Sessant’anni di Europa

All’indomani della Seconda guerra mondiale la crescita demografica procede in tutta Europa a ritmi sostenuti, con gli incrementi più consistenti tra i primi anni Sessanta e i primi anni Settanta. Benché intorno al 1975 la crescita >leggi ancora

Storicamente, con limitate eccezioni, il dopoguerra si caratterizza, sia in Italia sia in Europa, per un andamento delle nascite decrescente. In Italia, gli anni del boom economico >leggi ancora

Contrariamente a una credenza radicata, il numero medio di figli per donna in Italia si mantiene inferiore ai valori europei (con riferimento sia ai 6 paesi fondatori sia al complesso dell’Ue) fino a metà degli anni Sessanta. Sebbene >leggi ancora

L’età delle donne al parto è in Italia strutturalmente superiore a quella rilevata negli aggregati europei, con un divario compreso tra i sei mesi e i due anni. Quanto alle tendenze, il periodo di osservazione è nettamente divisibile >leggi ancora

Sebbene il miglioramento della vita media sia una tendenza di lungo periodo comune a tutti i paesi sviluppati, fino all’inizio degli anni Settanta il valore italiano si è mantenuto >leggi ancora

Per effetto dell’aumento della speranza di vita e del rallentamento delle nascite, la popolazione europea invecchia. L’Italia, che negli anni Cinquanta era tra i paesi europei >leggi ancora

Come accennato, e per le ragioni illustrate in precedenza, già dall’inizio degli anni Sessanta lo scenario che si va delineando in Europa è quello di una popolazione che invecchia. L'indice di dipendenza >leggi ancora

L’Italia è stata storicamente un Paese di emigrazione e gli espatri eccedono gli arrivi fino all’inizio degli anni Settanta. Segue un lungo periodo di stasi, in cui ingressi e uscite si compensano >leggi ancora

La crescita demografica

L'andamento delle nascite

Il numero medio di figli per donna

L'età delle donne al parto

La vita media

L'invecchiamento della popolazione

L'indice di dipendenza

I saldi migratori