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Elementi informativi su indicatori di riferimento e metodi di stima dei conti economici trimestrali

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L’Istat pubblica le stime dei conti economici trimestrali dal 1983. Dall’edizione di ottobre 2014 metodi e fonti utilizzate seguono i criteri stabiliti dal SEC 2010.

Le serie comprendono sia gli aggregati a prezzi correnti sia quelli in volume. Questi ultimi sono calcolati e resi disponibili ai prezzi dell’anno precedente e a valori concatenati con anno di riferimento 2010. Le serie sono diffuse tramite il data wharehouse I.Stat. Gli aggregati a prezzi correnti sono rilasciati a partire dal primo trimestre 1995, quelli in volume a partire dal primo trimestre 1996.

Una stima preliminare del prodotto interno lordo (Pil) a valori concatenati è pubblicata a 45 giorni dalla fine del trimestre di riferimento, mentre il rilascio del set completo di dati avviene a 60 giorni. I dati relativi al secondo trimestre sono rilasciati una terza volta a 90 giorni per riallineare le stime agli aggiornamenti della contabilità annuale.

Il Pil è valutato sia dal lato della domanda, sia da quello dell’offerta, con la variazione delle scorte ottenuta quale saldo. Per questo motivo le scorte includono anche una componente di discrepanza statistica.

La valutazione del Pil secondo l’approccio del reddito considera una stima indipendente delle retribuzioni interne lorde e dei redditi da lavoro dipendente, mentre il risultato lordo di gestione è ottenuto come saldo.

Le misure degli input di lavoro includono il numero di persone occupate, il numero di posizioni lavorative, le ore lavorate e le unità di lavoro. In deroga al programma di trasmissione UE, fino a maggio 2016 la diffusione di questi dati, dei redditi e delle retribuzioni avviene a 70 giorni dalla fine del trimestre di riferimento.

L’Istat segue per la stima dei conti economici trimestrali un approccio di tipo indiretto, poiché la disponibilità solo parziale, a livello infra-annuale, delle fonti utilizzate per la compilazione delle stime annuali non consente una stima diretta degli stessi aggregati a cadenza trimestrale. A questo fine, si utilizzano indicatori trimestrali caratterizzati da un legame robusto e statisticamente significativo con ciascuno degli aggregati di contabilità annuale. Ipotizzando che la relazione tra aggregato e indicatore misurata sui dati annuali sia valida anche a livello trimestrale, gli indicatori sono utilizzati, mediante un approccio ottimale di stima, per disaggregare a cadenza trimestrale le serie annuali e per estrapolarne i valori dei trimestri più recenti (cioè quelli successivi all’ultimo valore annuale disponibile).

La correzione degli effetti di calendario e della stagionalità opera sugli indicatori di riferimento ed è effettuata attraverso l’approccio basato sui modelli Reg-Arima della procedura TRAMO-SEATS (versione febbraio 2010 per Linux).

Il testo allegato è organizzato in una prima sezione che fornisce cenni sul metodo indiretto di trimestralizzazione, seguita dalla presentazione di una lista ragionata dei principali indicatori utilizzati; poi viene presentata una descrizione sintetica delle principali variabili dei conti economici trimestrali e del legame tra schemi contabili e indicatori congiunturali; quindi si delineano in sintesi i metodi di stima del valore aggiunto, del sistema della doppia deflazione, degli impieghi finali, dell’input di lavoro e del relativo reddito, degli indicatori di costi e margini e della politica di revisione adottata.

Data di pubblicazione: 02 settembre 2015

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