Audizioni

Indagine conoscitiva sulle politiche relative ai cittadini italiani residenti all’estero

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Comitato per le questioni degli italiani all’estero – Senato della Repubblica

Audizione del Presidente Enrico Giovannini

La prima ondata migratoria che ha interessato il Paese dopo l’unificazione riguarda il periodo storico che va dal XIX secolo fino al secondo dopoguerra e si compone prevalentemente di spostamenti oltreoceano, caratterizzati da alta intensità: le cifre oscillano tra i 135 mila espatri del 1869 e gli oltre sei milioni negli anni tra il 1871 e il 1915.

La seconda ondata migratoria si realizza a partire dalla metà degli anni ’50 ed è connotata da spostamenti di intensità relativamente minore, che hanno come destinazione prevalente il continente europeo (Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, solo per citare i Paesi maggiori).

Solo agli inizi degli anni Settanta la tendenza del fenomeno si inverte: per la prima volta nel 1973 si registra un saldo migratorio con l’estero negativo.

Successivamente, e fino ai giorni nostri, i trasferimenti di residenza di italiani in paesi esteri sono rimasti ben al di sotto delle 100 mila unità annue, facendo registrare dei cambiamenti anche riguardo al profilo del migrante, che si caratterizza, nel corso del tempo, per un livello di istruzione e di professionalità sempre più elevati: dal 2001 al 2010 i cittadini emigrati italiani senza alcun titolo di studio o con la sola licenza media sono scesi da 29.343 a 24.734 unità, quelli diplomati da 13.679 a 8.535 unità, mentre quelli laureati sono cresciuti da 3.879 a 6.276 unità.

Nota. In data 21 novembre 2012 l’allegato statistico è stato sostituito con una nuova  versione dove sono aggiornate la tavola 9, la figura 3 e la tavola 12.

Data di pubblicazione: 13 giugno 2012

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