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Una soluzione stabile per il lavoro agile dietro la protesta di una parte dei lavoratori Istat

La protesta di una parte dei dipendenti Istat di questi giorni è legata alla decisione presa dall’amministrazione di rendere il lavoro agile un istituto giuridico stabile, prevedendo la possibilità di fruire di 10 giorni di lavoro agile al mese, anziché 20 giorni ogni due mesi come avvenuto nel primo periodo post-pandemico, fino al febbraio 2023. La soluzione adottata – attualmente tra le più flessibili nel panorama delle amministrazioni centrali dello Stato a normativa vigente – risponde a una migliore organizzazione del lavoro, con la prospettiva di arrivare a soluzioni ancor più avanzate di desk sharing che, oltre a consolidare forme flessibili di impiego, possono consentire all’Istituto una riduzione delle spese di gestione delle sedi centrali e territoriali.

Con l’ultima legge di Bilancio Istat ha ottenuto nuove risorse pari a 5 milioni di euro l’anno per il proprio potenziamento e ha appena concluso sette procedure concorsuali nazionali per assunzioni a tempo indeterminato e altre cinque procedure selettive per avanzamenti interni di cui hanno già beneficiato oltre 220 dipendenti.

Complessivamente solo nel 2023 entrano in Istat 128 nuovi dipendenti, portando il personale in organico a un totale di 1.980 unità, invertendo per la prima volta il progressivo calo di dipendenti che ha contrassegnato l’ultimo decennio di gestione. Proprio domani entrano in Istituto gli ultimi 56 nuovi dipendenti che hanno superato il concorso.

I nuovi dipendenti seguono le oltre 80 unità entrate in Istituto con le assunzioni del 2022 attraverso procedure diversificate, tra le quali la mobilità da altre amministrazioni e lo scorrimento di graduatorie di vecchi concorsi. Inoltre, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) 2023-2025 approvato in gennaio prevede ulteriori scorrimenti delle graduatorie dei ricercatori e tecnologi (I-III livello). Per oltre 50 dipendenti è stato poi consentito di beneficiare di una procedura di conciliazione per il riconoscimento delle anzianità pregresse maturate con contratti a tempo determinato stipulati anteriormente al 2018.

Tutto questo a conferma della particolare attenzione che l’Istituto riserva ai propri lavoratori, sia con riferimento alla valorizzazione di quelli attualmente in servizio sia nella prospettiva di aumentare ulteriormente le risorse umane, che rappresentano la vera ricchezza dell’Istat.

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