLE VICENDE ECONOMICHE Presentazione | Videointervista |
17.00 | CONCLUSIONI Videointervista |
Alla seconda giornata, che si svolge presso la Facoltà di Economia della Sapienza, partecipano più di 400 studiosi ed esperti provenienti dalle più grandi università italiane e straniere e dal mondo delle istituzioni e della ricerca. L’approccio ai temi trattati è multidisciplinare: dall’economia alla statistica, alla demografia, alle scienze sociali e politiche e alla comunicazione.
Sono previsti 49 panel, raggruppati per ambito tematico in 15 sessioni complessive. Il tema della crisi è il denominatore comune dei diversi interventi ed è anche l’elemento che spiega le grandi trasformazioni politiche, sociali ed economiche che si sono succedute negli ultimi novant’anni.
Moltissimi gli argomenti affrontati: l’immigrazione e i movimenti migratori, le dinamiche del mercato del lavoro e del sistema produttivo, i mutamenti degli spazi urbani, l’evoluzione delle forme di consumo. Particolare rilievo viene dato anche ai temi sociali, con riguardo all’integrazione, alle disuguaglianze, alla povertà, al cambiamento generazionale e alle diverse prospettive di genere.
Sessione 1Aula 1 – Tarantelli
9:00 – 11:00
Chair: Federico Barbiellini Amidei | Banca d’Italia
Moderatore: Ferdinando Giugliano | La Repubblica
Una discussione multidisciplinare tra economisti dell’innovazione, di Industrial Organization, di teoria dell’impresa, storici dell’economia, studiosi di psicologia e scienze cognitive. Parole chiave: depressioni, rischio, incertezza, imprenditorialità, innovazione, dati R&S e brevetti, sistemi innovativi, memoria.
Secondo la teoria economica cosa dovrebbe succedere all’innovazione in occasione di profonde recessioni? Chi sono e come innovano gli “innovatori” in tempi di crisi? Come gli imprenditori, le imprese, lo stato hanno reagito nella Grande Depressione e nella Grande Recessione sotto il profilo dell’attività innovativa? Se l’esperienza delle crisi ha effetti dilungo termine sull’attitudine al rischio, quale è il lascito della memoria a seguito di eventi “senza precedenti”? come deve evolvere il sistema innovativo a fronte della Grande Recessione?
Crisi, imprenditorialità e innovazione dal XX al XXI secolo
Congruenza tecnologica e cambiamento tecnologico indotto. Il caso italiano 1861-2010
“Cervello emotivo” e crisi economiche
Innovazione e ricerca in tempi di crisi: il rapporto tra università e impresa
L’eterogeneità nei processi d’innovazione in Italia negli anni della Grande Recessione
Discussant: Marcello Messori | Università LUISS “Guido Carli”
11:15 – 13:15
Chair: Andrea Colli | Università Bocconi
Il panel intende fornire uno sguardo riassuntivo sul tema dell’imprenditorialità italiana in prospettiva storica e comparata. Diversi modelli imprenditoriali presenti nel Paese saranno messi a confronto al fine di identificare meglio cause ed effetti delle fluttuazioni economiche sugli stessi. Particolare attenzione sarà dedicata agli aspetti di internazionalizzazione, cooperazione e deindustrializzazione.
Imprenditorialità e cicli economici in Italia. Linee generali di interpretazione
La deindustrializzazione in italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito
Esiste ancora un capitalismo ‘italiano’?
La cultura di impresa cooperativa di fronte alle recessioni economiche
Le imprese italiane nel nuovo contesto globale
14:00 – 16:00
Chair: Michelangelo Vasta | Università degli studi di Siena
In the 150 years that followed Unification, Italy left the periphery of the world economy and, by joining the “convergence club”, reached a level of wealth close to the core of the industrialized Western countries. In the last two decades, however, the country’s economic performance has been one of the worst in the world, and the long lasting weakness of the Italian productive system clearly emerged. This pattern casts doubts about the robustness of the position acquired by Italy in the international economy: is Italy a permanent member of the core of the most advanced countries just facing a crisis or, to the contrary, only
temporarily left the periphery of the world economy and is going back to its original role? The aim of this panel is to provide an answer to this historical question, by looking at the relation between institutions, firm structure, technical progress and economic performance.
The Ghost in the Attic? The Italian National Innovation System in historical perspective
The curious case of the coexistence of two orders: Italy institutions since Unification
Does centralization foster human capital accumulation? Quasi-experimental evidence from Italy’s Liberal Age
Does Innovation foster business profits? Evidence from Italy, 1910-1939
The Value of Political connections in Fascist Italy – Stock market returns and corporate networks
Italian small business: strength and weakness in the long term view
The crisis of the Prato industrial district in the works of Edoardo Nesi: a blend of nostalgia and self-complacency
16:15 – 18:15
Chair: Renato Giannetti | Università degli studi di Firenze
Il panel ha come quadro interpretativo generale l’ascesa e il declino di quell’originale tipologia di capitalismo industriale italiano costruito a partire dalla crisi 1905-07. Il governo del sistema economico italiano nel dopoguerra si basava sul controllo pubblico dei flussi finanziari all’interno di un sistema istituzionale costituito da apparati di natura pubblica e basato sul controllo della moneta, della finanza e del finanziamento del complesso industriale, pubblico e privato. Il panel affronta tre aspetti specifici di questo modello in riferimento alle grandi imprese, pubbliche e private: l’ascesa e il declino della impresa pubblica; il finanziamento delle imprese pubbliche attraverso gli istituti speciali e il finanziamento di quelle private attraverso Mediobanca e un sistema di Borsa centrato essenzialmente sul controllo proprietario dei maggiori gruppi nazionali. Un ruolo cruciale per il funzionamento di questo assetto era svolto dallo Stato, qui osservato dal lato dell’andamento del debito pubblico e del suo finanziamento in un modello basato sulla sovranità monetaria. Infine, un importante aspetto pubblicistico del rapporto Stato imprese è rappresentato dalla presenza di un sistematico meccanismo di regolazione dei prezzi che dura fino agli anni ’70, qui osservato nel periodo tra le due guerre mondiali.
Ascesa e declino dell’impresa pubblica italiana
Il finanziamento delle imprese e gli Istituti di credito speciale
Innovazioni istituzionali e sostenibilità del debito pubblico in prospettiva storica
Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana
I “salotti buoni” nella borsa italiana: una prospettiva di rete. (1983-2013)
Sessione 2Aula 8b
9:00 – 11:00
Chair: Giuseppe Marotta | Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Cefin
Il panel affronta gli effetti della crisi sulla condizione finanziaria di due soggetti storicamente con maggiori difficoltà nell’accesso al credito bancario. Due interventi sono incentrati sull’evoluzione del risparmio e della ricchezza e sulla vulnerabilità finanziaria delle famiglie. Due interventi affrontano l’andamento della situazione patrimoniale e del credito commerciale e le condizioni di accesso a finanziamenti bancari e non delle PMI. Si indaga su come la crisi possa avere inciso sulle intenzioni di auto-imprenditorialità da parte di studenti universitari, uno degli snodi cruciali nei rapporti tra famiglie, mondo del lavoro e istituzioni finanziatrici. Infine, si esaminano i mutamenti normativi per mitigare le conseguenze della crisi sull’indebitamento di famiglie e micro imprese e favorire iniziative di autoimprenditorialità.
La condizione finanziaria delle PMI italiane
Il finanziamento delle imprese durante la crisi
Riflessi della recente crisi finanziaria ed economica sul risparmio e l’indebitamento delle famiglie italiane
La vulnerabilità delle famiglie indebitate in Italia
Strumenti per il sostegno di famiglie e piccole e micro imprese
Crisi e propensione alla creazione di nuove imprese
11:15 – 13:15
Chair: Letizia Mencarini | Università Bocconi
La crisi economica ha colpito soprattutto i giovani attraverso l’aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro. Un impoverimento di risorse e un’instabilità delle condizioni di vita che non possono non avere ripercussioni sui comportamenti demografici, in primis quelli della formazione delle unioni e del comportamento riproduttivo. La sessione accoglie un variegato insieme di contributi che indagano questi aspetti sia nel quadro europeo e internazionale, sia specificamente nella realtà italiana.
Benessere soggettivo nell’Eurozona durante la Grande Recessione e transizioni demografiche
La fecondità ai tempi della crisi. L’effetto della Grande Recessione negli Stati Uniti
Fecondità e Grande Recessione in Europa: dinamiche e relazioni
Fecondità e progetti riproduttivi in Italia: l’impatto della crisi economica
Matrimonio o convivenza? Precarietà Lavorativa e formazione dell’unione in Italia
14:00 – 16:00
Chair: Lorenzo Benadusi | Università degli studi Roma Tre
Il panel intende analizzare la crisi economica del ’29 e i suoi effetti economici e politici sulla società italiana degli anni Trenta. La crisi quindi come fattore di cambiamento, di sperimentazione e di indagine conoscitiva del paese, ma anche di accentuazione dei tratti autoritari e demagogici del regime fascista. A partire dalle riflessioni di Charles Maier sulla rifondazione dell’Europa borghese saranno analizzate le nuove forme di decisione politica e di intervento dello Stato e in particolar modo il rapporto tra enti pubblici ed esecutivo, ripiegamento nel privato e sviluppo di nuove modalità di partecipazione politica; populismo demagogico e tentazione tecnocratica; incremento dei consumi e disoccupazione; controllo della povertà e politiche sociali e assistenziali, corporativismo e autarchia.
Crisi economica e deriva plebiscitaria (1929-1939)
Fascismo e consumi, tra economia, politica e cultura
Poveri da impazzire. Manicomi, povertà e assistenza nell’Italia Fascista
Enti pubblici e politiche sociali
Il calcolo del reddito nazionale e l’emergere della questione meridionale
Dalla pace sociale alla nuova economia: il corporativismo fascista come modello universale?
16:15 – 18:15
Chair: Lucia Mannetti | Sapienza Università di Roma
Nel 2009 Akelrof e Shiller, entrambi Nobel per l’economia, nell’introdurre il loro famoso “Animal Spirits” scrivevano: “Non capiremo mai veramente eventi economici importanti a meno che non ci confrontiamo con il fatto che le loro cause sono in gran parte di natura mentale”. I contributi di questa sessione si propongono proprio di fornire un contributo alla comprensione dell’impatto psicologico che la crisi economica ha avuto in ambiti diversi quali: la percezione di insicurezza in ambito lavorativo, la stima della disuguaglianza economica attuale in Italia, l’orientamento alla cooperazione come possibile leva per ridurre l’evasione fiscale, l’impatto dell’incertezza economica sulla discriminazione intergruppi, la presenza/assenza della crisi nella comunicazione pubblicitaria.
Incertezza economica e discriminazione intergruppi
Strategie di comunicazione pubblicitaria in tempo di crisi economica
Il costo psicosociale della crisi: l’impatto dell’insicurezza lavorativa per gli individui e le organizzazioni
Affrontare la crisi riducendo l’evasione fiscale: una possibile soluzione basata sulla motivazione a cooperare
Disuguaglianza economica percepita e ruolo delle variabili socio-demografiche
Sessione 3Aula 5
9:00 – 11:00
Chair: Luigi Cannari | Banca d’Italia
Il panel confronta il recente ciclo immobiliare con quelli del passato e illustra i cambiamenti nel modo di guardare alle abitazioni da parte di differenti operatori economici, e in particolare istituzioni finanziarie e amministrazioni pubbliche.
Un secolo di mercato immobiliare
With (more than) a little help from my bank. Loan-to-value ratios and access to mortgages in Italy
Assessing financial stability risks arising from the real estate market in Italy
Il patrimonio residenziale nel difficile mercato immobiliare. Dal binomio casa-famiglia alle nuove esigenze abitative
La locazione in Italia: prospettive per gli investitori istituzionali e privati
Livello e andamento dei valori di mercato e dei valori catastali
11:15 – 13:15
Chair: Alfredo Gigliobianco | Banca D’Italia
Che relazione esiste tra politiche della concorrenza e ciclo economico? E’ opportuno mantenere (o rafforzare) politiche di sostegno della concorrenza nei momenti di crisi? Da un lato, a fronte di una domanda aggregata bassa, e prezzi stabili o calanti, la concorrenza potrebbe deprimere ulteriormente i prezzi, innescando una spirale negativa; dall’altro, un mercato più concorrenziale permetterebbe di selezionare i produttori miglior, più innovativi, creando le basi per uscire dalla congiuntura negativa.
L’atteggiamento del legislatore durante la Grande Depressione fu molto diverso da quello adottato durante la Grande Recessione. Negli anni Trenta, la risposta alla crisi si tinse di una venatura anticoncorrenziale: furono rafforzati i cartelli, aumentarono le protezioni doganali. Con la Grande Recessione, invece, l’impianto della politica antitrust non è stato rivisto, in particolare in Europa.
Effetti delle grandi crisi sugli assetti delle imprese: un confronto tra il decennio 1930 e 2010
La concorrenza nel settore Bancario: quali differenze tra la grande depressione e la grande recessione?
Proteggersi dalla concorrenza
Prezzi e concorrenza negli anni di crisi
Concorrenza e dinamica industriale al tempo della crisi
Tutela della concorrenza e politiche di assicurazione sociale
Le priorità della politica della concorrenza nelle fasi di crisi economica
14:00 – 16:00
Chairs: Patrizia Battilani | Università degli Studi di Bologna
Proponendo nuovi studi e riflessioni, il panel offrirà un quadro delle risposte che l’economia italiana ha offerto alle sfide provenienti dal contesto sociale ed economico internazionale, dalle disuguaglianze alla povertà dalla ridefinizione dell’architettura istituzionale all’emergere della società del benessere, dalle migrazioni internazionali a quelle interne.
Il welfare locale nel ‘900: imprese private e pubbliche amministrazioni a confronto
Le mutazioni urbanistiche a Roma nel ventennio fascista: dagli sventramenti alle baraccopoli
L’evoluzione del mercato del lavoro in Italia dal miracolo economico al nuovo millennio tra nuove sfide e antiche debolezze
Lo sviluppo economico italiano e le eredità istituzionali
L’agricoltura italiana dagli anni ’30 al nuovo millennio nelle ricerche dell’Istat: crescita produttiva e benessere
L’Italia e l’integrazione economica europea: tra sfide e opportunità
L’effetto delle riforme pensionistiche sulla disuguaglianza dei redditi
Politiche Sociali, diseguaglianze e generazioni in Italia nel lungo periodo
Politica Fiscale e dinamica del Debito Pubblico in Italia
Sessione 4Aula 6a
9:00 – 11:00
Chair: Carlo Filippucci | Università degli studi di Bologna
I dati sui consumi delle famiglia sono utilizzati per trattare aspetti non tradizionali dell’analisi del consumo. Ci si interroga su come i cambiamenti nell’indagine abbiano influito sullo studio della povertà e si utilizzano questi dati per approfondire lo studio della povertà e disuguaglianza sociale in Italia attraverso un confronto critico tra le diverse fonti. Il tema della diseguaglianza è approfondito poi nella sua dimensione territoriale. Inoltre si mostra come l’integrazione di varie fonti con quella dei consumi può portare ad uno studio più appropriato del benessere capace di cogliere le interazioni tra economia e disagio sociale. L’utilizzo dei dati sui consumi consentono anche di vedere come la crisi economica abbia determinato l’insorgere di diseguaglianze meno note, per esempio sul valore nutrizionale dei consumi alimentari per diverse tipologie di famiglie. Infine, su un piano più macroeconomico, l’analisi dei consumi coglie come le politiche abbiano agito sui comportamenti della popolazione nel caso particolare ma importante della spesa per la salute.
Comportamenti di consumo e divari territoriali
Consumi delle famiglie, alimentazione e crisi economica
Consumi, standard di vita: un’analisi socio-ecologica
Profili di disuguaglianza e povertà in Italia: un confronto tra stime da fonti ufficiali
L’intervento pubblico in ambito sanitario e l’impatto sui consumi delle famiglie
La qualità delle stime di povertà “ufficiali” in Italia
11:15 – 13:15
Chair: Roberta Sassatelli | Università degli studi di Milano
Una delle migliori bussole per comprendere il ruolo delle crisi economiche è quella dei consumi. Soprattutto in seguito all’ultima crisi si è acceso un ampio dibattito pubblico su come lo stile di vita degli italiani, e dei ceti medi in particolare, si stia trasformando. Il panel inquadra la trasformazione dei modelli di consumo in relazione al modo in cui viene ad essere ridefinito il confine tra ciò che è necessario e ciò che è superfluo, e con esso vengono a ridefinirsi i contorni del tempo libero e dei consumi inerenti al tempo dello svago, della ricreazione e della creatività. Si diffonde l’attrattiva del rischio (es. gioco d’azzardo) come alternativa all’insicurezza di fondo, mentre forme di autoproduzione vengono reinquadrate come consumi del tempo libero (es. inviti a cena, orti urbani) e il tempo della produzione si mescola a quello del consumo generando nuove pratiche che mirano a costruire nuovi progetti di sicurezza.
Qualità, quantità, etica e portafoglio: il significato del cibo per le famiglie italiane
Orti urbani oltre la crisi: autoproduzione alimentare e natura in città
Crisi o declino? L’evoluzione della spesa per consumi delle famiglie italiane a cavallo della crisi
I consumi culturali e ricreativi tra due crisi
Il consumo di tempo libero e sport nell’Italia della crisi
Giocare col futuro: il gambling in tempo di crisi
14:00 – 16:00
Chair: Laura Bovone | Università Cattolica del Sacro Cuore
Il presente workshop intende esplorare l’impatto delle grandi crisi economiche sul sistema moda italiano, che durante il 900 ha visto comunque crescere in modo vistoso la sua importanza relativa nel panorama dell’economia nazionale e globale. Di questo impatto i vari contributi prenderanno in esame non solo gli aspetti economici, ma anche gli aspetti culturali – la moda occupa un posto preminente non solo nell’economia dei beni simbolici, ma più in generale nella cultura materiale e nell’immaginario sociale – e i nessi con la politica economica e internazionale del nostro paese.
L’autarchia in mostra: moda, modernismo e fascismo
Il ruolo della moda nel processo di modernizzazione dell’Italia. Considerazioni sociologiche
Da una crisi all’altra: le sfide e i mutamenti della moda dal 1929 al 1973
New outlook. Moda e industria attraverso e dopo le crisi degli anni 2000
Moda e tecnologie digitali
16:15 – 18:15
Chair: Sante Orsini | Istat
Le crisi economiche manifestano i loro effetti non solo a livello “macro” degli indicatori economici, anche il tessuto della vita quotidiana ne viene alterato. I comportamenti si modificano, magari per adattamenti temporanei che possono però divenire strutturali e diminuire la qualità della vita. Nel carrello della spesa possono rimanere più consumi di “sopravvivenza” e meno consumi di “benessere”. La crisi economica può portare sempre meno risorse per la manutenzione urbana, per i servizi, influenzando la qualità della vita nel contesto di residenza delle persone. Un degrado urbano crescente è un potente driver di insoddisfazione e sfiducia per la politica. Partecipazione politica e sociale sono fortemente sfidate dagli effetti delle crisi economiche: declino partecipativo o attivismo critico. Questi alcuni degli aspetti affrontati nel panel.
Crisi economiche e crisi di fiducia
I comportamenti di spesa delle famiglie durante la crisi
Servizi ambientali nelle città: evoluzione della domanda, dell’offerta e della soddisfazione dei cittadini
La qualità della vita nelle città
Qualità del contesto di vita e fiducia istituzionale
Trasformazioni e invarianti della partecipazione associativa in Italia. Più risorse, più attivismo?
Sessione 5Aula 6b
9:00 – 11:00
Chair: Francesca Sofia | Università degli studi di Bologna
Il panel intende promuovere un dialogo interdisciplinare tra storici afferenti a diversi campi disciplinari (storia economica, del lavoro, della statistica e delle istituzioni) e statistici, finalizzato ad indagare i metodi, criteri e categorie utilizzate per la misurazione del lavoro (e del non lavoro) in momenti cruciali della storia del capitalismo: le crisi che, dal 1929, hanno segnato la storia del Novecento fino al nuovo Millennio. Il contributo storico contribuirà ad una riflessione critica sulle categorie utilizzate per misurare il lavoro, mettendo in luce il modello disoccupazione “standard” sotteso a tali misurazioni e come questo cambia nel tempo. D’altra parte la misurazione del non lavoro, proprio a partire dalla crisi del 1929, diviene sempre più cruciale non solo sul piano scientifico ma su quello più propriamente politico, per l’elaborazione delle politiche economiche e del lavoro volte a contrastare il fenomeno.
Introduzione ai lavori
Pensare e misurare il lavoro non standard tra due crisi. Una riflessione dagli anni settanta a oggi
Quanti sono i disoccupati? Misurare il non lavoro in tempo di crisi. Un percorso di analisi dagli anni trenta a oggi
All’origine dell’indagine campionaria sulle Forze di lavoro. La monografia Emilia della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla Disoccupazione (1953)
L’indice di Confindustria e Istat dei salari orari nell’industria, 1928-1939: elaborazioni, revisioni e manipolazioni in tempo di crisi e di guerra
11:15 – 13:15
Chair: Vincenzo Matera | Università di Milano Bicocca
Entro una cornice antropologica, il processo sociale di progressiva contestualizzazione degli individui, di acquisizione delle risorse culturali e della competenza necessaria per muoversi in modo sensato nello spazio sociale – processo che produce i nuovi membri di una società secondo modelli prefissati più o meno rigidi – è visto nei termini di una progressiva riduzione dell’indeterminatezza (in termini di potenzialità individuali). Il nucleo tematico del panel si estende tra l’incertezza del futuro e l’indeterminatezza (l’espandersi sociale di un senso di indeterminato). I diversi contributi presentati mettono a fuoco dal punto di vista teorico o sulla base di etnografie le condizioni che producono in alcuni contesti sociali – urbani e non – senso di appartenenza, quella sorta di “sentirsi a casa” che è premessa e risultato di relazioni sociali costruttive e improntate alla gestione dell’incertezza del futuro e, viceversa, quelle che sortiscono effetti contrari (anche violenti e conflittuali).
Incertezza, capacità di immaginazione del futuro e apocalissi
Economie dell’incertezza: festa, località, autonomia simbolica
La crisi delle aree urbane di marginalità
Cambiamento climatico urbano: percezioni e narrazioni
Cosa significa abitare in periferia? Il caso di studio bolognese
Occupare spazi urbani e vivere nelle case popolari. Alcune note etnografiche sulla città metropolitana di Milano
Rappresentazioni della crisi nei giovani studenti lombardi
Il futuro oltre le sbarre. Etnografia di un laboratorio teatrale all’Ucciardone (Palermo)
Crisi, disoccupazione e clientelismo. Un’analisi comparativa tra Bosnia ed Italia
14:00 – 16:00
Chair: Francesco Daveri | Università Cattolica del Sacro Cuore
La crisi ha portato con sé la perdita di un quarto della produzione industriale italiana. Ma il calo della produzione industriale non è avvenuto con la stessa intensità in tutti i settori e in tutte le aree d’Italia. I dati di Intesa San Paolo aiutano ad individuare i casi di successo e di insuccesso nei distretti e nei settori industriali.
Un dato persistente della manifattura italiana è lo scarso contributo della riallocazione del lavoro all’accelerazione della produttività. L’effetto di distruzione creativa delle recessioni di cui parlava Joseph Schumpeter stavolta non si è ancora visto, almeno nell’economia italiana. Non c’è da disperare tuttavia. I dati delle regioni italiane guardati su un lungo orizzonte temporale, indicano che l’imprenditorialità si può imparare. In particolare, la presenza e il successo degli imprenditori di oggi è fortemente correlato con la possibilità di crescere e istruirsi in un ambiente caratterizzato da un denso tessuto imprenditoriale. Conclusioni analoghe valgono quando si guarda alle esperienze di sviluppo locale in altre parti del mondo che indicano l’importanza del capitale umano nel favorire la crescita delle aree meno sviluppate.
Lo scarso contributo della riallocazione del lavoro alla crescita della produttività manifatturiera in Italia
Distretti industriali nuovamente locomotive dell’industria italiana
Si può imparare a fare l’imprenditore?
Disuguaglianze regionali e crescita economica nel mondo 1950-2010
16:15 – 18:15
Chair: Alessandra Pescarolo | Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana – IRPET
Come questione preliminare sarà considerato il mutamento della percezione dei criteri di registrazione statistica della disoccupazione e dell’inattività femminile e maschile, con i suoi presupposti ideologici, economici e politici e le sue conseguenze sulla percezione delle crisi (Alberti). Le crisi del 1929, del 1973 e del 2008 saranno analizzate con riferimento alla diminuzione dell’occupazione e al suo slittamento verso settori caratterizzati da costi del lavoro e produttività differenti e da una maggiore o minore presenza maschile e femminile. Riconsidereremo in questa prospettiva – attraverso varie fonti – il caso di Prato dopo il 1929, con lo sviluppo della piccola impresa e del lavoro a domicilio, e – attraverso le biografie degli operai e delle operaie espulsi dall’industria – quello dei cambiamenti di lavoro seguiti alla deindustrializzazione di Torino, a partire dagli anni Settanta.
Introduzione al tema
Il lavoro delle donne e la crisi del ’29
Il sistema tessile pratese nella crisi del 1929: disoccupazione e riorganizzazione imprenditoriale
La disoccupazione nell’Italia del novecento: l’evoluzione delle categorie analitiche e degli strumenti di misurazione statistica in una prospettiva di genere
Fronteggiare la crisi. Strategie e percorsi per ritrovare il lavoro nel processo di contrazione dell’industria a Torino
Sessione 6Aula 6c
9:00 – 11:00
Chair: Corrado Bonifazi | Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS-CNR
La sessione punta ad analizzare le dinamiche territoriali della mobilità interna italiana durante le principali crisi economiche che hanno caratterizzato lo scenario italiano a partire dagli anni trenta del secolo scorso ad oggi. Il tema sarà affrontato da prospettive disciplinari diverse per consentire una lettura più ampia dei processi presi in esame, nonché un confronto tra gli effetti che le diverse crisi economiche hanno avuto in questo ampio intervallo di tempo sulle dinamiche territoriali della mobilità interna.
La mobilità interna in Italia in una prospettiva di lungo periodo
Misurare le mobilità interne in tempo di crisi: le tensioni nel sistema anagrafico tra anni ’20 e ’30
La mobilità per lavoro dei giovani meridionali ai tempi della crisi
La mobilità interna degli stranieri e degli autoctoni in Spagna e in Italia nel periodo della crisi economica
I fattori attrattivi della componente straniera: la dinamica recente in alcune regioni italiane
11:15 – 13:15
Chair: Giovanna Fullin | Università degli studi di Milano-Bicocca
Gli effetti della recente crisi economica sono diventati evidenti nel mercato del lavoro italiano con un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei, ma sono molto persistenti nel tempo. Il panel si focalizza sui cambiamenti che si sono registrati nella struttura occupazionale italiana in seguito alla crisi, con attenzione alle differenze tra quanto accaduto nelle regioni settentrionali e in quelle meridionali. Le analisi proposte mirano inoltre a mettere in luce il diverso impatto della crisi sulla condizione occupazionale degli immigrati rispetto ai nativi e sui processi di sostituzione e complementarietà tra queste due componenti della forza lavoro, oltre a sottolineare il ruolo rilevante giocato dalle politiche (non solo migratorie). Il caso italiano verrà discusso in prospettiva comparata nel quadro europeo.
Il ruolo delle politiche nel regolare l’offerta di lavoro immigrato: sviluppi recenti
L’impatto della crisi sull’impiego di manodopera straniera nei mercati del lavoro
Il lavoro immigrato nell’Italia della decrescita
Immigration, jobs and employment protection: evidence from Europe before and after the great recession
14:00 – 17:00
Chair: Enrica Morlicchio| Università degli studi di Napoli Federico II
Nel Mezzogiorno si concentrano il 26% degli occupati e il 70% dei posti di lavoro persi durante gli anni della recente crisi. In questa parte di Italia vivono un terzo della popolazione, la metà dei poveri in condizioni di povertà assoluta e la stragrande maggioranza dei poveri in condizione di povertà relativa. I divari tra il Sud e il Centro-Nord si sono anch’essi aggravati nel corso della crisi. Nel Mezzogiorno si registrano segnali preoccupanti di collasso della struttura sociale e di declino demografico, fenomeno quest’ultimo che non riguarda più solo le aree interne.
La sessione pone a confronto studiosi di diversa estrazione disciplinare per analizzare vecchi e nuovi divari territoriali e per individuare le situazioni più gravi, con un’attenzione particolare alle politiche industriali, sociali e occupazionali già sperimentate in passato o che occorrerebbe realizzare. Essa intende anche portare alla luce gli elementi di resistenza e di innovazione sociale che pure permangono nel Mezzogiorno.
L’idea alla base della sessione è che la crisi economica iniziata nel 2008 ha ancora una volta reso evidente che la questione meridionale è questione nazionale e che il suo perdurare senza il ricorso a soluzioni strutturali potrebbe comportare per l’Italia il rischio di ritrovarsi “questione meridionale” europea.
Economie territoriali dinamiche del mezzogiorno
Il mezzogiorno e le grandi crisi mondiali: le politiche pubbliche
Lavoro, reddito e consumi dei migranti: processi in integrazione e nuove povertà nel Mezzogiorno
Lavoro delle donne e servizi welfare
Trasformazioni demografiche, mercato del lavoro e nuovi movimenti migratori
Tensioni distributive nel Mezzogiorno: evidenze e implicazioni di policy
Migrazioni interne ieri e oggi e dinamiche del dualismo
Sessione 7Aula 8a
9:00 – 11:00
Chair: Fulvia D’Aloisio| Seconda Università degli studi di Napoli
Le trasformazioni cosiddette post-fordiste della produzione e del lavoro accomunano i contributi etnografici presentati in questo panel, il cui filo rosso è organizzato lungo un continuum che ha ai due estremi la dismissione e la riconversione di aree produttive, e nel mezzo alcuni esempi di settori produttivi riorganizzatisi sotto le spinte neoliberiste recenti: partendo dal noto caso di deindustrializzazione della Fiat di Termini Imerese, si passa ad alcuni comparti artigianali/industriali di tipo manifatturiero (mobile d’arte in Brianza e automotive in Basilicata – qui ancora Fiat già FCA), poi al trasporto merci su gomma (terziario), per arrivare infine alla riconversione di un sito produttivo, le saline del cagliaritano, recentemente trasformate in parco turistico. La prospettiva teorica dell’antropologia e il suo strumento primo, l’etnografia, consentono di cogliere alla piccola scala trasformazioni economico-produttive di scala globale, con le specifiche ricadute, connotate da vecchie e nuove forme di precarietà, nelle esistenze quotidiane e negli orizzonti di vita dei lavoratori.
Generazioni di operai a confronto con la dimensione globale. Vecchia e nuova precarietà alla FCA (Fiat-Chrysler Automobile) di Melfi
Il processo di deindustrializzazione della FIAT di Termini Imerese. Potere, sindacato e trasformazioni identitarie
L’artigiano flessibile nel distretto della produzione del mobile in Brianza
Aderisci allo sciopero! O alla serrata? I camionisti italiani tra centralità economica e marginalità contrattuale
Spazi del lavoro, spazi del tempo libero. Una interpretazione della trasformazione dei luoghi della produzione industriale in luoghi per il tempo libero in Sardegna
11:15 – 13:15
Chair: Carlo Barone| Sciences Po
I rapporti scuola-famiglia in Italia dal punto di vista dei genitori. Alcuni spunti tratti da Pisa 2009 e 2012
Immatricolati e laureati: un’analisi diacronica tra disuguaglianze e riforme
La redditività dell’istruzione universitaria nell’Italia: un’analisi di costi, rischi di fallimento e rendimenti economici secondo il corso di laurea
Le indagini Istat sui diplomati e sui laureati come risorsa per l’orientamento alla scelta universitaria: evidenze da un esperimento randomizzato
14:00 – 17:00
Chair: Raffaella Sarti | Università degli studi di Urbino Carlo Bo
Con un’ottica di lungo periodo, il panel mira a indagare se e come si sia trasformato il lavoro domestico e di cura salariato durante le crisi. Saranno considerate la crisi degli Anni Trenta e degli Anni Settanta del Novecento. L’attenzione sarà però concentrata soprattutto sugli ultimi dieci anni. Tra le ipotesi di cui sarà valutata la correttezza nei diversi contesti, quella secondo la quale il settore domestico e di cura rappresenterebbe un impiego-rifugio per lavoratrici e lavoratori espulsi da altri settori e quella, in gran parte opposta, secondo la quale le crisi comporterebbero licenziamenti anche di lavoratrici domestiche e assistenti familiari a causa dell’impoverimento dei datori di lavoro e della maggior presenza, nelle famiglie, di persone senza lavoro remunerato extra-domestico disponibili a svolgere gratuitamente, in casa propria, attività domestiche e di cura.
Lavoro domestico e di cura in tempo di crisi: un confronto tra gli anni trenta e oggi
Viaggio nel lavoro di cura. Chi sono, cosa fanno e come vivono le badanti che lavorano nelle famiglie italiane
Donne straniere e italiane nel lavoro domestico durante gli anni della crisi: competizione o complementarietà? Anna Di Bartolomeo | European University Institute
Il benessere delle assistenti familiari in tempi di crisi economica
Sessione 8Aula 13
9:00 – 11:00
Chair: Antonietta Mazzette | Università degli studi di Sassari
L’inasprirsi dell’instabilità nell’area mediterranea e meridionale ha indotto un’intensificazione dei fenomeni migratori. Le domande di cittadinanza non solo politica, ma anche economica e sociale dei migranti, appaiono di difficile soluzione, anche per lo sgretolarsi dello stato sociale che non aiuta il complesso processo di integrazione dei newcomers. Soprattutto sulle città viene esercitata una forte pressione che non può lasciare intatta la stessa struttura organizzativa urbana. In quest’ottica, gli spazi urbani sono sempre più lo scenario principale da cui osservare ciò che sta accadendo in relazione a queste nuove presenze, come pratiche sociali e come percezione (di sicurezza innanzitutto). Nella presente sessione si affronteranno questi aspetti problematici a partire da alcune città: Trieste, Milano, Torino, Bologna, Catania e il sistema urbano della Sardegna settentrionale.
I contesti urbani dell’alto Adriatico di fronte ai processi migratori e al riaffermarsi delle funzioni di regolazione e differenziazione dei confini
Concentrazione come segregazione o come processo identitario
Spazi pubblici urbani e percorsi di integrazione di rifugiati e richiedenti asilo. Il caso torinese
Il dislocamento di rifugiati e richiedenti asilo nello spazio urbano. Uno studio di caso: Bologna
L’impatto della migrazione forzata sui territori della Sicilia sud-orientale
Accoglienza dei migranti forzati e trasformazione degli spazi urbani: l’esperienza della Sardegna settentrionale
11:15 – 13:15
Chair: Domenico Perrotta | Università degli studi di Bergamo
Michele Colucci | Istituto di studi sulle società del Mediterraneo ISSM-CNR, di Napoli
L’agricoltura e le sue trasformazioni hanno rappresentato uno dei maggiori elementi di cambiamento nella struttura sociale ed economica dell’Italia contemporanea. Le trasformazioni del settore agricolo oltre a incidere sul paesaggio , sull’economia, sui rapporti sociali hanno anche determinato importanti spostamenti di popolazione sul territorio. Esodi, partenze, ritorni, movimenti stagionali, pendolarismi, spopolamento e ripopolamento hanno accompagnato l’alternarsi dei modi di produzione, dagli anni trenta fino ad oggi. Il panel intende mettere a confronto esperienze migratorie diverse nel tempo e nello spazio, che però hanno avuto in comune l’appartenenza al mondo rurale, soffermandosi sui molteplici nessi esistenti tra produzione, specializzazione, distribuzione e movimento delle persone. Si passa dagli anni trenta e dalle bonifiche volute dal regime fascista (che determinarono lo spostamento di migliaia di famiglie) alla crisi dell’agricoltura e all’esodo dalle campagne nel dopoguerra, per arrivare agli anni settanta e allo sviluppo dell’immigrazione straniera. Si arriva ai giorni nostri, analizzando alcune specifiche realtà dove il nesso tra agricoltura, allevamento e lavoro migrante è particolarmente forte. Gli studiosi e le studiose appartengono a diversi campi disciplinari: sociologia, storia, agronomia. Il tentativo è quello di condividere fonti, strumenti di analisi, linguaggi e metodologie all’interno di una cornice comune, che possa stimolare la ricerca e la riflessione attorno a questioni che sembrano essere esplose di recente ma che hanno una lunga incubazione e stratificazione nel corso del tempo.
La mobilità delle campagne nel Novecento padano: una ricerca sul caso ferrarese
L’Agro pontino dalla bonifica fascista alla Repubblica (1930-1950): dal successo mediatico di un esperimento socio-economico alla complessa realtà del secondo dopoguerra
Gli anni settanta e la diffusione dell’immigrazione straniera: il ruolo dell’agricoltura
Le trasformazioni della filiera olivicola in Sicilia occidentale. Una ricerca etnografica
La crisi dell’allevamento nelle aree interne del Mediterraneo e i pastori migranti
Tra i braccianti stranieri e i supermarket: l’agricoltura italiana negli ultimi 25 anni
14:00 – 16:00
Chair: Giuseppe Sciortino | Università degli studi di Trento
La forma, composizione e resilienza delle reti di relazioni interpersonali rappresentano una dimensione cruciale, ma poco studiata, dei processi di integrazione della popolazione straniera. Nel corso del processo d’insediamento, alcune relazioni si attenuano o entrano in crisi, mentre altre nascono o assumono una maggiore rilevanza. Questi cambiamenti esercitano un ruolo importante sia nella definizione dei progetti migratori e le identità individuali sia sulla creazione e mantenimento dei confini sociali tra gruppi di emigrazione. Il panel prevede la presentazione di un complesso di ricerche volte a descrivere ed analizzare le reti relazioni della popolazione straniera in Italia, focalizzandosi con particolare attenzione sulla natura e varietà dei legami.
L’effetto del gruppo dei pari sull’apprendimento scolastico nelle classi con studenti stranieri .
Solitudine involontaria e reti interpersonali della popolazione straniera in Italia
La crescita dei matrimoni misti in Italia: un indicatore di integrazione o di marginalità degli immigrati?
Reti sociali e senso di appartenenza nel contesto migratorio. Un’indagine in Lombardia
Le reti matrifocali transnazionali delle donne capoverdiane migranti in Italia
Sessione 9Aula 12
9:00 – 11:00
Chair: Manuela Martini | Université Lumière Lyon 2
Andrea Goldstein | Nomisma, Bologna
Il panel propone di discutere la questione delle ricadute della circolazione della migrazione altamente qualificata sui paesi di partenza e di arrivo e prendere l’esperienza italiana come esempio. Accanto a studi empirici sugli effetti dell’emigrazione italiana sui livelli di scolarizzazione già sul finire della Grande Depressione della fine de XIX secolo e sull’attuale emigrazione altamente qualificata italiana in Francia, saranno presentati i momenti chiave del dibattito nazionale e internazionale sulle migrazioni qualificate dell’ultimo secolo. In modo specifico saranno analizzate le modalità utilizzate dalle organizzazioni internazionali per creare un consenso intorno al fenomeno della circolazione della migrazione altamente qualificata.
Introduzione. Concetti e dibattiti sull’emigrazione altamente qualificata nel lungo periodo
I canali del brain gain nell’esperienza storica italiana
Le organizzazioni internazionali e la difficile costruzione di un consenso sulla fuga dei cervelli
Gli italiani altamente qualificati a Parigi: fuga dei cervelli o nuovo modello migratorio?
11:15 – 13:15
Chair: Salvatore Strozza| Università di Napoli Federico II
Dopo quasi quarant’anni di immigrazione straniera l’importanza delle seconde generazioni e, più in generale, dei figli degli immigrati si è fortemente accresciuta e progressivamente sta investendo le diverse sfere della società italiana. Ne sono ormai ben coscienti gli studiosi e anche gli stessi operatori pubblici, senza contare che il tema dell’inserimento dei figli degli immigrati sta acquistando centralità pure nel dibattuto pubblico. Scopo del workshop e fare il punto della situazione sull’inserimento scolastico, le relazioni sociali e la partecipazione al mercato del lavoro dei giovani figli di stranieri / immigrati sulla base dei dati derivanti da indagini internazionali e nazionali, mettendo in luce similitudini e differenze tra generazioni migratorie e tra queste e i coetanei italiani.
Risultati indagine PISA. Il quadro internazionale sulle seconde generazioni e gli apprendimenti
Dispersione e ritardo scolastico dei giovani stranieri: questioni strategiche da affrontare
L’indagine sull’integrazione delle seconde generazioni: andare bene a scuola e stare bene a scuola
L’indagine sull’integrazione delle seconde generazioni: le relazioni sociali dentro e fuori la scuola
Il fenomeno dei Neet tra i giovani stranieri in Italia
Giovani immigrati e mercato del lavoro: similitudini e differenze con gli italiani per generazione migratoria
14:00 – 17:00
Chair: Roberto Impicciatore | Università degli studi di Bologna
La crescente preoccupazione per i migranti internazionali tende a porre in ombra le dinamiche migratorie interne.
Tuttavia, la crescente complessità della mobilità umana richiede di porre maggiore attenzione anche a questi movimenti i quali, oltre a essere più rilevanti in termini numerici rispetto a quelli internazionali, vanno a influire in maniera determinante sui processi economici e sociali dell’intero Paese. L’obiettivo di questo panel è di tracciare le tendenze in atto nella mobilità interna in Italia nelle sue varie declinazioni (mobilità residenziale, temporanea, per lavoro, per studio, ecc.) e alla luce delle recenti trasformazioni nel mercato del lavoro e delle peggiorate condizioni economiche della famiglie italiane. Si vogliono fornire, inoltre, spunti di riflessione sulle definizioni e classificazioni utilizzate in letteratura, sulle potenziali fonti di dati e sulle prospettive future.
Why do they move? Caratteristiche e determinanti della mobilità interna in Italia
Comunque mobili. Oltre le fonti tradizionali
Mobilità flessibile per lavoro: le migrazioni temporanee dal Sud Italia
Migranti interni e internazionali: similitudini e differenze
Mobilità studentesca e differenze territoriali in Italia. Le migrazioni interregionali sono un gioco a somma zero?
Culture della mobilità interna: una rassegna etnografica sul movimento degli italiani tra lo sviluppo degli anni cinquanta e la crisi odierna
Immaginari e esperienze di mobilità in Italia
Sessione 10Aula 2
9:00 – 11:00
Chair: Giovanni Battista Sgritta | Sapienza Università di Roma
La ‘grande recessione’ ha fatto segnare un salto di scala dei processi di emarginazione con l’esclusione, in casi estremi l’espulsione, dai ‘normali’ ritmi della convivenza civile di segmenti crescenti della popolazione. L’inizio di questi processi risale in effetti più indietro nel tempo. Già dagli anni Ottanta i sistemi di welfare hanno subito importanti interventi di ‘ricalibratura’ e, spesso, di vero e proprio ‘retrenchment’. Questo scenario riguarda in misura diversa tutti i paesi europei, anche se gli effetti della crisi sono stati maggiormente avvertiti nei paesi del Sud Europa, i più colpiti dalla ‘grande recessione’ e dalle politiche di austerità. L’Italia, in particolare, si distingue per una serie di preoccupanti primati negativi: la quota di giovani in età 20-24 anni fuori dai processi di istruzione, formazione e lavoro; la situazione del Mezzogiorno, la povertà minorile, la partecipazione ai sistemi di istruzione, la disoccupazione giovanile e femminile, etc.. Molti di questi fenomeni sono da tempo oggetto di rilevazione statistica e di conoscenza e indagine empirica. L’impressione, tuttavia, è che una parte di questa fenomenologia, presumibilmente la più grave, si sottragga alle interpretazioni della teoria sociale e alle misurazioni convenzionali e dunque alla narrazione e al dibattito pubblico. L’improvviso aggravarsi della sofferenza sociale rischia così di passare inosservato e la sua estensione e la sua dinamica sottovalutate. Se l’obiettivo della teoria sociale è quello di rappresentare la realtà sociale in tutta la sua profondità e complessità, fuori dalle apparenze, è dunque giocoforza coniare nuove categorie concettuali, sperimentare nuovi strumenti di rilevazione, praticare fonti inedite. Scopo della sessione è l’analisi della rilevanza di questi fenomeni nella realtà italiana, evidenziandone le cause, i processi strutturali e le differenziazioni territoriali, sia tramite studi qualitativi e di casi, sia mediante indicazioni di nuove metodologie e/o di elaborazioni di dati rintracciabili in varie fonti. L’eventuale comparazione con analoghi fenomeni presenti in altre realtà Sud-Europee potranno eventualmente contribuire ad aumentare la consapevolezza dei processi in atto.
Il percorso è la meta. Efficacia e limiti del programma Garanzia Giovani nell’integrazione lavorativa dei NEET
L’indebitamento delle famiglie italiane: trampolino verso il benessere o trappola finanziaria?
I migranti nella crisi: processi di sostituzione e strategie di adattamento dei braccianti tunisini in provincia di Ragusa
La rinuncia alle cure
Sviluppo capitalistico/esclusione sociale/espulsioni. Il caso italiano in prospettiva comparativa
Essere homeless: percorsi di vita e fattori determinanti
11:15 – 13:15
14:00 – 18:00
Chair: Chiara Saraceno | Collegio Carlo Alberto, Moncalieri
Obiettivo di questo panel è duplice. In primo luogo, intende analizzare quale sia stato l’impatto della crisi sulle disuguaglianze economiche e territoriali, con particolare, ma non esclusivo riguardo, alla povertà e sulle loro conseguenze sulla salute. In secondo luogo vuole offrire elementi di valutazione e discussione sulla misura in cui il sistema di welfare nazionale e territoriale ha reagito alla crisi, contrastando, o viceversa accentuando, le disuguaglianze, la povertà, e il loro eventuale aumento.
L’impatto della crisi sulle disuguaglianze economiche. Una introduzione
Scelte di policy e distribuzione del reddito
Crisi economiche e redditi degli italiani
La salute degli italiani attraverso la crisi: tra resilienza e vulnerabilità
L’aumento del differenziale salariale di genere in Italia durante la crisi economica del 2008-2012
Come costruire efficaci politiche contro la povertà? Alcune lezioni dall’esperienza
Crisi e povertà minorile in Italia
La dinamica della povertà negli anni di crisi, letta attraverso le diverse misure di povertà e deprivazione
Crisi, austerità e welfare: le ricadute in termini di diseguaglianze nell’accesso al sistema dei servizi
Le disuguaglianze territoriali in Italia: caratteri strutturali e dinamiche recenti
Povertà e Salute Globale
Sessione 11Aula 9
9:00 – 11:00
Chair: Marco Marzano | Università degli studi di Bergamo
Alessandro Rosina | Università Cattolica del Sacro Cuore
Questo panel offre uno spettro di interventi ad ampio raggio sulla condizione giovanile e il mutamento sociale. Si partirà da riflessioni più generali di natura comparata sui “giovani di ieri” e “quelli di oggi” per affrontare temi più specifici della condizione giovanile contemporanea quali la rilevanza e l’ampiezza dell’impegno dei ragazzi nel volontariato, le capacità innovative messe in campo dai giovani nella crisi economica e politica, gli effetti dell’alternanza scuola-lavoro e infine i “paradigmi di giovinezza” adoperati da chi è incaricato di disegnare le politiche giovanili in Italia.
Alternanza scuola-lavoro e transizione alla vita adulta. La riforma della scuola e nuovi scenari di mutamento
Giovani, crisi e innovazione sociale. La sperimentazione di nuove pratiche economiche e politiche
Governare i giovani. I paradigmi di giovinezza nelle politiche giovanili
Il volontariato dei giovani tra vecchie e nuove forme di impegno
Generazioni di giovani
Le transizioni scuola lavoro in Italia: evoluzione storica e situazione attuale
11:15 – 13:15
Chair: Cristina Freguja | Istat
L’invecchiamento della popolazione è una delle più grandi sfide sociali, economiche e culturali della nostra epoca. Negli ultimi decenni si è molto dibattuto sulle importanti ripercussioni di questo cambiamento demografico sul mercato del lavoro, sull’integrazione sociale della popolazione anziana, sulla sostenibilità dei sistemi di welfare e sanitari. Il disegno e la realizzazione di politiche che consentano di affrontarne le sfide, ma anche di sfruttare le opportunità offerte dall’invecchiamento della popolazione, richiede una tensione continua verso una sempre migliore comprensione delle molteplici implicazioni del fenomeno, analizzandone l’impatto sugli individui, le reti di relazioni, la famiglia, la società. Le relazioni scelte per questo panel intendono fornire un contributo allo sforzo analitico, secondo approcci e tematiche diversi (ciclo di vita, age management, condizioni di salute, socialità, sostegno, solitudine) la cui complementarietà ne rafforza il valore euristico.
Un diverso ciclo di vita in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione?
Le reti di relazioni degli anziani: tra socialità e sostegno
Lo stato di salute degli anziani: cosa è cambiato negli ultimi 30 anni
Il lavoratore over 50 rende meno? Condizioni e percezione dell’invecchiamento tra gli individui e le organizzazioni
14:00 – 16:00
Chair: Manuela Naldini | Università degli studi di Torino
Il panel discute il tema della variabilità e delle trasformazioni dei modi di “fare famiglia” alla luce della crisi economica. E’ noto come in Italia la famiglia di origine abbia un peso rilevante per comprendere sia i processi di autonomia o viceversa quelli dipendenza dei giovani. Tuttavia, la famiglia di origine, ancora di più in tempo di crisi, è fondamentale anche per comprendere uno dei passaggi più cruciali e duraturi nella vita degli individui, quello del diventare genitore, o del diventarlo una seconda volta. Il peggioramento della situazione economica ha probabilmente inciso negativamente sulle carriere lavorative, sulla decisione di formare la coppia e sulle scelte procreative dei giovani. Ma gli effetti della crisi possono risultare anche molto diversificati, a seconda del genere, della classe di appartenenza della famiglia di origine, o a seconda che si distingua tra famiglie “nuove” o “tradizionali”.
Prima e dopo la nascita del figlio. Da coppie moderne a famiglie tradizionali
Diventare genitore in tempo di crisi
I figli non fanno figli: La crisi dei progetti di vita delle nuove generazioni
Origine sociale e prime fasi della carriera lavorativa dei giovani
Alleanze intergenerazionali: la familiarità dei margini
16:15 – 18:15
Chair: Marco Marzano | Università degli studi di Bergamo
Il panel ha come obiettivo la messa a fuoco del ruolo svolto dal sottosistema religioso nel cambiamento del Paese del Secondo Dopoguerra. La discussione e il dibattito saranno condotti ad ampio spettro e da diversi punti di vista epistemologici e teorici, spesso da diverse posizioni culturali. In particolare ci concentreremo sull’analisi della dimensione territoriale, sui cambiamenti nella struttura organizzativa della principale organizzazione religiosa italiana, e cioè la Chiesa Cattolica, sulla persistenza di un tradizionalismo religioso di marca squisitamente cattolica e sulla ricostruzione dei principali contributi sociologici allo studio dei fenomeni religiosi nel nostro Paese.
Cattolicesimo e sviluppo: nessi differenti tra Nord e Sud
Religione e tradizionalismo dagli anni ’70 ad oggi
Riflessione sui dati Istat sulla pratica religiosa in Italia
La crisi in corso come crisi di una configurazione sociale, la religione, il cristianesimo. Il caso italiano
Il declino del cattolicesimo per inerzia e la nuova terra di mezzo del credere
Verso un Italia post-cattolica?
Sessione 12Aula 4
9:00 – 11:00
Chair: Gianfranca Angela Rita Ranisio | Università degli studi di Napoli Federico II
Le scelte politiche derivate dalla crisi economica, tese a diminuire gli investimenti nella sanità pubblica, sono state motivate attraverso un discorso legato a termini come efficacia, efficienza, razionalizzazione, anche se poi, di fatto, si sono ispirate alle logiche neoliberiste, privilegiando il mercato e limitando le possibilità di decisione delle comunità locali. Questo ha prodotto nuove disuguaglianze nell’accesso si servizi sanitari, anche a in virtù delle differenze regionali. Ci si propone di far emergere un quadro differenziato, che permetta un confronto critico tra le retoriche ufficiali e i bisogni reali degli attori sociali coinvolti negli interventi terapeutici e di riabilitazione, tra i discorsi istituzionali e le pratiche, le esperienze e le rappresentazioni dei soggetti.
La riorganizzazione delle cure primarie in un’area interna della Campania
Bambini, preadolescenti con malattie croniche e territorio: il caso del diabete di tipo 1
ll “corpo sofferente” del profugo. Linee guida del Ministero della Sanità
Antropologia medica della crisi. Una prospettiva etnografica comparata sull’erosione del diritto alla salute fra Umbria e Campania
Relazione di cura, esperienza di malattia e diritto alla salute: una riflessione antropologica
Ineguaglianze in salute e forme di cittadinanza
11:15 – 13:15
Chair: Maura Misiti | Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS-CNR
Il panel intende affrontare il tema della crisi dal punto di vista di alcuni segmenti di popolazione che vivono in condizioni di fragilità esposti al rischio di marginalità ed esclusione sociale. Quest’ultima va intesa sempre di più come processo multifattoriale e multidimensionale, determinato in modo interattivo e cumulativo da diversi fattori che evolvono come per esempio l’impossibilità di accedere al mercato del lavoro o di mantenere un’occupazione e un’abitazione stabili nel tempo; il coinvolgimento nel mercato del lavoro nero connesso a carriere scolastiche discontinue o interrotte; caratteristiche personali (originarie o subentrate); l’instabilità o mancanza delle reti sociali primarie; difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi di welfare incluso il sistema educativo; la necessità di protezione specifica come quella internazionale per i rifugiati e richiedenti asilo. Le relazioni inviate faranno riferimento – laddove possibile – alle fonti di indagine prodotte nel tempo dall’Istat o a dati di indagine originali. La presenza del discussant permetterà una lettura delle tematiche in chiave di prospettive politiche e sociali.
I profili delle persone senza dimora in Italia negli anni 2011 e 2014
Le persone con disabilità in Italia: svantaggi territoriali e di genere nella partecipazione sociale
Giovani che non studiano e non lavorano dopo la grande crisi
Richiedenti e diniegati protezione internazionale
Gli studi sindacali sul lavoro minorile nel nostro Paese
14:00 – 17:00
Chair: Adolfo Morrone | Istat
Il Bes – benessere equo e sostenibile – è una linea di ricerca, un processo che assume come punto di partenza la multidimensionalità del benessere per descrivere l’insieme degli aspetti che concorrono alla qualità della vita dei cittadini. L’analisi del benessere in Italia durante l’ultimo decennio, in particolare attraverso i difficili anni di crisi economica, mostra un quadro di luci ed ombre, di tendenze positive di lungo periodo meno condizionate dalla congiuntura, come gli aspetti legati alla salute, all’istruzione o alle reti sociali, e di altre profondamente segnate dalla crisi come il lavoro e la condizione economica delle famiglie. L’obiettivo del workshop è di utilizzare i temi del benessere per analizzare le recenti evoluzioni della società italiana negli anni a cavallo della crisi.
L’impatto della crisi sul benessere delle persone nei paesi dell’area OCSE
La crisi economica post-crisi finanziaria globale: le vie d’uscita per l’Italia e l’Europa
Gli effetti della crisi sulla disuguaglianza economica
Partecipazione all’università e crisi economica
Benessere soggettivo e aspetti soggettivi del benessere: aspetti concettuali e analitici
La resilienza come strumento per la sostenibilità del benessere
Sessione 13Aula 8c
9:00 – 11:00
Chair: Pasquale Colloca | Università degli studi di Bologna
Oltre alle conseguenze economiche e materiali, la ricerca sociale mostra che una crisi può avere degli effetti anche sugli atteggiamenti dei cittadini. Attraverso la presenza di contributi di tipo empirico, il panel si propone di indagare gli atteggiamenti civici e politici degli italiani in tempi di recessione economica. Da una parte, si intende analizzare la cultura civica, e in particolare gli atteggiamenti legati al modo di vedere la società e di rapportarsi con gli altri (fiducia generalizzata, tolleranza, ecc.). Dall’altra parte, l’attenzione è posta sugli atteggiamenti politici, soprattutto in relazione alla partecipazione politica e al funzionamento democratico della società.
Aspetti strutturali e congiunturali della carenza di cultura civica in Italia
Gli atteggiamenti degli italiani verso gli immigrati: crisi e filtro politico
Mancanza di tempo o di interesse? Vincoli strutturali e culturali alla partecipazione politica delle donne in Italia
L’impatto del welfare state sulla partecipazione politica durante la recessione
Gli atteggiamenti politici degli italiani: esposizione alla crisi e rischi democratici
11:15 – 13:15
Chair: Patrizia Resta | Università degli studi di Foggia
Il riconoscimento e la tutela dei diritti nell’Italia contemporanea trova spazio in un dibattito teorico che raramente si traduce in una contrattazione politica efficace. Le aule dei tribunali, al contrario, ospitano sempre più spesso contenziosi che hanno origine in habitus diversi. Diversi perché stranieri ma anche perché alternativi. La società civile reagisce, oscillando fra il rifiuto incondizionato e l’accettazione acritica. I concetti di pluralismo giuridico, inteso come la presenza di ordinamenti diversi all’interno di un medesimo contesto sociale, e quello di pratica giuridica, espressione di un sapere giuridico incorporato, costituiscono strumenti epistemologici da cui partire per analizzare i casi di studio (famiglie omogenitoriali, donne a rischio di pratiche MGF, patrimonio immateriale, magie locali) scelti per valorizzare l’ampio spettro in cui si articola il dibattito antropologico giuridico.
Quale uguaglianza? La Società italiana e la negoziazione dell’uguaglianza
Pratiche contestate. Controversie legali tra comunità di eredità e attivismo animalista
Oltre lo strumento penale per garantire i diritti delle donne. La legge 7/2006 “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” a dieci anni dalla sua promulgazione
Filiazione e genitorialità fra pratiche, rappresentazioni e diritto: il caso dell’omogenitorialità in Italia
Dissimulare l’anomia: mafie locali e rifunzionalizzazione del modello tradizionale. Il caso della mafia Garganica (Foggia)
14:00 – 16:00
Chair: Roberto D’Alimonte | Università LUISS “Guido Carli”
La sfida della crisi del 2008 ha impattato fortemente sul sistema politico italiano: crisi di leadership e di programma dei grandi partiti; difficile governo tecnico; successo di nuovi partiti anti-establishment; infine, una controversa stagione di riforme. Il panel intende indagare le radici di queste tensioni e difficoltà, tratteggiando l’evoluzione del sistema politico italiano dal dopoguerra a oggi, con particolare riferimento: alla difficile legittimazione del regime democratico, possibile solo grazie all’ancoraggio partitico; al declino e alla trasformazione della partecipazione politica; alla svolta competitiva emersa con la Seconda Repubblica; alla scomparsa della classica frattura religiosa della Prima Repubblica; alle sfide e ai cambiamenti prodotti dall’impatto della crisi.
L’ancoraggio partitico della nuova democrazia
Dall’età dell’oro alla fine dei partiti di massa: declino e trasformazione della partecipazione politica
Verso un sistema competitivo: dalla Prima alla Seconda Repubblica
La scomparsa della frattura religiosa
La sfida della crisi
16:15 – 18:15
Chair: Costanzo Ranci | Politecnico di Milano| DASTU
Il panel è finalizzato ad evidenziare l’impatto della crisi economica sulle disuguaglianze sociali e sull’insicurezza sociale in Italia e in Europa. La crisi infatti non ha colpito tutti i gruppi sociali in modo equivalente e ha acquisto la vulnerabilità sociale di specifici gruppi sociali. Nel panel verranno presentati studi svolti di recente sulla base di database europei e italiani, volti a ricostruire l’impatto redistributivo e sociale della crisi. Un’attenzione specifica verrà anche prestata al ruolo svolto dalle politiche di welfare in questa difficile transizione. Il dibattito che seguirà sarà focalizzato sui possibili scenari futuri e sul ruolo svolto dalle politiche pubbliche.
Salari bassi e povertà in Europa: il contributo di un salario minimo europeo
L’andamento della diseguaglianza salariale in Italia: il ruolo dell’istruzione
L’insicurezza sociale in Italia e in Europa. Una questione ancora da decifrare
Il welfare state nella grande recessione: Ammortizzatore sociale o moltiplicatore d’insicurezza?
Discussione generale dei paper presentati nella sessione
Sessione 14Aula 11
9:00 – 11:00
Chair: Giovanna Leone | Sapienza Università di Roma
Il panel propone una riflessione a più voci sulle conseguenze pragmatiche del racconto della crisi, mettendo a Confronto i due casi storici della grandi crisi del 1929 e della crisi attuale. Si confrontano i celebri discorsi che Roosevelt rivolse direttamente alla nazione e il racconto della crisi nei mezzi di comunicazione di massa italiani attuali. Ci si interroga su come le diverse strategie discorsive usate a commento dei dati economici favoriscano un processo di empowerment ed impegno personale, oppure suggeriscano implicitamente di affidarsi a una soluzione tecnica e leaderistica, favorendo un atteggiamento d’impotenza e d’incompetenza. In questa cornice di senso, si discuterà in modo interdisciplinare su riflessioni teoriche e ricerche empiriche di psicologi sociali ed economisti.
Ce lo chiede l’Europa? Un’analisi longitudinale del discorso giornalistico italiano sulla decisione di inserire il pareggio di bilancio in costituzione
La politica contro l’inerzia della crisi
Le due Grandi Crisi: il contenuto economico, istituzionale e culturale della scelta per il loro superamento
I media e la costruzione della conoscenza in campo economico. Il ruolo del linguaggio figurato
Fiumi di parole: leggere i quotidiani attraverso l’analisi automatica e semi-automatica dei testi
11:15 – 13:15
Chair: Fausto Colombo | Università Cattolica del Sacro Cuore
A partire da alcuni momenti di svolta nel corso del ‘900 per i media e per il paese (la crisi del ’29, il secondo dopoguerra, gli anni settanta, fino agli anni più recenti) il panel si propone di analizzare l’innovazione in campo mediale e il suo valore ciclico o anticiclico rispetto alle crisi economiche e sociali, secondo una prospettiva storica e tenendo conto della specifica fisionomia culturale del paese. Saranno messi in particolare evidenza i tre aspetti tipici dell’innovazione mediale: l’organizzazione produttiva e il quadro legislativo (monopolio vs concorrenza). L’innovazione tecnologica (con l’avvento nel corso del Novecento della radio, della televisione, della telefonia mobile e della rete) la messa a punto di contenuti (con la ben nota dialettica tra contenuti autoprodotti e contenuti importanti).
I media e le crisi: funzione ciclica o anticiclica
Televisione tra Stato e Mercato: la frattura comunicativa degli anni ’70
Internet come fattore di disruptive innovation e mediatizzazione culturale
Il capitale umano. Creatività ed ecosistema dei media
14:00 – 17:00
Chair: Saverio Gazzelloni | Istat
Lo scenario della fruizione culturale è stato profondamente modificato nel corso degli ultimi decenni dalla velocità con cui le nuove tecnologie della comunicazione hanno ridisegnato i tradizionali equilibri tra contenuti, canali e forme della fruizione. A partire dai primi anni ’80 i nuovi canali di fruizione hanno modificato i gusti, i comportamenti, i luoghi e le dimensioni sociali della fruizione culturale. Il mix tra antiche e nuove forme di fruizione culturale ha interessato i domini tradizionali così come nuovi spazi e nuove forme della cultura, e lo sviluppo del cloud ha amplificato i tempi e gli spazi della fruizione e delle forme di apprendimento, sincronizzando tutti i dispositivi comunicativi multimediali a disposizione dei soggetti fruitori/produttori di cultura.
Tra il lusco e il brusco
Metamorfosi negli apprendimenti
Stili di fruizione culturale in Italia. Il contributo informativo delle indagini Istat
Libri e lettura fra carta e digitale
La lettura di libri tra passato e presente
Alla ricerca della qualità
La tv italiana e l’on demand: lo sbarco dei grandi player internazionali ed i nuovi equilibri del settore audiovisivo
Sessione 15Aula 3
9:00 – 13:00
Chair: Linda Laura Sabbadini | Istat
Obiettivo della sessione è analizzare come si è evoluta la vita delle donne e il contributo delle donne all’economia e alla società nel periodo di crisi avendo come sfondo anche i grandi cambiamenti avvenuti negli anni ‘90 con la forte ripresa di occupazione femminile all’indomani della recessione dell’inizio degli anni ‘90. Ciò verrà analizzato dal punto di vista del lavoro (il lavoro cresce ma quale e di quale qualità’), del contributo fornito al reddito, dei cambiamenti intervenuti nell’organizzazione dei tempi di vita che porranno in luce quanto possano essere imputati ad effetti composizione(titolo di studio e occupazione femminile) e quanto invece ad un cambiamento culturale e nei comportamenti; dei differenti modelli migratori delle immigrate, nuovo soggetto femminile degli ultimi anni; dei comportamenti riproduttivi. Chiuderà la sessione una parte relativa alle politiche che verificherà quanto la presenza delle donne nelle giunte comunali possa aver fatto la differenza nella composizione della spesa in periodo di crisi e l’importanza che rivestono gli investimenti in infrastrutture sociali nel promuovere una crescita inclusiva. Verrà inoltre condotta una riflessione su quanto investimenti in infrastrutture sociali possano rispondere a diversi obiettivi inclusivi proprio in una fase di crisi: sostenere l’occupazione e il reddito nel breve periodo, promuovendo la partecipazione femminile al mercato del lavoro e la formazione di capitale umano.
I cambiamenti nell’occupazione femminile dagli anni ‘90
I mutamenti nell’asimmetria della divisione dei ruoli nella coppia dalla fine degli anni’80 ad oggi
“Gender pay and participation gaps: where do we stand?”
Uscire dalla crisi: il ruolo degli investimenti in infrastrutture sociali
Crisi economica, modelli migratori e ruoli di genere
Donne e figli tra aspettative e vincoli
Donne, politiche pubbliche locali e crisi economica
14:00 – 17:00
Chair: Uberto Gatti | Università degli studi di Genova
Nel corso degli ultimi anni in Italia si sono verificati alcuni cambiamenti nella diffusione dei reati, alcuni dei quali sono aumentati ed altri diminuiti, in connessione con trasformazioni realizzatesi sul territorio e con mutamenti della reazione sociale. Tali cambiamenti verranno analizzati sia attraverso le statistiche di polizia, sia attraverso le indagini di vittimizzazione, confrontando fonti di rilevazione di diverso tipo. Saranno analizzati alcuni particolari fenomeni, la cui importanza è progressivamente cresciuta, quali la corruzione e gli effetti delle recenti migrazioni. Particolare attenzione verrà infine posta alle reazioni della società nei confronti della delinquenza, al fenomeno della paura del crimine, al problema dell’azione della polizia.
Uno sguardo alla criminalità dagli anni ’90 ad oggi
Le vittime della criminalità predatoria: un’esperienza di integrazione dei dati amministrativi con i dati campionari
La rilevazione della corruzione nell’indagine sulla Sicurezza dei cittadini: criticità e potenzialità
Flussi migratori e criminalità
Insicurezza e disordine nelle smart cities
Argomenti per un’agenda ricerca sul Policing in Italia
Economia politica e processi di criminalizzazione dei migranti negli anni della crisi
Disclaimer: L’Istituto nazionale di statistica non si assume alcuna responsabilità per i contenuti presentati nelle slide di questa giornata