Politiche

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Piani antiviolenza

  • Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023

Il 3 novembre 2021 è stato acquisito il parere positivo della Conferenza Unificata sul nuovo Piano Strategico NazionaleIl nuovo Piano, in continuità con il Piano strategico 2017-2020, è articolato per Assi, in linea con la Convenzione di Istanbul: Prevenzione, Protezione e Sostegno, Perseguire e Punire, Assistenza e Promozione. A ciascun Asse sono associate specifiche Priorità, che affrontano le dimensioni più significative della violenza maschile sulle donne.

Il Piano è il risultato di un lavoro condiviso, che ha visto il coinvolgimento della Cabina di Regia Nazionale (Amministrazioni centrali, Regioni e autonomie locali), delle Parti Sociali e delle principali realtà associative attive nel settore della prevenzione e del contrasto della violenza di genere. Il Piano intende fornire risposte adeguate alle diverse forme di violenza contro le donne attraverso un ampio ventaglio di misure, quali la prevenzione, la protezione delle vittime, la formazione e l’educazione degli operatori, l’informazione e la sensibilizzazione della collettività, gli interventi sugli uomini autori di violenza, la tutela delle donne migranti e delle vittime di discriminazioni multiple, la promozione dell’autonomia lavorativa, economica e abitativa delle vittim

  • Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020

A dicembre 2017 ha ricevuto il parere favorevole della Conferenza Stato Regioni e della Conferenza Unificata un Piano nazionale anti violenza  per il successivo triennio, frutto di un gruppo di lavoro ad hoc cui hanno partecipato Ministeri, Forze dell’Ordine, Regioni e Comuni, organizzazioni sindacali e associazioni impegnate sul tema della violenza.

Seguendo i principi previsti nella Convenzione di Istanbul, il Piano prevede un’articolazione secondo tre linee d’intervento:

    1. prevenire la violenza, attraverso piani educativi e di comunicazione, oltre che di formazione degli operatori nel settore pubblico e privato
    2. proteggere e sostenere le vittime, attraverso le reti territoriali antiviolenza
    3. perseguire e punire, in sinergia con i soggetti istituzionali quali, ad esempio, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Giustizia

Per ciascuna di queste tre linee si sono definite le priorità, gli obiettivi specifici e le modalità di attuazione degli interventi, identificando chiaramente l’Amministrazione responsabile.

La governance del Piano è stata articolata a livello centrale e a livello territoriale, attraverso le “reti territoriali antiviolenza”, per garantire il raccordo tra tutti i servizi che operano nel campo della prevenzione, protezione e contrasto alla violenza maschile contro le donne. Inoltre, per consentire un monitoraggio strutturato degli interventi, saranno individuati indicatori di realizzazione e di risultato da utilizzare nella fase attuativa del Piano.

  • Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere 2015-2017

La cosiddetta legge sul Femminicidio, n.119 del 2013, disposta a seguito della Ratifica della Convenzione di Istanbul (27 giugno 2013), ha previsto l’adozione di un Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, oltre ad una serie di misure in campo penale.

Il piano definisce linee di indirizzo sulla comunicazione e rappresentazione dell’immagine femminile nei media, l’educazione, la formazione, la valutazione del rischio, il soccorso e l’assistenza delle donne vittime di violenza, un modello integrato di intervento finalizzato al loro reinserimento socio-lavorativo, il recupero/reinserimento degli uomini autori di violenza.

Il Piano, della durata biennale, è stato adottato il 7 luglio del 2015 ed è stato finanziato con oltre 40 milioni di euro, che sono stati impiegati in molteplici attività riconducibili alle linee di indirizzo definite.

Sistema integrato di raccolta ed elaborazione dati

Le linee di indirizzo per un “Sistema Integrato di Raccolta ed Elaborazione Dati” sono definite nel Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere 2015-2017. Già in precedenza si erano svolti dei lavori preparatori grazie al Sottogruppo Raccolta Dati della Task Force Interministeriale sulla violenza contro le donne del 2013 e alla Proposta di architettura della banca dati sulla violenza di genere.

Il Sistema integrato è un progetto complesso che mira alla creazione di un sistema integrato di rilevazioni e di indicatori per permettere agli organi di governo e a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel contrasto alla violenza di genere di monitorare i diversi aspetti del fenomeno e combatterlo con mezzi adeguati al fine di raggiungere gli obiettivi della Convenzione di Istanbul.

Accordi inter-istituzionali

Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha definito una serie di accordi inter-istituzionali con diversi soggetti per prevenire e combattere la violenza di genere:

 

L’Istat è impegnato a realizzare rapporti di collaborazione per arricchire i contenuti del quadro informativo integrato sulla violenza contro le donne e misurare la violenza di genere nei dati amministrativi:

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio

La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere è stata istituita nel gennaio 2017 con il compito di svolgere indagini sulle dimensioni e cause del femminicidio, inteso come uccisione di una donna, basata sul genere e, più in generale, di ogni forma di violenza di genere; accertare il livello di attenzione e la capacità d’intervento delle autorità e delle pubbliche amministrazioni competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza; monitorare l’effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza di genere delle risorse stanziate dal decreto-legge n.93 del 2013 e dalle leggi di stabilità a partire da quella per il 2011; proporre soluzioni di carattere legislativo e amministrativo al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto del femminicidio e, più in generale, di ogni forma di violenza di genere, nonché di tutelare la vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti.

Il bilancio di genere dello Stato

L’analisi del bilancio dello Stato secondo una prospettiva di genere è uno strumento complesso volto, da un lato, a individuare le risorse stanziate ed erogate in favore delle pari opportunità di genere (dentro e fuori dell’amministrazione) e, dall’altro, a verificare gli impatti degli interventi su uomini e donne. Si basa su un’esplorazione ad ampio raggio dell’informazione statistica, reportistica e normativa disponibile, a livello nazionale e internazionale, nonché sulla raccolta diretta di informazioni presso le singole amministrazioni pubbliche. Viene utilizzata un’ampia batteria di indicatori e, tra i dati utili al tema della violenza di genere, vengono considerati anche i dati sui congedi per le donne vittime di violenza, elaborati a cura dell’Inps.

 

Rapporto di Valutazione di Base del GREVIO

Il primo Rapporto del GREVIO sull’attuazione della Convenzione di Istanbul da parte dell’Italia è il frutto del lavoro del gruppo di esperti del Consiglio d’Europa  incaricato di monitorare l’attuazione della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Group of Experts on Action against Violence against Women and Domestic Violence – GREVIO)

La tutela degli orfani per crimini domestici

Nel documento di studio e proposta  l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha formulato una serie di raccomandazioni a istituzioni e ordini professionali a tutela dei diritti degli orfani per crimini domestici. Lo studio mira a individuare le reali necessità e i bisogni degli orfani, le buone pratiche e i punti di criticità del sistema. Sono stati analizzati i provvedimenti giudiziari adottati dai tribunali che si sono occupati di casi di crimini domestici che hanno visto coinvolti figli minorenni e sono state raccolte le esperienze di chi lavora nei servizi sociali. Sono stati inoltre ascoltati i ragazzi che hanno vissuto il dramma di perdere un genitore a causa dell’omicidio commesso all’altro ed è stata esaminata la normativa nazionale e regionale in materia.

Linee guida per gli uffici giudiziari

A maggio 2018 il Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato la risoluzione sulle linee guida in tema di organizzazione e buone prassi per la trattazione dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere e domestica. Le indicazioni, rivolte agli uffici giudiziari requirenti e giudicanti, promuovono l’adozione di strumenti ed accorgimenti utili a prevenire i rischi per la vittima ed evitare danni emotivi. Si raccomanda di riservare la trattazione di questi procedimenti, da includere tra quelli a trattazione prioritaria, e le relative attività di indagine a magistrati e a personale di polizia specializzati. Si promuove inoltre la realizzazione di interventi integrati attraverso il coordinamento con la magistratura minorile, i giudici civili, le reti antiviolenza, i presidi sanitari e i servizi sociali attivi sul territorio.

La delibera del 4 giugno 2020  del Consiglio Superiore della Magistratura riporta gli esiti del monitoraggio sui procedimenti per violenza di genere e domestica in relazione all’emergenza sanitaria generata dall’epidemia di coronavirus e al connesso incremento di rischio di esposizione alla violenza domestica. Nel monitoraggio sono state esaminate le linee guida e le prassi adottate, per individuare le best practices utili a offrire la miglior tutela a donne e minori.

Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità

Il fondo, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (art. 19 del D.L. 223/2006), è stato appositamente incrementato con stanziamenti vincolati al finanziamento del piano contro la violenza di genere, per un ammontare di 10 milioni di euro nel 2013, in base alla cosiddetta legge sul Femminicidio n.119 del 2013 (art. 5, comma 4 del D.L. 93/2013) e per ulteriori 10 milioni per ciascuno dei tre anni successivi, grazie alla legge di stabilità 2014.  Nel tempo il fondo è stato incrementato sulla base di singole disposizioni nell’ambito delle manovre finanziarie o attraverso altri interventi tra i quali, recentemente, il cosiddetto Decreto Rilancio (D.L. 34/2020) con l’art.105-bis “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”.

Un ulteriore finanziamento, di natura permanente, è specificamente destinato ai Centri antiviolenza e le Case rifugio (art. 5 bis del D.L. 93/2013). Le risorse disponibili, che la legge ha previsto in 10 milioni di euro l’anno, sono in costante aumento, arrivando ai 30 milioni del 2019, e sono annualmente ripartite tra le regioni tenendo conto di una serie di criteri indicati dalla legge e dei requisiti stabiliti dall’Intesa del 27 novembre 2014.

Il primo Piano nazionale antiviolenza, della durata biennale, è stato adottato il 7 luglio del 2015 ed è stato finanziato con oltre 40 milioni di euro, che sono stati così impiegati:

  • 2 milioni di euro utilizzati dal Dipartimento per le Pari Opportunità per elaborare, in collaborazione con l’Istat, una banca dati nazionale sul fenomeno della violenza contro le donne, stipulare accordi con i Ministeri per misurare la violenza di genere nei dati amministrativi e la conduzione di indagini sul tema (indagine sulla violenza contro le donne, indagini sugli stereotipi di genere e sulla violenza di genere, rilevazioni sull’utenza dei centri antiviolenza e delle case rifugio);
  • 1 milione di euro per realizzare, in collaborazione con il Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR) una mappatura quantitativa e qualitativa dei servizi pubblici e privati relativi alla violenza contro le donne;
  • 13 milioni di euro assegnati alle Regioni per finanziare, tra l’altro, la formazione del personale sanitario e socio-sanitario; l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza; l’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza; l’aggiornamento degli osservatori regionali per adeguarne il funzionamento alla Banca dati nazionale sul fenomeno della violenza; l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza
  • 5 milioni di euro, tramite avviso pubblico, per finanziare progetti presentati da istituti scolastici con lo scopo di avvicinare gli studenti ai temi della parità e del rispetto delle differenze, rappresentazione e significato dell’essere donne e uomini;
  • 12 milioni di euro, sempre con bando, per il potenziamento dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, e per il rafforzamento della rete dei servizi territoriali;
  • 10 milioni di euro, tramite avviso pubblico, per sei tipologie di progetti che riguardano, tra gli altri, l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, il supporto alle donne detenute che hanno subito violenza, programmi di trattamento di uomini autori di violenza;
  • 615 mila euro annuali per il finanziamento del numero antiviolenza 1522, potenziandone le capacità di intervento;
  • 200 mila euro, per realizzare azioni formative e analisi dei dati in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri.

Il Dipartimento per le Pari Opportunità si impegna a sostenere gli interventi contro la violenza sulle donne attraverso avvisi pubblici.

Altri fondi

  • Fondi strutturali e di investimento dell’Unione europea

L’iniziativa di open government Opencoesione, coordinata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rende disponibili i dati sulle politiche di coesione in Italia e consente di consultare i progetti finanziati dai Fondi SIE  e il loro stato di attuazione. Di questi progetti sono 232 quelli in corso nel 2020 dedicati al contrasto alla violenza, per un ammontare complessivo di finanziamento dell’Unione europea che supera i 25 milioni di euro. In base ai dati a disposizione, nella maggior parte dei casi si tratta di progetti di inclusione socio-lavorativa delle vittime di violenza (attraverso il finanziamento di tirocini, percorsi integrati di formazione e accompagnamento al lavoro, percorsi di sostegno ed empowerment) e interventi di prevenzione alla violenza attuati in particolare dalle scuole e dalle agenzie formative dei territori.

  • Fondo in favore degli orfani per crimini domestici

La Legge n.4/2018  estende il Fondo per le vittime di mafia, usura e reati intenzionali violenti agli orfani di crimini domestici, con un incremento del fondo di 2 milioni di euro annui a loro favore. Le risorse sono state accresciute (art.8 della Legge n. 69/2019) di 2 milioni di euro l’anno nel 2017 e 2018, 5 milioni per l’anno 2019 e 7 milioni ogni anno a partire dal 2020. I finanziamenti sono indirizzati a borse di studio, progetti di orientamento, di formazione e di sostegno per l’inserimento degli orfani nell’attività lavorativa e a misure di sostegno e di aiuto economico in favore delle famiglie affidatarie.

  • Fondo di Garanzia per il Microcredito di Libertà

Il fondo è stato costituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità ed è frutto dell’accordo del novembre 2020 con l’ABI, Federcasse, Caritas ed Ente Nazionale per il Microcredito. L’accordo prevede l’attivazione del cosidetto “Microcredito di libertà”, ossia un sistema di microcredito sociale e d’impresa dedicato alle donne colpite da violenza e assistite dai Centri Antiviolenza in un percorso di liberazione e re-introduzione nelle comunità attraverso l’emancipazione economica . Il microcredito imprenditoriale può essere garantito dal Fondo di garanzia per le PMI nella misura massima prevista dalla legge. I finanziamenti di microcredito sociale sono invece garantiti al 100% dal nuovo fondo di garanzia che ha una dotazione iniziale di 3 milioni di euro. Il fondo potrà anche contribuire all’abbattimento del TAEG relativo alle operazioni di microcredito d’impresa e di microcredito sociale.

  • Fondo contro le discriminazioni e la violenza di genere

La Legge di bilancio 2021 (Legge n.178/2020, commi 1134-1139) istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023, al fine di garantire le attività di promozione della libertà femminile e di genere e le attività di prevenzione e contrasto delle forme di violenza e discriminazione fondate sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Destinatarie delle risorse del Fondo sono le associazioni del Terzo settore che abbiano determinati requisiti. Il Fondo è destinato al sostegno delle spese di funzionamento e gestione delle associazioni, comprese le spese per il personale formato e qualificato, il recupero e la rieducazione dei soggetti maltrattanti. Modalità e criteri di erogazione del Fondo sono definiti con decreto del Ministro delle pari opportunità e della famiglia, da emanare entro il mese di marzo di ciascun anno. Si prevede inoltre che le amministrazioni competenti concedano in comodato d’uso gratuito a tali associazioni beni immobili di utilizzo collettivo.

  • Agevolazioni per l’assunzione di donne vittime di violenza di genere

La legge di bilancio per il 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205) ha riconosciuto un contributo alle cooperative sociali per le assunzioni con contratti di lavoro a tempo indeterminato, effettuate nel 2018, di donne vittime di violenza di genere, inserite in appositi percorsi di protezione debitamente certificati. Il contributo era riconosciuto, a titolo di sgravio delle aliquote per l’assicurazione obbligatoria previdenziale e assistenziale dovute, per un periodo massimo di trentasei mesi entro il limite di spesa di un milione di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2020. In base all’ultima disposizione di proroga (art. 12, co. 16-bis, del D.L. 137/2020), questo contributo è riconosciuto anche per le assunzioni che si sono effettuate nel corso del 2021, per un periodo massimo di dodici mesi.
Le proposte di legge C. 1458 Frassinetti, C. 1791 Fragomeli e C. 1891 Spadoni recano disposizioni per l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere e, a questo fine, intendono istituire benefici fiscali a favore di tutte le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato donne inserite in percorsi di protezione certificati e propongono di attribuire una quota di riserva sul numero di dipendenti dei datori di lavoro pubblici e privati in favore delle donne vittime di violenza di genere, così come già previsto per gli orfani delle vittime di femminicidio. In occasione dell’Audizione presso la XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati dell’8 febbraio 2022, L’Istat ha elaborato un’analisi della condizione occupazionale ed economica delle donne vittime di violenza e, sebbene con limitazioni dovute alla carenza di dati, ha condotto un’analisi preliminare utile all’identificazione del numero di donne che potrebbero accedere ai benefici per l’assunzione previsti nei provvedimenti.