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Tavole di dati

Il numero di pubblica utilità 1522: dati trimestrali al IV trimestre 2023

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Le tavole pubblicate riguardano i quattro trimestri del 2023 e contengono dati relativi alle chiamate (telefoniche e via chat) di utenti del numero 1522 e di vittime di violenza che si rivolgono a questo servizio per le richieste di aiuto. Come già avvenuto per la pubblicazione del terzo trimestre 2023, questa nuova produzione del dato è avvenuta attraverso una nuova piattaforma di archiviazione delle informazioni raccolte durante le chiamate. Tale piattaforma, che è stata oggetto di modifiche ed integrazioni nel corso del 2022/2023, consente una migliore definizione delle caratteristiche dell’utenza e dei motivi per cui ci si rivolge a questo servizio e, proprio per questo, genera dati che segnano un’interruzione di serie (si veda a questo proposito la nota metodologica aggiornata illustrativa delle modifiche apportate).

Rispetto ai trimestri già pubblicati e complessivamente rispetto agli andamenti registrati negli anni precedenti, il quarto trimestre registra un picco di chiamate mai osservato in passato. Sebbene già nei tre trimestri del 2023 il numero delle chiamate per telefono e chat abbia registrato una crescita rispetto agli anni precedenti (tavola 6), solo nel quarto trimestre esso a arriva a totalizzare 21.132 chiamate valide (tavola 1) con un incremento percentuale dell’88,9% rispetto al trimestre precedente e del 113,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 (pari a 9.887 chiamate valide). Come evidenzia la tavola 6 e il grafico riportato, il picco registrato non risulta concentrato nella settimana dedicata alla celebrazione della giornata della violenza contro le donne del 25 novembre e non raggiunge i valori toccati dal periodo del lock-down (2021) ma il volume delle chiamate cresce progressivamente dal 18 novembre e si attesta su valori elevati anche dopo la giornata commemorativa.

Ad incidere fortemente sulla crescita dei volumi del quarto trimestre hanno certamente contribuito le campagne promozionali, ma anche i noti fatti di cronaca che hanno agito potentemente sulla sensibilità dell’opinione pubblica sul fenomeno della violenza sulle donne. Questo aspetto è ben evidenziato dalla crescita delle chiamate non solo da parte di utenti e vittime che chiamano per informarsi sulle attività del 1522 (+108,9% rispetto al trimestre precedente), per chiedere aiuto in caso di violenza (+61,3%) e soprattutto di stalking (+113,8%), ma anche da parte di parenti/amici/ conoscenti e operatori dei servizi che, in misura talvolta triplicata, segnalano casi di violenza o chiedono supporto per le vittime (tavola 3).

I dati restituiscono anche qualche suggerimento su quali siano stati i mass media che hanno contribuito maggiormente alla diffusione del servizio (tavola 9). In coincidenza con i passaggi comunicativi sui mass media o su altri canali social si moltiplicano le chiamate per avere informazioni sulla tipologia del servizio erogato (nel quarto trimestre questo motivo costituisce il 37,4% del totale delle chiamate valide).

In continuità con le finalità del servizio e in maniera sempre più puntuale il 1522, nei quattro trimestri considerati, ha svolto un’importante funzione di snodo a livello territoriale tra i servizi a supporto di coloro che vi si rivolgono, mettendo in contatto le vittime con i servizi di protezione più vicini disponibili. In continuità con gli andamenti registrati nei precedenti trimestri circa i due terzi delle chiamate (68,5% nel quarto trimestre) vengono infatti indirizzate verso i servizi più idonei alle richieste che, per l’89,1% dei casi, sono rappresentati da Centri e Servizi Antiviolenza, Case protette e di accoglienza per vittime (tavola 10).

Analizzando i tipi di violenze subite nei quattro trimestri del 2023 (tavola 12), per circa la metà delle vittime è quella fisica a motivare il ricorso alla chiamata di aiuto (42,2% nei quattro trimestri considerati). La violenza psicologica è la seconda causa delle chiamate (33,5% nel quarto trimestre in crescita rispetto al trimestre precedente). Considerando inoltre i casi di vittime che hanno subito due o più tipi di violenze, è la violenza psicologica ad essere subita in forma rilevante: con 2.362 segnalazioni da vittime il quarto trimestre vede una crescita di questa forma di violenza del 46,7% (tavola 12bis). Osservando il totale delle violenze subite, le minacce e gli atti persecutori costituiscono le forme maggiormente diffuse.

Malgrado il volume delle chiamate cresca esponenzialmente nel quarto trimestre rimane costante la durata dell’atto violento: la metà delle vittime (48,8%) dichiara di aver subito per anni, e il 27,8% per mesi la violenza (tavola 13). Pesante appare essere l’effetto degli atti di violenza subita sui comportamenti delle sopravvissute: dal racconto riportato alle operatrici del 1522, nel quarto trimestre il 15,9% delle vittime ha avuto paura di morire e timore per la propria incolumità e dei propri cari, mentre i due terzi di esse prova ansia e il 20,9% si sente in grave stato di soggezione (tavola 14).

La violenza riportata al 1522 è preminentemente di tipo domestico: nei quattro trimestri del 2023 il 69,2% dei rispondenti dichiara che il luogo della violenza è la propria casa (tavola 15). Questo spiega l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita. Nei quattro trimestri considerati oltre la metà delle vittime rispondenti (56%) aveva figli e di queste il 30,4% dichiara di avere figli minori. Nel quarto trimestre di riferimento è pari al 71,7% la percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito alla violenza e al 28,3% i casi in cui i figli la hanno anche subita (tavola 18). La violenza assistita genera reazioni di inquietudine (2.162 casi nei quattro trimestri considerati) ma anche aggressività, paure e ipermaturità che, come la letteratura dimostra, costituisco adverse child experiences che impatteranno seriamente nello sviluppo psicologico, sociale e fisico degli stessi nella loro età adulta (tavola 19). Il fatto che la violenza avvenga in famiglia spiega anche la prevalenza delle figure del partner o ex-partner come principali autori della violenza (tavola 17).

Il fenomeno dell’under-reporting è una delle importanti indicazioni che proviene dai dati del 1522: la maggior parte delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia la violenza subita alle autorità competenti (il 65,5%). Prendendo in considerazione tutti i trimestri i dati evidenziano una persistente resistenza a denunciare: il 58,4% delle vittime infatti dichiara di non denunciare anche se la violenza subita dura da anni.

Le tavole messe a disposizione riportano infine informazioni su:
• il profilo delle vittime e degli autori e la regione di provenienza delle chiamate;
• la tempistica delle chiamate per giorno della settimana e per ora della giornata.

Link utili

Per informazioni
Alessandra Capobianchi
capobian@istat.it

Maria Giuseppina Muratore
muratore@istat.it

Claudia Villante
claudia.villante@istat.it

Periodo di riferimento: I-IV trimestre 2023

Data di pubblicazione: 08 marzo 2024

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