Comunicato stampa

Varati gli indicatori per misurare il benessere della società italiana

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Nel giorno di avvio della Conferenza di Rio de Janeiro sullo sviluppo sostenibile, Cnel e Istat, in condivisione con la comunità scientifica e, per la prima volta, anche con la società civile, hanno selezionato un set di 134 indicatori per rappresentare le 12 dimensioni del benessere equo e sostenibile definite lo scorso ottobre.

Negli ultimi anni il dibattito sulla capacità del prodotto interno lordo (Pil) di fornire un’immagine corretta della realtà è stato vivacissimo. Il Pil, infatti, in quanto misura quantitativa della produzione realizzata dal sistema economico, non offre una visione complessiva del progresso di una società. Per fare questo deve essere integrato con altri indicatori dei fenomeni che influenzano la condizione dei cittadini, quali la salute, la sicurezza, il benessere soggettivo, le condizioni lavorative, il benessere economico, la disuguaglianza, lo stato dell’ambiente, ecc.

Tuttavia, il concetto di benessere cambia secondo tempi, luoghi e culture. La sua misurazione richiede, quindi, non soltanto indicatori affidabili e tempestivi, ma anche la definizione di un quadro concettuale e il coinvolgimento di tutti i settori della società, così da assicurare la legittimazione democratica necessaria per un suo utilizzo condiviso da parte di tutta la società.

Per affrontare questa sfida il Cnel e l’Istat hanno costituito nel dicembre 2010 un “Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana”, composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile: non solo, quindi, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria, ma anche associazioni di volontariato, associazionismo femminile, associazioni ambientaliste ecc., che per la prima volta hanno lavorato insieme per l’individuazione del set di indicatori fondamentali per misurare il benessere. L’obiettivo del Comitato, in analogia a quanto sta avvenendo in altri paesi, è stato quello di sviluppare un approccio multidimensionale e condiviso basato sul concetto di “benessere equo e sostenibile” (Bes), ovvero un nuovo modo per leggere la realtà affiancando alle misure economiche una serie di indicatori non economici fondamentale anche nella progettazione delle politiche pubbliche.

Per realizzare questo obiettivo l’Istat ha svolto il ruolo di coordinamento scientifico dell’iniziativa, avvalendosi di una Commissione scientifica di esperti, mentre il Cnel ha rappresentato il punto di riferimento fondamentale per la sintesi delle diverse istanze della società.

Visita il sito del “benessere equo e sostenibile“.

Data di pubblicazione: 22 giugno 2012

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