Le statistiche giudiziarie penali si basano sull’impianto normativo previsto dai codici e dalle leggi complementari che prevedono sanzioni penali.
I delitti sono storicamente ‒ è del 1873 la prima raccolta di dati giudiziari dello Stato italiano unitario ‒ rappresentati nelle statistiche penali italiane attraverso raggruppamenti di violazioni, in base al bene giuridico protetto che viene colpito.
A partire dal 2006 c’è stata una revisione delle aggregazioni dando maggior evidenza alla rappresentazione per “argomento di interesse”.
- Classificazione sintetica dei reati: è la presentazione delle violazioni penali a un alto livello di aggregazione. Sono mostrati i raggruppamenti dei delitti secondo i titoli e le sezioni del codice penale con alcune voci di dettaglio maggiormente significative.
- Classificazione dettagliata dei reati: è la versione estesa della classificazione delle violazioni penali in uso in Istat con numerose voci di interesse sociale oltre che giuridico.
- Classificazione internazionale dei reati (ICCS): la classificazione internazionale, articolata su più livelli di dettaglio, considera sia i delitti sia le contravvenzioni. Intende svincolarsi da una rappresentazione giuridica del reato basandosi invece sull’evento per rendere confrontabili i dati di Stati diversi. La redazione e la fase di test, a cui l’Italia ha partecipato attivamente, sono state effettuate tra il 2012 e il 2014. L’ ICCS è stata quindi approvata dalla commissione statistica delle Nazioni Unite nel Marzo 2015, e dalla Commission on Crime Prevention and Criminal Justice (CCPCJ) nel maggio 2015 come uno standard statistico internazionale per la raccolta di dati. L’implementazione è curata dall’Office on Drugs and Crime (UNODC).
Per informazioni
Claudio Caterino
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claudio.caterino@istat.it
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