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Commercio estero extra Ue

A dicembre, entrambi i flussi commerciali con i paesi extra Ue registrano una flessione congiunturale, meno marcata per l’export (-0,4%) rispetto all’import (-1,3%).

La flessione congiunturale delle esportazioni riguarda tutti i principali raggruppamenti di prodotti, con l’eccezione dell’energia (+10,4%) e dei beni strumentali (+2,9%). Il calo delle vendite risulta particolarmente accentuato per i beni di consumo durevoli (-8,1%).

La diminuzione congiunturale delle importazioni è limitata all’energia (-6,0%) e ai beni di consumo non durevoli (-1,2%). Gli altri raggruppamenti di beni, in particolare i beni strumentali (+4,4%) e i prodotti intermedi (+3,6%), risultano invece in espansione.

Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale delle esportazioni è positiva (+0,7%), trainata dai beni strumentali (+2,5%) e dai beni di consumo durevoli (+1,9%), mentre la flessione delle importazioni (-4,6%) è particolarmente accentuata per i beni di consumo durevoli (-9,3%) e per l’energia (-7,1%).

Su base annua, le esportazioni mostrano una contenuta espansione (+1,5%) mentre le importazioni presentano una marcata flessione (-7,0%).

A dicembre il saldo commerciale con i paesi extra Ue è ampiamente positivo (+3,3 miliardi) e consente di conseguire un avanzo nell’interscambio annuale di 2,1 miliardi.

L’avanzo commerciale con i paesi extra UE rilevato per il 2012 è sostenuto dall’ampio surplus registrato per i prodotti non energetici, quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente (da 39,1 miliardi nel 2011 a 64,3 miliardi). In particolare, l’avanzo conseguito per i beni strumentali spiega quasi il 70% del surplus dei beni non energetici.

Nel 2012 si rileva una significativa espansione delle vendite di beni ai paesi extra UE (+9,2%) e una contrazione degli acquisti (-3,9%).

I mercati di sbocco più dinamici nel 2012 sono stati: OPEC (+24,6%), Giappone (+19,1%), ASEAN (+18,5%) e Stati Uniti (+16,8%). Sempre nel 2012, la flessione tendenziale degli acquisti è diffusa a tutti i principali mercati, con l’eccezione di OPEC (+19,7%) e Russia (+8,4%).

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